Chapter Two.

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Quando pensi che tutti siano contro di te, quando pensi che la sfiga e la malasorte sia la tua più grande compagnia, quando camminando per la strada non vedrai il volto della gente nonostante siano a pochi centimetri dal tuo viso ed è proprio li che capisci che peggio non può andare, fin quando uno spiraglio di luce ti passa davanti come un fulmine senza nemmeno renderti conto di quello che sta succedendo intorno.

Magari girando l'angolo qualcosa cambierà la mia vita per sempre.

Non sapevo per quale motivo questa frase continuava a frullarmi nella testa ma qualcosa mi diceva che era così.

«Figlio di puttana!»

Quella frase mi risvegliò dai miei pensieri, sbattei più volte le palpebre tanto per assicurarmi che tutto questo non fosse solamente un sogno, o un incubo. Tornata alla realtà cercai di capire cosa stesse succedendo, vidi quell'uomo disgustoso di poco prima barcollando un po' e con del sangue che fuoriusciva dal suo naso. Non me ne ero nemmeno accorta che fosse stato colpito.

«Sparisci, mi stavo divertendo.» Si percepiva la quantità d'alcool ingerito -da quel coso che tutto si può definire meno che un uomo- dalla sua voce impastata e il suo ridacchiare alla fine, ma la cosa che più mi inquietava era che nonostante parlasse con quel ragazzo, lui stesse fissando me.

«Ah si? Prima mi diverto io.»

Non ebbi il tempo di realizzare bene cosa si fossero detti fin quando non vidi quel ragazzo - del quale non conoscevo ancora nemmeno il suo volto ma solamente la sua schiena ampia, le gambe lunghe e dei capelli castani sul riccio che si posavano all'altezza dell'incavo del collo, tutto questo grazie alla luce che fuoriusciva da quel posto.- scaraventarsi su quel tipo colpendolo. Spalancai gli occhi mentre quei due si ricambiavano le scazzottate, anche se quel tipo dall'alito disgustoso non ne azzeccava una, essendo così ubriaco.

Ma la cosa che non riuscivo a capire era il perché. Perché quel ragazzo aveva preso le mie parti? Magari in quel paese c'era qualcuno con del buon senso e che non pensava solamente a se stesso o ai suoi bisogni sessuali.

«Credevi davvero che non sarei venuto a sapere cosa hai fatto ad Ana?! Lo credevi davvero?!» Urlò il ragazzo strattonandolo.

Oppure non stava semplicemente prendendo le mie parti ma in qualche modo mettendo in regola alcuni loro conti.

«Harry Styles il difensore delle puttane!» Rise mostrando i suoi denti gialli e malconci allontanandosi per poi sputare per strada. «Io pago e loro devono soddisfare tutto ciò che chiedo!» Corrugò le sopracciglia e cambiò il suo tono di voce in uno più profondo, cosa che mi fece sobbalzare un po'. Non capivo di cosa stessero parlando.

«Non basta pagare se poi ti lavi due volte l'anno.»

Rimase immobile alla provocazione del ragazzo -che da come avevo intuito si chiamasse Harry- e io come una stupida da quando aveva iniziato tutto quel pandemonio non ero riuscita a spiaccicare una parola, sentivo solamente i miei battiti accelerati e riuscii a spostarmi di qualche passo dal muro dal quale ero rimasta spiaccicata tutto questo tempo. Non sapevo se fosse stato il rumore dei miei passi sull'asfalto o qualcos'altro ma in quel momento quel ragazzo si voltò di scatto e mi fermai immediatamente sul posto. Rimasi a fissarlo grazie alla luce che illuminava il suo volto, potei vedere ben chiari molti lineamenti del suo viso, nonostante i muscoli del suo volto fossero tesi e lo notai dalla sua mascella, mi sforzai di capire di che colore fossero i suoi occhi ma la luce non illuminava abbastanza, i suoi occhi mi scrutarono dalla testa ai piedi e si soffermarono nei miei, mi guardava con quell'intensità come se mi volessero leggere dentro, come se volesse trapassarmi con lo sguardo. Ma il mio si staccò dalla sua figura e notai che l'uomo dietro era ad un passo da lui con lo stesso coltellino che aveva puntato a me.

Scarlett.     H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora