Chapter Thirty-three.

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Nel frattempo che aspettai fossero le dieci decisi di sistemare un po, non era giusto lasciarla in quel modo quando Alan nemmeno ci passava le notti. Iniziai con il bagno per poi finire con la cucina. Non ho mai fatto tanti lavori domestici in vita mia. A casa mia facevo a malapena la mia camera, ma questa non è casa mia, ed è giusto che dia una mano. Se mi vedesse mia madre mi guarderebbe con disappunto per non averla quasi mai aiutata in casa. Sorrisi ricordando, le sue labbra strette in una linea sottile, i suoi occhi socchiusi e le sue sopracciglia accigliate.

Mi ricordai automaticamente dell'incubo che mi ha tenuta sveglia tutta la notte quando mi lanciai sul divano distrutta, dove non solo erano presenti i miei genitori ma anche Harry. Sapevo che la causa della sua presenza erano tutte le delusioni da parte sua quella stessa giornata, perché bisogna attaccare le persone quando dormono? Nel loro sonno? Invadere l'intimità dei loro sogni e dei loro demoni.

Sospirai accigliandomi per un momento, quando mi passò per la mente delle piccole attenzioni ricevute la scorsa notte, quel bacio sulla fronte, la carezza sulla guancia o le coperte rimboccate. Non prestai attenzione a quel gesto soltanto perché non riuscivo a ragionare lucidamente dopo lo sfogo ma ripensandoci bene ancora una volta, era abbastanza strano. Sarò stata io ad immaginarmi tutto? Mi sento davvero così sola?.

Ringraziai mentalmente Jamie, che cominciò a bussare. Erano più o meno le dieci quindi se non lui chi?.

Mi alzai dalla mia postazione e andai ad aprire trovandomi un Jamie sorridente che non smetteva di guardarmi dalla testa ai piedi.

«Ehi, accomodati.» Sorrisi di rimando spostandomi di lato in modo da lasciargli lo spazio necessario per entrare.

Sorrise ancora, abbassò il capo entrando e voltandosi poco dopo. «Ehi.» Salutò quando chiusi la porta, mi voltai e trovai subito le sue braccia intorno a me in un abbraccio.

Sono mancata solo .. quanto? Due giorni?.

Ricambiai in modo veloce l'abbraccio sorridendo e staccandomi impacciata. «Mi sei mancata.»

«Sono solo stata via un paio di giorni.» Mi avvicinai al bancone della cucina. «Posso offrirti qualcosa? Cioè Alan ma-» Cominciai a perdermi nelle mie stesse parole, e odiavo quando succedeva.

Ridacchiò scuotendo la testa. «No grazie, sto bene così.» Annuì raggiungendolo. «Allora com'è andata?» Mi sedetti sul divano seguita da Jamie, stimai il fatto che non si fosse completamente appiccicato a me, ma che si trovava dall'altra estremità del divano.

Stavo per rispondere quando improvvisamente la porta si aprì rilevandosi Alan. «Oh, ciao Jamie. Non sapevo fossi qui.» Sorrise.

Un sorriso abbastanza strano.

«Quando sono arrivato ti ho anche salutato, eri di schiena forse non mi hai riconosciuto.» Spiegò Jamie.

«Davvero? Allora scusami, sarà stato come dici tu.» Alan si avvicinò alla caffettiera, dove il caffè era già pronto. «Vuoi?» Chiese.

«No grazie.» Jamie mi guardò confuso. Alan lo disturbava?.

«Bene, scusate il disturbo. Ero venuto a prendere del caffè. Senza di quello non riesco a iniziare la giornata.» Sorrise ad entrambi incamminandosi verso la porta.

«Non preoccuparti Alan.» Ricambiai il sorriso.

«Buona chiacchierata.» Chiuse la porta alle sue spalle con dei fari un po strani.

Jamie mi guardò ridacchiando, cosa c'era di divertente?

Contagiò anche me e finì con il ridere senza un motivo per cui farlo. «Cosa?»

Scarlett.     H.SWhere stories live. Discover now