Chapter Seventy.

81.1K 2K 2.1K
                                    

Sbadigliai afferrando la brocca lasciata sul ripiano e versai la spremuta d'arancia nel bicchiere, sospirai poi strofinandomi un occhio con le dita, ero esausta e mi stupii di non essere caduta sotto il getto d'acqua calda della doccia.  Alzai il bicchiere prendendo un sorso del contenuto preparato all'alba da Alan, l'avevo sentito uscire dalla sua camera e trafficare in cucina, era la prima volta che si fermava a dormire lì in mia presenza e non riuscivo a togliermi dalla testa il suono del suo pianto, dei suoi singhiozzi o della sua voce disperata. 

Quella mattina non avevo ancora avuto modo di incontrarlo e non volevo neanche immaginare che cera avesse, io non ero messa meglio, questo era chiaro visto che raramente riuscivo a dormire fino il giorno dopo, e questo succedeva solitamente quando mi ritrovavo a dormire con Harry. Improvvisamente i miei pensieri si spostarono da tutt'altra parte, stavo sul serio per chiamarlo e pensandoci poi a distanza di quelle ore fui felice di non farlo,  ai suoi occhi sarei passata per una stupida ragazzina che improvvisamente sente il bisogno di riferirgli tutto quando prima nascondeva tutto come se fosse stata la cosa più giusta da fare.

Abbassai lo sguardo deglutendo e lentamente sorseggiai quella bevanda, lavai il bicchiere prima di metterlo al suo posto e conservai la spremuta in frigo, riempii la ciotola di Anya con dei croccantini mai visti prima d'ora, così pensai fosse opera di Gyne che si era presa cura di lei in mia assenza e quella di Alan, cambiai l'acqua mettendole quella fresca e ripulii la sua lettiera con una piccola smorfia disgustata, mi lavai le mani i bagno e pensai di scendere di sotto incontrando finalmente Alan, avevo avuto modo di scambiare due parole con lui solo quando irruppi nel suo appartamento facendogli prendere un colpo, e allora non mi sarei aspettata questo cambio d'umore improvviso.  Arrivai di sotto e non lo vidi dietro il bancone come era di solito fare ma mi bastò guardandomi un po' intorno intravedendo la sua figura in magazzino, mi mossi impacciata avvicinandomi, era chinato con un coltellino aprendo uno dei tanti scatoloni ancora sigillati. 

«Buongiorno.» Dissi dopo essermi schiarita la voce, sussultò appena non aspettandosi di ritrovarmi lì, dietro di lui.

«Ehi.» Si voltò accennando un piccolo sorriso che non persi un attimo a ricambiare, ma quel suo sorriso non aveva niente del vero Alan.

«Vuoi una mano?» Mi offrii volontaria cercando di essere più disinvolta possibile.

«Oh, se per te va bene.» Tirò fuori dallo scatolone un paio di bottiglie prima di  riposarle accanto alle altre già sistemate in un ordine ben preciso.

«Certo.» Sollevai l'angolo delle mie labbra avvicinandomi al resto degli scatoloni.

«Prendi il coltellino non ci riuscirai mai senza.» Mi disse dandomi ancora le spalle maneggiando con le bottiglie.

Feci vagare lo sguardo per la stanza quando lo trovai per terra accanto allo scatolo aperto prima da Alan, l'afferrai, era uno di quelli tascabili, mi ricordava quello di Harry, non si staccava mai di quello. Provai ad aprilo e sussultai quando la lama affilata scattò fuori, Alan mi guardò sollevando un sopracciglio prima di abbassare i suoi occhi all'arma nella mia mano.«Proverò a non ucciderci.» Scherzai abbassando lo sguardo fissando il coltellino.

«Te ne sarei grato.» Il sorriso sul suo viso di allargò trasformandosi finalmente in uno di quelli veri, quelli tipici di Alan, non riuscii a non sorridere a mia volta. 

Mi chinai iniziando ad aprire il primo scatolone sott'occhio e tirando fuori le bottiglie, le sistemai facendo a cambio con Alan quando a lui serviva il coltellino per aprire gli altri scatoloni, il silenzio cadde su di noi ma non era uno di quelli imbarazzante, andava bene così. Di certo entrambi non eravamo il tipo di persona che rimaneva in silenzio ma che provavano in tutti modi a intraprendere una conversazione, ma sapevo che non era uno dei momenti migliori per Alan. Un'idea balenò per la mia mente quando puntai gli occhi sul suo profilo, speravo solo che non si sarebbe trasformata in una catastrofe, perché sapevo che le mie abilità in cucina erano pessime ma volevo solo passare un po' di tempo con Alan, e mi sembrava carino pranzare insieme.

Scarlett.     H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora