Twenty-two.

1.7K 131 3
                                    


Three months later.
-Luke- un gemito riempì la stanza completamente rossa e nera del biondo, che era impegnato a torturare il collo di una ragazza stesa sotto di lui inerme.
Le sue dita affusolate erano posizionate sui fianchi stretti e la stringevano piano, cercando di tenerla ferma.
Aveva il fiatone e sembrava oramai inebriato dal dolce profumo dei capelli scuri e ribelli della ragazzina; non riusciva ad allontanarsi, sembra come incollato a quel corpo così perfetto.
-Sì?- rispose beffardamente, sfiorandole poi con la bocca la guancia arrossata.
-Voglio di più...- mormorò, cominciando a dimenarsi sulle lenzuola rosse.
-Sei troppo impaziente, bimba-.
-Ti odio- ringhiò Magdaleine, come sempre, nonostante sapesse che Luke l'avrebbe sempre accontentata alla fine.
Il biondo la spogliò lentamente per poi guardarla intensamente da capo a piedi, era così bella: le guance arrossate e la pelle candida, i capelli disordinati e sparsi sul cuscino e quell'espressione dove poteva leggere solo l'amore che lei provava per lui.
Erano passati diversi mesi e quelle due parole, così importanti, non se le erano ancora dette. Lui le sentiva veramente, ma non era pronto ad abbassare completamente le sue barriere e permettere all'amore di cambiarlo.
Eppure quando si fece spazio tra le sue braccia e la strinse più che mai capì che oramai era fottuto, non poteva farci nulla: era innamorato di quella ragazza così fastidiosa quanto meravigliosa, quella ragazza dalla faccia da dura e l'anima buona come il pane.
-Stasera devi andare lì?- domandò lei, raggimitolandosi sul divano con una tazza di cioccolata calda fra le mani con un'espressione stanca.
Il ragazzo, che proprio in quel momento stava tornando dalla cucina a petto nudo, si sedette di fianco a lei e annuì. Le poggió il braccio sulla spalla e la strinse a sè subito dopo averla sentita sbuffare.
-Ho elaborato una teoria sul tuo lavoro, Lucifer- cominciò a parlare Mag, dopo qualche minuto di silenzio, con fare intellettuale.
Luke ridacchiò, -esponimela allora, questa tua teoria-.
-Bene- annuì lei in sfida, -sono convinta che tu ogni sera faccia a botte con qualcuno ed, ovviamente, vinci dei soldi ogni volta che batti il tuo avversario-.
Sapeva di aver centrato il punto, anche se la sua spiegazione era stata abbastanza superficiale.
Le ferite che spesso si presentavano sulla pelle del ragazzo, le mazzette di soldi che ogni volta portava a casa: erano tutti indizi per la ragazza, che oramai si sentiva un detective.
-Complimenti, la tua teoria si avvicina davvero tanto alla verità- si complimentò il biondo, che decise che oramai era arrivato il momento di raccontarle cosa accadeva da un bel po' nella sua vita.
-Ho bisogno di sapere di più- implorò lei, facendo il labbruccio a Luke.
-Va bene-.
Magdaleine aggrottò le sopracciglia, -cosa? di già?-.
Il biondo di limitò a scrollare le spalle - comportamento che faceva sempre innervosire la ragazza - per poi cominciare a raccontare.
-Io e mia mamma non ci troviamo in una situazione economica tanto buona, lo sai, da quando mio padre se ne è andato- disse, guardandola negli occhi in cerca di una risposta che venne quasi subito. Lo sguardo della ragazza era attento, le palpebre ben aperte e la schiena dritta. Era contenta del fatto che Luke si stesse aprendo finalmente a lei, aveva aspettato per così tanto tempo che non ci stava nemmeno più sperando.
-Ecco, in quel periodo io e Calum frequentavamo un gruppo di ragazzi che avevano molte conoscenze e, quando seppero che io ero in cerca di un lavoro, mi portarono in questo locale. Mi accolse quasi subito un ragazzo di nome Steffan; era inquietante il modo in cui mi guardava, credevo volesse saltarmi addosso da un momento all'altro- si permise di scherzare, -In verità, pensavo mi avessero trovato un posto da cameriere, ma quando mi hanno portato dietro quella maledetta porta rossa tutto nella mia mente è completamente cambiato. Da quel giorno ho cominciato a lottare con una persona diversa ogni sera, scoprendo anche di essere abbastanza bravo. E così diventai soggetto delle scommesse di tutti quei vecchi signori, che pagavano soldi su soldi per ricevere anche solo un terzo in più a quelli che avevano speso. Ero un completo disastro in un inferno di vita; ero disposto a mettermi in gioco fino a quel punto solo per portare dei soldi a casa per pagare il pranzo. Non so se intendi; è come se la mia vita fosse migliorata e peggiorata nello stesso momento, è difficile da spiegare. Vorrei tanto smettere una volta per tutte, ma non troverei mai un lavoro che mi paghi così tanto: ho davvero bisogno di quei soldi-.
Mag non era scioccata, solo un po' scossa: la sua bocca leggermente spalancata e gli occhi sgranati potevano esprimere appieno le sue emozioni. Luke era un uomo così forte e... non aveva parole. Aveva fatto tutto questo per sua mamma e per mettere ogni cosa al suo posto nella vita scombussolata che doveva vivere, era una persona meravigliosa.
Ogni giorno che passava si rendeva conto del fatto che era così fortunata ad avere quel ragazzo al suo fianco.
Il biondo aspettò che lei parlasse ma, quando si accorse che la ragazza non si decideva a parlare, disse le ultime parole che voleva dirle già da un po'.
-In un certo senso anche tu mi hai aiutato, quindi grazie, Magdaleine-.
La ragazza, oramai sull'orlo delle lacrime, lo abbracciò forte, -non hai bisogno di ringraziarmi, tutto ciò che ho fatto, tutte le parole che ho detto, è tutto voluto da me stessa-, singhiozzò, -anche tu mi hai salvata, Luke-.
Il ragazzo si staccò lentamente, guardandola negli occhi. Voleva dirglielo; lui l'amava, l'amava da morire. Nonostante tutti i suoi difetti, nonostante fosse così complicata e fastidiosa, lui l'amava e non poteva farci nulla.
Le sfiorò appena le labbra e lei si aggrappó subito a lui, baciandolo profondamente.
-Ti va di diventare ufficialmente la mia ragazza?- sussurrò piano, inondando la ragazza di brividi.
-Sì, Lucifer- ammiccò lei, ritornando alle morbide labbra rosee del ragazzo dalle iridi azzurre.
Le lingue che si inseguivano e i cuori che battevano all'unisono, Luke pensò che nulla poteva essere rovinato in quel momento.
Evidentemente si sbagliò di grosso quando il campanello venne suonato insistemente.
Magdaleine lo guardò sorridente, completamente ignara di ció che stava per succedere da lì a poco, -vado ad aprire io, tu intanto metti una maglia-.
Corse verso la porta al settimo cielo e con un sorriso capace di illuminare il pianeta intero. Aprì la porta e la sua espressione cambiò completamente quando vide due uomini in uniforme.
-Cerchiamo Luke Hemmings, è qui?- parlò il più alto.
-S-sì, cosa volete da lui?- mormorò impaurita, con la voce tremante.
-Cosa sta succedendo qui?- apparve Luke dal corridoio con una maglia a ricoprirgli il petto e le sopracciglia corrugate.
-La dichiaro in arresto per aver partecipato a scommesse clandestine, signorino Hemmings-.
Un vuoto allo stomaco di Luke ed un battito mancato per Magdaleine.
L'uomo barbuto si avvicinò al biondo mettendogli delle manette, fermandogli le mani dietro la schiena. La sua espressione era consapevole e amara; perchè era successo proprio quando tutto stava andando bene?
-Cosa?- l'urlo di Magdaleine irruppe nell'aria, facendo gelare il sangue a tutte le persone presenti.
Era davvero la fine?

Baby, fix your eyes and get up
get up while you can.

Lucifer. // Luke Hemmings.Where stories live. Discover now