Capitolo 12

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NB: la storia non è mia, ma di due autrici (a una delle quali è dedicato il prologo).


Esco dalla scuola, e mi avvio verso il campo tra gli schiamazzi dei ragazzi. Alzo lo sguardo sugli spalti, notando qualcuno sbracciare nella mia direzione. Oh no.

Sorrido, avviandomi verso la ragazza a grandi passi. Mi siedo accanto alla mora, salutandola.

- Come mai qui? - mi chiede, mostrandomi il suo pacchetto di sigarette.

Nego all'offerta della ragazza, stringendomi nella felpa. - Non sapevo che fare e mi avevano accennato a questi provini - i miei occhi cadono sul campo pieno di ragazzi intenti a fare riscaldamento.

- Oh - dice solamente, capendo le mie intenzioni di non proferire parola.

- Tu invece? - guardo la ragazza, che nel frattempo si è accesa una sigaretta.

Indica qualcuno poco più avanti di noi. - Lo vedi quello? -

Liam

- Non me l'ha ancora dato - dice tranquillamente.

- E quindi? - chiedo confusa.

- Devo capire se ha qualche problema con il suo orientamento sessuale o se sono io il suo problema! - Ripercorro la prima fila degli scalini notando il ragazzo ridere con delle matricole.

- Non penso abbia dei problemi in campo di sesso - l'avverto. Sembra così spigliato con le ragazze.

- Allora vuol dire che il suo problema sono io. Devo capirci qualcosa - dice, per poi buttare del fumo dalla bocca.

Rialzo lo sguardo sul campo quando un fischietto attira la mia attenzione.

- Forza ragazzi - li incita il mister.

Formano due file, quelli con la divisa di blu di fronte a quelli vestiti di rosso. Indossano il casco di protezione e l'uniforme di protezione.

Ho sempre odiato gli sport così violenti, e pensare che se dovessi passare ai provini, dovrei tifare per loro anche.

La ragazza accanto a me accavalla le gambe quando la partita inizia.

I miei occhi vagano sul campo nella ricerca di una persona. Voglio vedere solo come se la cava.

Il pubblico si alza in piedi quando uno vestito di rosso segna.

Si rimettono nella posizione iniziale, e quando uno caccia un urlo, ripartono a correre. Due si scontrano violentemente.

- Ugh - mormora il pubblico, compresa me, immaginando il dolore.

Uno dei due giocatori si mette a cavalcioni sull'altro cominciando a rilasciare dei pugni. Quasi tutti ci alziamo preoccupati: perché quella violenza adesso? E' solo un gioco.

Mi metto le mani davanti la bocca quando quello che stava sopra si toglie il casco. Zayn ...

Il coach lo sposta, spingendolo fuori dal campo mentre continua a dirgli qualcosa all'orecchio.

Il ragazzo ha lo sguardo basso, poi decide di sedersi sulla panca a bordo campo e finire di guardare la partita da lì. Non lo credevo così. Ho anche litigato con Harry per difenderlo, invece alla fine aveva ragione il riccio; ho fatto bene a credergli alla fine.

Dopo nemmeno mezz'oretta il fischietto annuncia la fine della partita.

- Ci vediamo a cena? - chiedo in modo sbrigativo ad Olly.

She's not afraid || Zayn MalikWhere stories live. Discover now