Capitolo 2

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Qualcuno bussa alla porta della mia momentanea stanza.

- Avanti - dico, alzando lo sguardo dal libro di francese.

- Ehi, scusa - Harry richiude la porta alle sue spalle. - Già il primo giorno ti hanno lasciato compiti? - chiede disorientato.

Sorrido richiudendo il libro, lo poggio sulla scrivania e mi rimetto sul letto, indicandogli di sedersi vicino a me.

- No, è solo che amo questa lingua e mi porto avanti col programma - mi fissa stranito, poi prende posizione sul letto.

- Okay - passa qualche minuto in silenzio, guardandosi intorno. - Allora, ti piacciono i miei amici? - mi chiede poi.

Sorrido, giocando col filo del piumone.

- Beh, sì ... sono tutti simpatici, e poi Eleanor è una grande chiacchierona, mi farà concorrenza - scherzo, facendolo sorridere.

- E' una tipa un po' strana, ma apposto - mi consola lui.

- Lo so, in un'ora mi ha praticamente raccontato tutta la sua vita - ridiamo insieme. - Sapevi della cotta che ha per Louis? - Harry sbarra gli occhi.

Deduco dal suo sguardo confuso che non sapesse nulla, ed io ho appena fatto un'enorme cavolata.

- Oh cielo, non dirlo ad Eleanor e, soprattutto, non dirlo a Louis - mi passo le mani sul viso. L'ho fatta grossa.

- Okay, sarà il nostro piccolo segreto - mi consola lui, accarezzandomi un braccio.

Tolgo le mani dal mio viso e lo fisso, forse perdendomi a guardare le varie sfumature dei suoi occhi. Quasi ti incanti a guardarli.

- E la scuola come ti sembra? - chiede poi, interrompendo di nuovo quel silenzio assordante.

Sospiro - E' proprio bella, grande, spaziosa, ed ha tutto il necessario - penso a quello che ho potuto vedere quella mattina. - E' tutta colorata, piena di quadri, ci sono le divise, gli strumenti ... - faccio una pausa. - Nella mia ex scuola mancava perfino la carta igienica - si lascia andare ad una fragorosa risata. - E' vero - lo canzono, sorridendo anche io.

- Comunque ... - si riprende un attimo - domani abbiamo assemblea, quindi non avremo pomeriggio. Ogni anno quelli del quinto sono incaricati di mostrare la scuola a quelli del primo, di spiegare le regole, di far andare questi nuovi ragazzi su una ... - lo interrompo, bruscamente.

- Perchè oggi hai risposto a Lily in quel modo? - chiedo senza rifletterci.

Inarca le sopracciglia, poi abbassa lo sguardo e sembra aver capito.

- Nessuno sa il vero motivo del mio trasferimento qui. Nessuno sa il lavoro di mia madre, nessuno deve sapere che tu stai sotto la custodia di mia madre perché, grazie al tuo aiuto, hanno preso quel ragazzo - dice tutto d'un fiato.

Resto in silenzio per qualche secondo.

- Oh - rialza lo sguardo, incastrando i suoi occhi nei miei. - Non lo sapevo e adesso è tutto più chiaro - dico, e lui riabbassa lo sguardo. - Mi dispiace - incrocio le gambe sul letto, prendendo a giocare col cellulare, facendolo girare su se stesso.

- Per cosa? - dice confuso lui.

Non alzo nemmeno lo sguardo, non ho motivo di notare ancora la sua tristezza negli occhi. E' una cosa che ho imparato stando a contatto con persone più grandi di me, con persone che hanno ancora certi valori.

She's not afraid || Zayn MalikWhere stories live. Discover now