Capitolo 19

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Poco dopo ci incamminiamo per il viale più lussuoso della città, in cui tra tutte le marche più importanti ci sono dei ristoranti molto carini, di lusso e...costosi, molti costosi.
Ci sono veramente tanti bei negozi. Non avevo mai visto questa parte di Laguna penso che ci verrò molto spesso adesso che so che esiste la via dei miei sogni. Secondo me ci dovrebbe essere un viale così per ogni paese o città.
"Tutto bene?" Mi domanda all'improvviso il bel faccino che ho di fianco.
"Certo" sfoggio il più bel sorriso,"mi piace molto questo posto, insomma adoro questi negozi e questi ristoranti"
"Se vuoi un giorno possiamo venire a fare shopping qua" propone lui.
"Lo avevo dato già per scontato" rispondo io certa e fiera delle mie parole.
"Hai dato per scontato il fatto che io vengo con te a fare shopping?" Dice subito lui con parole piene di sarcasmo.
Stupida sapevo che non dovevo dire niente.
"No c'e... Non intendevo... Insomma..... Non dicevo questo!"
"E cosa dicevi?" Continua lui.
"Davo solo per scontato il fatto che IO verrò sicuramente ancora qua dato che adesso so che esiste un viale così".
"Ahn ecco" risponde lui è continua a camminare guardando davanti.
Scusa? Ah ecco? E adesso fa anche l'incazzato? Cosa ho detto di così catastrofico? In fin dei conti è stato lui a proporre di venire un giorno qua INSIEME  a fare compere, non lo ho proposto io.
Senza neanche accorgermene mi sono fermata e ho lasciato continuare lui per la sua strada. Lui si è anche girato e con tanto di smorfia mi ha detto "che c'è?"che c'è? me lo sta chiedendo veramente?
"C'è che non mi sembra di aver detto chissà che cosa per la quale tu ti debba incazzare così, in fin dei conti sei tu che hai proposto di venire qua insieme a far shopping"
In poco tempo mi è praticamente davanti.
"Ei... piccola... Stavo scherzando non serve che te la prendi in questo modo" e mi da un piccolo bacetto sul naso. Già quando mi chiama piccola mi parte un battito, poi anche il bacetto. Come si fa a resistere a questo ragazzo mi spiegate?
"O anche si, dato che mi piace quando ti innervosisci" continua facendomi sciogliere.
Okay sono arrivata alla conclusione che questo fottuto ragazzo crea dipendenza, troppa dipendenza.
Non so cosa dire. Mi ha ucciso. Troppe emozioni. Il mio cuore a mille. Non riesce a smettere. Ho perfino i brividi. E lui è ancora davanti a me.
"Lo so che lascio le ragazze senza parole ma non mi aspettavo di lasciare anche te senza parole e per di più rossa come un peperone" e si mette a ridere.
Rossa? No non posso essere rossa? Insomma non mi sento calda! Anzi ho freddo. È estate e ho freddo. Mi nascondo per non farmi ridere in faccia da questo cretino che si diverte con poco.
"Non è vero, non sono rossa e non mi hai lasciato senza parole, come vedi sto parlando e so gestire le emozioni" dico sicura di me stessa anche se so che proprio sicura non lo sono.
"Ah si sai gestire le tue emozioni?" Perché mi deve sempre mettere alla prova? E poi sono io la ragazza incomprensibile.
"Certo"
"allora non ti darà fastidio se..." E mi inizia a baciare lentamente il collo. Piano piano. Bacio dopo bacio. Tortura dopo tortura.
Ci sa fare, eccome se ci sa fare!
Io non ci vedo più. Penso di essere un peso morto. Penso di non riuscire nemmeno a tenermi in piedi. Ho le gambe che stanno cedendo. Tra poco cado. Non mi reggo in piedi. Sento solo calore.
'E fu così che il freddo se ne andò seguito da un'ondata di passione ribelle'
Che poetessa.
Piano piano inizia a salire fino a raggiungere il lato della mia bocca, continuando la tortura. Come fa a farsi desiderare così tanto?
Appena raggiunge l'angolo della bocca non ce la faccio più.
Prendo io il controllo ma lui mi ferma...quanto lo odio.
"Il tuo cuore batteva a mille... si vede come sai gestire le emozioni" dice lui con un ghigno sulla bocca. Che bastardo. Fottuto bastardo ma quanto ha ragione. Il mio cuore batteva a mille perchè era lui a farmelo battere in quel modo.
Io so gestire le emozioni, le ho sempre gestite, con tutti.
Tranne che con lui. Non ci riesco.
Io non so quali possano essere i miei problemi ma è più forte di me. Giuro.
Dopo di che non si preoccupa della mia risposta ma semplicemente mi prende per mano e mi conduce in uno dei ristoranti che contornano la via. Fantastico non ho nemmeno un soldo.
Entriamo in questo bellissimo ristorante con le tovaglie drappeggiate. Tutto è così elegante che mi sento un pesce fuor d'acqua. Se me lo diceva avrei potuto mettermi qualcosa di più elegante. Magari un paio di scarpe con il tacco.
L'unica cosa che so è che non posso lamentarmi perché sono in un bellissimo posto con la persona che purtroppo preferisco fra tutte. Si purtroppo perché non so cosa pensi lui di me. A me lui piace ma penso sia evidente. È così attraente e poi questo suo modo di fare mi manda fuori di testa.
Lui... Boh. Non penso di piacergli. Sono solo una delle tante. In fondo lui può avere tutte le ragazze che vuole solo sorridendo.
"Ditemi signori dove volete accomodarvi? Dentro o fuori?" Una signorina dall'aspetto giovanile che indossa un paio di pantaloni a sigaretta neri e una camicia con una rosa nel taschino ci domanda dove preferiamo sederci.
"Fuori ovviamente" risponde Tay e la signorina ci conduce all'esterno di una grande vetrata dove si intravede il mare. Appena esco resto meravigliata dalla bellissima vista. La terrazza si affaccia al mare e si vedono gli scogli, i gabbiani, il sole che tramonta, tutto troppo surreale per essere vero. Sembra una storia d'amore che in realtà non sarà mai.
Ci accomodiamo ad un tavolo.
"Allora ti piace?" Mi sorride Taylor.
"È ovvio che mi piace. Stupendo è dir poco" ancora non ci posso credere. Non penso di aver mai visto una vista così stupenda.
"Sono contento che ti piaccia, è il ristorante preferito anche di mia madre" aggiunge lui guardando la vista.
"Tay però io non ho soldi, non pensavo di andar fuori a mangiare...."
"Perché a cosa ti servono i soldi?"
"A pagare la cena?" Dico io con un espressione ovvia.
"Aahahahh ma figurati " dice lui sorridendo. E io naturalmente, non riesco a ribattere ma mi limito ad abbassare lo sguardo.
Mangiamo con serenità discutendo della scuola e dei nostri amici, perfino di Cristen. Mi ha detto che è una bella ragazza e che è sempre disposta a tutto, molto accondiscendente. Io avrei aggiunto che lo è con lui e basta e solo perché è figo, ma ho lasciato stare i dettagli. Ha solo parlato bene di Cristen e questo mi ha fatto venire su il nervoso. Cosa la hai mollata a fare allora se non hai nulla di cui lamentarti?
Ma siccome non ero molto intenta ad ascoltare realmente ma solo a fare finta di capire mentre invece stavo guardando i suoi occhi, i suoi capelli, il suo sorriso, quanto bello è, non ho avuto l'occasione di commentare ciò che diceva. Mi sono resa realmente conto della discussione solo mezz'ora dopo che avevamo cambiato discorso.
Fantastico direi, per fortuna non mi ha fatto domande.
Ho mangiato benissimo e ovviamente il conto lo ha pagato lui anche perché non avendo nemmeno un soldo avrei dovuto rimanere in cucina a lavare piatti per giorni, anzi per mesi.
Non so cosa abbiamo speso e non penso che me lo dica quindi non mi pongo neanche il problema di chiederglielo.
Appena raggiungiamo la spiaggia lui si distende sulla sabbia.
Guarda il mare, il tramonto, l'infinito.
Io mi limito a sedermi di fianco a lui.
Sembra assente.
"Che bene che si sta, il mare, il tramonto, sembra come se le cose brutte non esistessero, sembra un mondo fatto solo di serenità e gioia. Un mondo che purtroppo non esiste" e continua a guardare l'infinito. Oltre quel grande oceano, oltre quella grande massa d'acqua che costeggia la spiaggia, che costeggia noi.
Senza nemmeno volerlo mi stendo accanto a lui e appoggio la testa sulla sua spalla.
"La vita non va mai come si vuole, non esiste una vita senza problemi, senza difficoltà perché lei stessa ci vuole mettere alla prova, vuole farci superare i pericoli, ci pone ostacoli insaltabili.
Ci pone domande a cui non sappiamo trovare la risposta, ma è così che deve andare, noi dobbiamo andare avanti, dobbiamo colmare quel vuoto che spesso molte persone ci lasciano, dobbiamo convincerci di essere forti anche se forti non lo siamo nemmeno.
Siamo uomini, semplici, difficili, malsani, strani, fragili, deboli, ma spesso forti allo stesso tempo, ribelli, decisi, coraggiosi.
Ognuno vive la vita a modo suo e chi supera al meglio le difficoltà la volta dopo saprà superare ogni caduta, saprà rialzarsi, e andare avanti senza guardarsi indietro perché il passato non fa parte del presente e nemmeno del futuro" una lacrima mi scende dal volto ma una mano forte e tremante allo stesso tempo la coglie prima che cada per terra, sulla calda sabbia della sera.
"Non intendevo farti piangere" e mi da un bacino semplice sulla fronte.
"Scusami so che anche tu hai un avuto un'infanzia difficile e tutto ciò che hai adesso è frutto di ciò che ti sei costruita senza la presenta di due persone fondamentali nella vita di ognuno, scusami, mi dispiace ancora"è detto ciò mi abbraccia forte come nessuno ha mai fatto. Quanto adoro i suoi abbracci, i suoi semplici baci. Quanto adoro lui.
"Perché lo fai?" Mi scappa questa domanda esistenziale. Inopportuna al momento ma è uscita così.
Lui mi guarda con un punto di domanda negli occhi e poi risponde con semplicità continuando a guardare il mare.
"Perché tu sei speciale Allison, tu sei una ragazza così semplice e umile, questo non vuol dire che tu sia una buona ragazza eh, ma sei te stessa e mi fai venir voglia di diventare una persona migliore, una persona buona e apprensiva, cosa che non sono mai stato. Mi viene più facile fare il cattivo ragazzo. Fare il ragazzo complicato e menefreghista. Ma spesso non sono così. Amo le persone che mi amano allo stesso tempo. Anche io ho dei sentimenti. Anche io soffro, e anche io amo. Si forse non ho mai amato seriamente nessuno. Nessuno mi ha dato la condizione di poterlo fare. Nemmeno i miei genitori. Hanno sempre voluto un figlio diverso. Una bambino bravo a scuola. Un bambino educato. Si io ero educato all'apparenza ma me ne fregavo di tutto e di tutti. Poi ho iniziato a crescere e a fregarmene di ciò che pensava la gente di me, di ciò che pensavano i miei genitori, fino a quando mio papà non se ne è andato. Ci ha lasciato, me, mia mamma, Carol e Charlotte. Charlotte è cresciuta senza una padre, solo perché un uomo non aveva le palle di accudire tre figli. Ci ha lasciati. Da allora ho dovuto prendermi io cura della mia famiglia. Loro sono tutto ciò che ho. Voglio un bene dell'anima a tutte e tre però come ripeto non le amo. Non riesco ad amare nessuno. Però te, te Allison sei così diversa, sei un libro aperto, ogni pagina è una parte diversa di te. Tu ispiri ragazza e tanto anche" dopo questo discorso mi sono commossa di nuovo. Non mi aveva mai parlato della sua famiglia. Non sapevo che suo papà gli aveva abbandonati e mi si stringe il cuore solo a pensarci.
"Mi dispiace così tanto Taylor" e mi stringo di più a lui annusando il suo buonissimo profumo.
Ci addormentiamo la, sulla sabbia, avvinghiati l'un l'altro.

IO E IL MIO FANTASTICO CASINO [in revisione]Where stories live. Discover now