Epilogo

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A Liam, perché averti nella mia vita mi rende una persona migliore.

*

Il fiore si nasconde nell'erba, ma il vento sparge il suo profumo.

(Tagore)

*

Bradford, 18 anni dopo.

Il vento leggero scompiglia i vestiti colorati dei presenti, alcune donne cercando di tenere le proprie gonne ferme mentre con una mano stringono un piccolo libricino bianco. Mi sporgo in avanti per riuscire a osservare meglio la folla di persone che ha invaso il giardino, camminano sull'erba alla ricerca del tavolo a loro assegnato, ridono e scherzano e il mio cuore batte all'impazzata. Sono tutti felici, dopo una cerimonia emozionante e commovente ora ridono tutti. Metto le mani nelle tasche dei pantaloni grigi, la giacca ormai abbandonata su una sedia che riesco a vedere da quassù.

Prendo un bel respiro e decido di tornare di sotto con tutti per non perdermi il loro arrivo, sistemo il gilet e la cravatta, passo la mano sul viso ormai segnato dall'età guardandomi per qualche minuto allo specchio. I capelli un po' brizzolati e le rughe in viso mi fanno sorridere, ripenso ai tempi andati e a come tutto nel corso degli anni sia cambiato. Mi do uno schiaffetto in faccia e mi dirigo verso l'uscita del bagno rischiando quasi di finire sul pavimento quando dall'esterno qualcuno spalanca la porta.

– Oddio Lee, scusa! – dice facendo un passo indietro spaventato. Scuoto la testa e lo guardo in volto, com'è possibile che per lui gli anni non sembrano essere passati? Gli stessi tratti ben marcati, i capelli ormai brizzolati e gli occhi dello stesso oro liquido di quando l'ho incontrato la prima volta.

– Tranquillo Zay – rispondo sorridendo. Ricambia il sorriso aprendo il rubinetto dell'acqua per bagnarsi un po' il viso – C'è un caldo tremendo – si lamenta e io mi ritrovo ad annuire e a fermarmi per aspettarlo. Si asciuga velocemente e dopo essersi sistemato la camicia mi segue fuori. Scendiamo le scale senza parlare, ognuno perso nei propri pensieri. Mi tornano in mente stralci di vita, momenti magici che porterò con me per sempre, dai primi passi di Allie al suo primo giorno di scuola, dai primi numeri imparati alla sua laurea in matematica, fino ad arrivare ad oggi.

Quando entra nel mio campo visivo è raggiante e bellissima, per quanto possibile lo è ancora di più degli altri giorni, con quegli occhi vispi e allegri che corrono tra i tavoli, la mano stretta in quella del suo ormai marito, compagno di vita. Sono emozionati, felici e anche se qualcuno li separa per strappare un bacio di augurio tornano a cercarsi con gli occhi qualche secondo dopo.

– Se me l'avessero detto qualche anno fa gli avrei riso in faccia – sento dire alla mia destra.

Sospiro e mi lascio andare ad una piccola risata – Non dirlo a me – ribatto. Ed è la verità, non era affatto nei miei pensieri, eppure sono davanti a noi felici ed emozionati a girare in mezzo a tavoli sui quali spiccano dei fogli con i loro nomi scritti in una calligrafia elegante e dorata: "Allie Taylor Payne e Oliver Malik".

– Ti somiglia tantissimo – dico all'improvviso. Zayn si perde a guardare suo figlio sorridere nel suo abito tradizionale, i capelli sistemati perfettamente e lo sguardo liquido ed emozionato.

– Lei è tutta tua moglie invece – ribatte sorridendo poco dopo e io lo guardo scrollando le spalle – Vero – ammetto voltandomi poi verso mia figlia – E' bellissima – continuo.

Un sospiro, poi – Già – risponde con lo sguardo che vaga in giardino. Ecco, forse è questa la differenza sostanziale tra di noi, io non ho bisogno di cercarla, il mio cuore è proiettato sempre verso di lei. Giro la testa a destra e sorrido quando, dopo essersi liberata di uno dei tanti parenti giunti dall'Irlanda, lei alza lo sguardo verso di me.

The most beautiful flower | Liam PayneWhere stories live. Discover now