Chapter XXII

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Sembra sempre impossibile fino a quando non viene fatto.
(Nelson Mandela)

*

Londra mi ha sempre affascinato nei racconti delle persone che ci sono state, nelle descrizioni di un libro o nelle scene di un film ma Londra dal vivo è tutta un'altra storia, si respira una magia che non può essere raccontata, può essere solo vissuta in prima persona.

Cammino a passo spedito facendo risuonare il piccolo tacco degli stivaletti sull'asfalto bagnato mentre il cielo minaccia un temporale imminente. Sento le prime gocce infrangersi contro la stoffa del mio cappotto e faccio giusto in tempo ad attraversare le porte del Pan Peninsula prima che la pioggia rinfreschi ancora una volta la città.

Richiamo l'ascensore e sorrido quando alcuni uomini escono per lasciarmi il posto. Mi sistemo i capelli guardandomi allo specchio e aggiusto la sciarpa distrattamente arrotolata intorno al collo.

Non mi sembra vero di essere in questo posto, di aver preso in mano la mia vita e averla stravolta in questo modo, di essere a Londra, di gestire una delle librerie più in voga della città e di vivere in un posto del genere.

Se chiudo gli occhi mi sembra che questo anno sia volato, tra discussioni con i miei genitori, traslochi, nuove amicizie e Liam. Costantemente e solo Liam. Liam appena sveglio, prima di mangiare, in un abbraccio, in una telefonata, a letto, prima di dormire. Sempre Liam.

Alcune volte cambiare fa paura, spaventa così tanto che fino all'ultimo minuto siamo indecisi su cosa fare ma i cambiamenti spesso sono la cosa migliore che può capitarci nella vita perché ci insegnano che siamo forti abbastanza per affrontarli.

Recupero la scheda che funge da chiave per il mio, il nostro, appartamento ed esco dall'ascensore con il sorriso in volto.

- Amore? - chiamo chiudendomi la porta alle spalle. Poggio la borsa sul mobile all'entrata e lascio il cappotto nel guardaroba.

- Sono in cucina - sento la suo voce arrivarmi ovattata e cammino a passo spedito attraversando il salotto, butto un'occhiata alla vetrata che dà su una Londra grigia ma sempre viva e sorrido scorgendolo tra i fornelli. Tira fuori dal forno una teglia rischiando quasi di bruciare e io sorrido avvicinandomi con cautela - La prossima volta metti due guanti da cucina, così non rischi di bruciarti - dico lasciandogli un bacio sulle labbra.

- Lo farò capo! - dice facendomi ridere e ordinandomi di sedermi a tavola. Ubbidisco senza protestare e poggio lo sguardo sul tavolo rettangolare, troppo grande per due, accuratamente preparato in uno dei due lati corti.

Aspetto che finisca di preparare il pranzo e intanto mi perdo ad osservare il panorama.

*

- Ti ha chiesto di trasferirti a Londra e gestire una nuova libreria? - la voce di Liam arriva incredula e felice alle mie orecchie. Seduta a gambe incrociate sul letto con una felpa rubata dalla sua valigia annuisco prima di "Si, io... non me l'aspettavo proprio!" confesso mordendomi le unghie.

- E cosa hai risposto? - chiede ansioso.

- Devo parlarne con i miei ancora ma sarebbe bello, no? - rispondo un po' titubante. L'idea che lui non mi voglia a Londra si fa strada per un attimo nel mio cervello spazzata via dal suo sorriso dolcissimo sullo schermo del computer.

- Bello? Io direi straordinario, sai che ci fermeremo per un po' e l'idea di passare del tempo con te tutti i giorni mi sta già facendo battere forte il cuore - dice allegro e io mi lascio contagiare dalla sua felicità.

*

E' passato tanto tempo da quella video chiamata che mi sembra quasi di vivere in un'altra dimensione, lasciare il piccolo appartamento a Dublino è stato più difficile di quello che avevo previsto, nonostante tutto era diventata una piccola casa e racchiudeva mille ricordi ma Liam non lascia mai niente al caso, mi giro verso il salotto e riesco ad intravedere la parete accanto al divano, le nostre cartoline riempiono il muro in un ordine ben preciso.

The most beautiful flower | Liam PayneWhere stories live. Discover now