Chapter XII

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"Nessuno capita per caso nella tua vita."

Ruediger Schache 


– Mi stai dicendo che hai preso i biglietti per un concerto in un'altra nazione e che devo venire per forza con te? – le parole di Emma risuonano nella mia testa e – Si, diciamo di si – rispondo mordendomi le labbra.

– Bruxelles? E quand'è che ci sarebbe questo concerto? – chiede mia sorella.

– Ehm, dunque potrebbe esserci tra meno di dieci giorni – dico sorridendo.

– Che cosa? Ma ho gli esami all'università – risponde lei alterata.

– Certo, lo so, ma per qualche giorno, dai, vedrai Harry – cerco di convincerla.

– Io ho una vita – prova a dire.

– Avevi – la correggo ridendo.

– Ah, ma dico non ti basta che li conosci? Non puoi vederli quando ti pare? – chiede.

– Si, certo! E comunque voglio sostenerli, senza Zayn dobbiamo fargli sentire il

nostro amore – dico seria e già la immagino alzare gli occhi al cielo.

– Ok, che posti abbiamo? – dice e sembra quasi scocciata e invece so che non vede l'ora di partire.

– Prato – dico ridendo.

– Dio, alcune volte penso di odiarti, non prenderò mai la laurea di questo passo – risponde e alla fine si unisce alla mia risata.

– Lo so che mi vuoi bene – le dico.

Forse ci vuole un po' di pazienza con me e con il mio mondo di sogni e passioni ma alla fine so di poter contare su di lei.

– L'hai detto a Liam? – chiede.

– No ancora no, glielo dirò appena lo sento –.

– Sai la scaletta? Devo ripassare – dice e sento già l'eccitazione nella sua voce.

– Dai che alla fine le conosci tutte – rido.

Non può fare altro che trovarsi d'accordo con me e quando chiudo la chiamata la lascio più ansiosa che mai.

Appoggio il telefono sul tavolo e torno a buttare giù qualche parola su questa pagina bianca del mio quaderno, ci appunto sopra i pensieri e le mie idee, magari un giorno riuscirò a trovare il coraggio di pubblicare veramente qualcosa oltre alle semplici storie su internet, sospiro, mordo il tappo della penna e resto a fissare il vuoto per qualche secondo. E' difficile essere dei sognatori, alcune volte preferirei essere nata con la testa degli altri, non importarmene nulla se il lavoro che faccio mi piaccia o meno e farlo solo per portare dei soldi a casa, ma non sono così e non lo sarò mai perché vivere la vita da sognatori è assaporare la vera felicità anche se solo per pochi secondi. Sorrido e vengo distratta dal suono del citofono, mi catapulto giù perché sono sicura che sia la posta e infatti – Buongiorno – dico ansiosa. La signora mi guarda un po' stranita poi tira fuori una cartolina e mi guarda – Credo sia per lei – dice e io con un sorriso enorme e con il cuore a mille la ringrazio e torno nel mio appartamento. Salgo le scale a due a due e quando mi chiudo la porta alle spalle tremo nel guardarla. Stoccolma. La giro subito e mi batte forte il cuore nel vedere la sua grafia.

The most beautiful flower | Liam PayneWhere stories live. Discover now