Chapter XVI

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"Un bacio, per essere perfetto, deve peccare di presunzione.
Fino a credersi il primo. "


Elisabeth's POV

Muovo ritmicamente le dita sulla copertina del libro, segno il numero di copie ricevute e passo al volume successivo, sento gli occhi di Zayn seguirmi passo passo e mi agito ancora più del dovuto. E' successo di nuovo. Impongo alla mia mente di non pensare alla vicinanza delle labbra di Zayn alle mie, com'è possibile che sta succedendo tutto questo?

Stavamo solo spostando uno scatolone di libri, come ci siamo ritrovati uno sopra all'altro a terra?

Scuoto la testa e segno l'ennesimo titolo, l'ennesimo numero. Mi è impossibile perfino ignorarlo, come si fa a farlo quando i suoi occhi sono costantemente fissi su di me?

Stringo la presa sulla copertina di un best seller e dopo un po' la lancio contro di lui, si sposta di lato ma lo colpisco leggermente su un fianco – Ehi! – protesta.

– Smettila di fissarmi Zayn – sbuffo.

– Non sto facendo niente di male – si giustifica.

– Non farmi rispondere, sul serio! – dico nervosa, poi lo vedo chinarsi a raccogliere la copia del libro e avvicinarsi al bancone per lasciarla accanto alla pila formatasi.

– Fatti due domande se ti agiti così per una semplice vicinanza – dice guardandomi dritta negli occhi.

– L'unica domanda che mi faccio è perché diavolo sei ancora qui – sbotto e mi pento di averlo detto perché la sua espressione muta immediatamente, respira piano, poi recupera la sua giacca di pelle sulle scale che portano al piano di sopra e infila gli occhiali da sole.

– Zayn? – lo richiamo più calma.

Mi ignora e io esco dal bancone per raggiungerlo, gli sfioro un braccio con le dita titubante e lui si blocca – Lo sai cosa proprio non capisco Liz? Non mi vuoi eppure hai paura che io vada via – dice dandomi le spalle.

– Io... non voglio che tu vada via, non volevo dire quello che ho detto, sono solo un po' nervosa, lo sai che è passata una settimana da quando abbiamo riaperto e le cose non vanno, ci hanno praticamente rubato l'idea quegli stronzi laggiù – dico indicando con la mano la direzione in cui si trova la libreria, hanno sistemato anche loro all'interno una zona relax, dove è possibile perfino prendere un caffé e io odio tutto questo. La mia è una libreria fatta di sogni e sudore quella solo di soldi.

– Lo so – dice girandosi – Ma so anche che è una settimana che non senti Liam e una settimana che non ricevi cartoline nonostante lui sia stato in due nazioni diverse, lo so ma non devi prendertela con me, siamo caduti, basta, non farti film mentali – dice un po' duro e un po' forse me lo merito eppure faccio un passo indietro scottata dalle sue parole, sentirmi dire queste cose le rende ancora più vere, mi mordo il labbro e torno dietro il bancone, accendo lo schermo del telefono per abitudine ma non c'è assolutamente niente.

– Ha dei ritmi che tu nemmeno ti immagini, si farà sentire presto – dice sospirando.

– Non c'è bisogno che lo giustifichi o che mi consoli, hai ragione, sono nervosa anche per questo e mi dispiace se me la prendo con te – dico sincera.

Lui scuote la testa e torna a togliersi la giacca e gli occhiali – Dai, fammi vedere cosa dobbiamo fare che ti aiuto – dice raggiungendomi.

Si posiziona al mio fianco e gli spiego come catalogare i nuovi volumi e così passiamo l'ora successiva spalla a spalla a commentare titoli e copertine. Ridiamo e scherziamo, ritrovando un po' di serenità e di spensieratezza.

The most beautiful flower | Liam PayneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora