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Mi resi conto che senza di Lui il locale sembrava improvvisamente vuoto.
Lui era l'adrenalina che mi spingeva a fare ogni cosa. Dallo studiare, alla patente, alla raccolta dei suoi appunti... e ballare insieme poi, aw ... quanto era sexy. Sempre.
Era impossibile negare l'evidenza. Emiliano fisicamente era soltanto un ragazzo carino. Era soltanto, tanto, stronzo. Ma aveva quel non so che...quel qualcosa che lo rendeva unico,irresistibile. Era il carisma fatto persona. E chi lo sfiorava rimaneva letteralmente dominato dalla sua personalità.
Come potevo riuscire a tenergli testa? Erano passati pochi giorni insieme e già mi aveva tolto il sorriso.
Il sorriso. Il sonno. Il respiro. Senza di lui il mondo che mi circondava perdeva i colori.
'Ce la devi fare Tiffany. Mani nel ghiaccio e rifletti. Pensa che Emiliano si è precipitato da Roma per te e invece di mollarti ha voluto fare l'amore. E non pensare che sia stato solo sesso. Ricorda che ti ha detto all' alcatraz: mi farò perdonare amore mio..."
Ormai deliravo da sola. Io me la dicevo e me la cantavo.
L'indomani a scuola Andrea mi passò tutti i suoi appunti.
"Tiffany. Ho visto che non ci sei con la testa e ho pensato che potessero esserti utili."
Il suo sorriso era davvero magico e finalmente riuscii a rilassarmi e a partecipare alle lezioni. Trascorsi l'intervallo insieme a lui e volle sapere come stavo e come andavano le cose. Lo aggiornai sulla parte che riguardava Stefania. Non me la sentivo di raccontargli che ci ero cascata come una pera cotta con Emi.
Rientrata a casa mia madre mi disse che c'era una sorpresa per me.
Era un mazzo di rose rosse e non portava nessun biglietto, disse soltanto che erano per me....Tiffany Chanel.
In cuor mio speravo che fossero di Emi però sapevo che era un gesto impossibile da parte sua, troppo romantico, perciò passai l'intera giornata al telefono con le mie amiche facendo congetture sul possibile ammiratore.
Trascorse una settimana e tutti i giorni arrivava un mazzo di rose rosse senza nessun biglietto. Senza mittente. Mia madre mi prendeva in giro dicendomi che cominciava a essere gelosa di me.
Io invece mi sentivo la persona più triste del mondo. Da quando Emiliano era partito non si era fatto più sentire. Nessuna una telefonata. Nessun sms. Non aveva parlato con nessuno degli amici perché avevo mandato Chiara e Francesca a indagare. Anche la sospirata patente era arrivata ma non avevo voluto festeggiare con nessuno. Non c'era niente da festeggiare e non ne avevo voglia.
Mi stavo chiudendo sempre più e anche quelle rose ormai non facevano più nessun effetto.
Decisi di raggiungere gli altri alle panche per distrarmi un po' ma tutto mi parlava di lui. Guardavo le vetrine dei bar e dei negozi, erano tutte rappezzate di cuori rossi o scatoline blu o dei baci perugina e mi resi conto che venerdì sarebbe stato il 14...San Valentino. Tutto mi parlava di amore e baci, solo che quei baci si stavano allontanando da me e iniziavo a dubitare di aver sentito Emi sussurrarmi quelle parole...'Amore mio'
La mattina dopo tornata da scuola controllai se c'era il solito mazzo di fiori ma questa volta non c'era nulla. Mia madre mi guardò e mi disse "niente fiori eh".
La delusiune era così evidente? Un attimo dopo mi disse: "però e' arrivata questa busta". Notai una busta cicciona marroncina senza mittente ma... Il timbro era di Roma. Strappai la busta con ansia e quando guardai il contenuto rimasi a bocca aperta. All' interno c' erano un biglietto andata e ritorno Milano-Roma con il freccia rossa, una prenotazione per due notti( 14 e 15 febbraio) in un albergo a 4 stelle vicino alla stazione termini e una busta bianca. Mentre l'aprivo il cuore mi batteva all'impazzata.
In una calligrafia che ormai conoscevo benissimo c'era scritto: 'visto che le rose rosse non ti sono piaciute, spero che ti piacciano almeno le vacanze romane. Non farmi aspettare troppo amore.Sto impazzendo. Tuo... Sempre'.
Lanciai un urlo che mia madre saltò per aria.
Era come se in un attimo i miei sensi si stavano risvegliando tutti in una volta.
Il cervello si riossigenava e mentalmente si organizzava poi il cuore batteva forte e dovevo fermarmi a prendere fiato...Aww
Tutti i progetti, le ripicche e le incazzature in amore erano aria fritta perché al cuore non si comanda, fa tutto da solo e tu puoi solo assecondarlo per non morire dentro, si, perché anche soffrire per amore era vivere!
Un giorno. Doveva passare un giorno e sarei stata li...tra le sue braccia.
Lanciai mentalmente e poi fisicamente tutti i miei stracci preferiti nel trolley. Inutile combattere contro i mulini a vento: ero stata sua dal primo istante che l'avevo visto in quella discoteca. Lo avevo amato ancor prima di conoscerlo e ancor prima di rendermene conto. Era così che funzionavano i colpi di fulmine? Vedevi una persona e perdevi tutta la razionalità di cui ti credevi capace.
Finalmente ero sul treno che mi avrebbe portato nella città dell'amore...Soltanto tre ore mi separavano dall'Amore mio.

La Storia di Tiffany. || Emis KillaWhere stories live. Discover now