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La serata era comunque strana, forse eravamo stanchi del viaggio e dello sciare o forse dopo quel pomeriggio non avevamo troppa voglia di cazzeggio.
Nessuno ne aveva più parlato, eppure quelle parole 'il rimpianto è la solo cosa che resta'...erano ancora nell'aria.
Aspettavo la telefonata di Lorenzo che ancora non arrivava. Avrebbe dovuto dirmi verso che ora sarebbe arrivato l'indomani, in modo che potessi calcolare se andare a sciare oppure no.
Per la mattina seguente aspettavamo tutti gli altri amici perché era il 31 e prevedevamo di essere almeno una trentina solo per quella notte. Delirio,
Whatsapp non dava segni di vita e io non avevo intenzione di chiederglielo per la seconda volta. Forse era una mia impressione, ma da quando Lorenzo era partito, mi sembrava piuttosto freddo, almeno nei messaggi.
I ragazzi continuavano a farci le solite domande cretine che vanno sempre a finire lì... e io cercavo sempre di non infilarmi nei guai.
"E dai Tiffany, dicci se sarà la volta buona con Lorenzo!" domandavano scherzando.
"Ma si, è la volta buona che se non chiama, mi salta il sistema nervoso!" rispondevo.
Vedevo Emiliano che tra una risata e l'altra scriveva su un quadernetto nuovo. Aveva già riempito un po' di fogli. Ogni tanto tentavo di dare un'occhiata ma lui sorrideva e diceva:
"tempo al tempo avrai altri quadernetti da sistemare bene, ma per ora niente" e continuava a scrivere.
"Tiffany, hei, sei con noi? Rispondi." Gli altri non si davano per vinti.
Qualcuno forse stava facendo il mio nome ma io era sopra pensiero: " Tiffany, secondo te esiste l'amicizia tra un uomo e una donna?"
Rimasi a bocca aperta cercando la risposta giusta da dare.
Squillò il cellulare e mi salvò dal rispondere a quella ambigua domanda. Cazzarola quella era la domanda del secolo.
La telefonata finalmente era arrivata. Era Lorenzo che diceva che per lui era troppo complicato spostarsi da quella zona per arrivare fino da noi...che non sapeva dove mettere la macchina al sicuro in quella zona, e che un conto era tornare a Milano e un altro era attraversare tutte quelle ore da un luogo all'altro con la neve.
In quel momento persi tutta la mia classe e sparai a caso delle cattiverie inaudite.
"Ah si? E quando pensavi di dirmelo? La notte del 31? Stai tranquillo tra le braccia di mammina o qualche stronza piena di soldi come te che se la starà tirando ben bene. Vaffanculo Lorenzo, questa non me la aspettavo proprio da te. Divertiti con quelle troie delle tue amiche vip e cancella pure il mio numero. Addio". Dissi tutto in un fiato e chiusi la telefonata.
Il pensiero di trascorrere la notte di capodanno come una sfigata, senza ragazzo, mi dava un ansia ed un nervoso fuori dal normale.
Chiara corse subito da me. Evidentemente anche se mi ero appartata, avevano sentito tutto. Decisi di non farmi rovinare la serata, e presi un'altra birra, facendo uno strappo alla regola. Non ero sicura di reggere altro.
Chiudemmo tutti i giochi e caricammo al massimo il volume dello stereo.
Emi si prese subito il microfono e con il dito fece cenno a Rasta, Fede e Jary invitandoli a fare altrettanto.
"Dai facciamo un po' di prove per domani sera! un po' di freesta fra, così domani sera quando arrivano gli altri, gli spacchiamo il culo a tutti!".
La musica a manetta esortava ad alzare la voce e fare casino. Presto le risate e le battute ricominciarono e così Emi e gli altri iniziarono a fare freesta a muzzo.
"2008 sta arrivando - Emi, Rasta, Fede, e Juri spaccano i culi, non ce né per nessuno!" e via inziarono a iettarsi merda addosso...come si dice in slang.
Era incredibile come se ne uscivano con le barre, sembrava se le fossero scritte sulle mani, invece usciva tutto in pochi secondi.
Ogni tanto aprivo il cellulare e poi tornavo ad ascoltarli.
A un certo punto Emis si avvvicinò " accendi e spegni il cell, tanto sai che non ti richiamerà!" e così dicendo mi mise un dito sotto il mento e lo sollevò, costringendomi a guardarlo negli occhi.

In realtà il telefono ormai lo guardavo per riflesso, per abitudine.
Dovevo ammettere contro ogni previsione che stava diventando tutto incredibilmente fantastico.
Forse era la birra, ma mi sentivo spavalda. Tirai dentro gli altri e cominciai a ballare incrociando le dita sugli occhi e atteggiandomi come le stupende ragazze nere che vedevo nei film. Hai mai visto una nera, che fosse alta, bassa, brutta o bella ballare male? Io no! E mi sentivo così sotto i fumi della birra, mi sentivo sciolta e bravissima.
Inizia davvero a divertirmi, lasciando perdere quell'autocontrollo, che spesso mi impediva di divertirmi fino in fondo.
Nel pomeriggio avevo ritagliato dei cerchi con della carta argentata e li avevo attaccati ovunque. Ora quei dischi creavano un'effetto psichedelico sotto l'effetto delle poche luci accese e della musica a tutto volume.
Chiara e Alessio si allacciavano e baciavano ballando e George molto presto fece lo stesso. Non potei fare a meno di non pensare a quel pomeriggio in cui io avevo ballato con Emi, ma forse lo stava facendo anche lui, perché quasi subito mollò il microfono e si avvicinò e incrociò le mani con le mie per farmi ballare.
Ma quanto cazzo era bravo? Lo prendevano in giro perché era un rapper da disco...parliamone!
Io adoravo entrambe le cose e messe insieme era da sballo completo.
Fede, Jari e Rasta misero alcune playlist di rap e anche loro mollarono il microfono e continuammo la serata fino a tardi a ridere, ballare e sparare cazzate a caso.
I pensieri erano fuori dal mio corpo e anche quando decidemmo di salire in kinderheim per andare a dormire, continuavo a ridacchiare senza senso.
Buttai la roba per terra e mi infilai nel sacco a pelo così come ero, in maglietta e mutandine. Ahaha mi facevano ridere anche loro grigie con le stelline e i teschi. Troppo poco sexy eh!
Anche gli altri, troppo storditi, si spogliarono alla meglio e si buttarono così come erano.
Avevamo saltato tutti il rito della toilette.
Le due coppiette continuarono a baciarsi e io rimasi vicino ad Emi anche perché gli altri li conoscevo un po' meno.
La birra mi aveva reso sfrontata e forse mi avvicinai troppo con fare sospetto. Emiliano mi respinse e mi disse piano.
"Quando ti bacerò ancora, dovrai essere lucida e consapevole..."
Furono le ultime parole che sentii prima di cadere in un lungo sonno

La Storia di Tiffany. || Emis KillaWhere stories live. Discover now