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Mi svegliai disturbata dall'allegro vociare che arrivava dalla cucina.
Aguzzai le orecchie e mi resi conto che erano le voci dei miei amici che chiacchieravano allegramente con mia mamma.
Quando non c'era mio padre, mamma rispondeva al citofono e diceva sempre di salire. Nell'altro caso invece mi chiamava. Non perché mio padre non volesse ma solo perché loro si imbarazzavano a salire quando c'era lui.
Mi sistemai un attimo e li raggiunsi in cucina.
"Buuuu dormigliona....Ue alla buonora... alla faccia del sonnellino..." si mischiarono in un mix i loro sfottere così attaccai in difesa:
"Ue ue guardate che vi sospendo i viveri", infatti si stavano strafocando una bella fetta di pandoro e si misero subito zitti.
In quel momento mi ricordai che avremmo dovuto vederci per organizzare la festa di capodanno e mi venne l'ansia. Chissà perché la fantastica idea di organizzare una festa non era più così fantastica anzi mi metteva ansia. Troppo impegnativo e troppo lavoro per alcuni e niente per altri. Come se mi stessero leggendo nel pensiero Alessio saltò fuori dicendo:
"Tiffany, stavamo spiegando a tua mamma che c'è la possibilità di passare quattro giorni in montagna quasi a scrocco. Max sta lavorando al rifugio di suo zio e ci ha invitato a raggiungerli. Cioè dai, non è un albergo ma è uno chalet, dove gli sciatori passano al bar e al self service, solo che nella saletta sopra c'è una kinderheim .
Gli impianti alle cinque del pomeriggio chiudono e riaprono alla mattina. La sala giochi per bambini apre anche più tardi, così potremmo adattarci sulla moquette con i sacchi a pelo, lavarci nelle docce del personale e lasciare i nostri bagagli nello spogliatoio. La sera avremmo il locale tutto per noi e potremmo festeggiare il capodanno alla grande. Verrebbero anche Federico, Rasta e Jari con altri amici, ci sarebbe davvero da divertirsi."
Mi resi subito conto che al termine della frase però non aveva il viso troppo sereno, così gli chiesi :"ma?"
"Nessuno di noi ha l'auto o le gomme da neve e Lorenzo ci raggiunge direttamente là.
Rasta ha qualche posto, ma non per tutti", disse rattristato.
Ma cavoli, una volta che potevamo svoltare il capodanno alla grande, quattro gomme di merda non ce lo avrebbero impedito!
Guardai mia madre come una gattina coccolosa.
"Non guardarmi così ti avviso, lo sai che tuo padre non è molto conciliabile, non so neppure se ti lascerebbe andare da sola " e sorrise tirandosene fuori.
Ma porca paletta no! Era il capodanno che avevo sempre sognato e non potevo rimanere senza fare nulla. Presi in mano il telefono e andai nell'altra stanza. Spiegai in poche chiare parole il problema a mio padre che iniziò a sorridere e prendermi in giro.
"Così ora che sei alla frutta ricorri al tuo vecchio eh?" e continuò a chiacchierare parlando dei compiti, della maturità e degli impegni che mi aspettavano, iniziai a sbuffare poi tornai subito attenta.
"Papà non ho capito bene puoi ripetere?" chiesi di conseguenza.
"Dicevo che, tua madre ed io, faremo il sacrificio di accompagnarvi, solo perché quest'anno sei stata veramente brava a scuola e così mi sembra giusto premiarti...vedrò se all'ultimo minuto troveremo un alberghetto altrimenti torneremo dopo a riprendervi. La macchina ha fino a sei posti per cui puoi contarne quattro per voi.
"Non ci credo, non ci credo, non ci credo! Grazie Papiii! Ti adorooooo!" e tornai di corsa dai miei amici a dare la notizia. Emiliano chiese a George di fare il beat box e fece subito alcune barre in argomento, dove, mio padre era l'eroe indiscusso.
"Ma dai Emi, possibile che ne hai una per tutti!" e gli diedi un pizzicotto sul braccio. In realtà era davvero originale il modo di affrontare la vita e di reagire e colpi di barre. Era la sua unica valvola di sfogo e grazie al cielo che aveva almeno quella.
Decidemmo di scendere al baretto a festeggiare senza la mamma tra i piedi e che poi avremmo fatto i bravi per risparmiare i soldi.
Scesi al bar prendemmo carta e penna per calcolare quanti soldi a testa ci sarebbero voluti per le spese in comune tipo la benzina, i panettoni, le bottiglie di spumante e altre piccole cose.
Calcolammo anche una piccola cifra per i fuochi d'artificio. Invece i pasti e la colazione erano offerti dallo zio di Max, senza approfittarne troppo, ovvio.
Eravamo tutti esaltati. Cosa stava succedendo in questo ultimo periodo? Ora che al liceo era quasi finita avevo trovato una compagnia davvero straordinaria. I miei amici non erano tanto stronzi e neppure Emiliano preso per il verso giusto non era poi così male. I tempi di quell'antipatico ragazzo del parchetto mi sembravano lontani, anche se quell'unico bacio che ci eravamo dati, ogni tanto tornava a tormentarmi.
Fantasticavo per questa notte di capodanno che avremmo trascorso tutti insieme. Tutti insieme o perché c'era Emiliano? Una vocina si inserì nei miei pensieri facendomi ammettere che, si forse era davvero speciale il fatto che Emi sarebbe stato dei nostri. Era un pensiero trasparente e sottile che avrei tenuto per me senza farmene accorgere da nessuno, fino a che non avessi capito bene l'origine e fino a che non avessi rivisto Lore per capire se erano dovuti a questo periodo particolare di feste collettive e di lontananza. Misi da parte i miei pensieri e tornai con loro.
Anche Chiara era al settimo cielo e iniziammo subito a fare una lista di indumenti minimi da portare nello zaino. Non era un abbigliamento semplice e snello quello per la montagna ma avremmo organizzato tutto per bene, anche perché Max aveva detto che non c'erano problemi di spazio ma restava il problema dello spazio in auto.
"A costo di fare il capodanno in mutande nulla impedirà di partire per questa avventura" dissi ad altra voce scherzando e tutti in coro risposero : "ci puoi giurare!"

La Storia di Tiffany. || Emis KillaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora