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Il Ristorante è una specie di self service, la differenza è che cucinano al momento i piatti che scegli.

Essendo una golosona, avevo fatto molta leva sul mio self control evitando di riempire il vassoio di pasticcini e avevo optato per un piatto semplice.

Emiliano mi guardava divertito mentre metteva sul vassoio di tutto e di più, quando arrivammo alla cassa, mi mandò a cercare i bicchieri che avevo dimenticato e aggiunse sui nostri vassoi due coppe di macedonia e due fette di torta al cioccolato.

Andammo a sederci vicino alle vetrine.

Mi è sempre piaciuto osservare le persone attraverso i vetri e cercare di immaginare una storia per ognuno di loro.

Per alcuni minuti ci concentrammo sul cibo, era come se stessimo misurando le parole per paura di rovinare tutto.

"Finalmente quest'anno uscirai dal liceo. Secchiona! Io non ho mai sopportato i miei compagni delle superiori, erano tutti leccaculo soltanto capaci a immanicarsi le grazie dei prof. Non sono uno che ha mai tenuto la lingua a freno e non gliele mandavo certo a dire, così a un certo punto ho mollato tutto perché non sopportavo più nessuno....e forse, nessuno sopportava più me", concluse con uno sguardo un po' intristito.

"Dai non può essere stato così terribile!" risposi scherzando.

Emiliano non rispose, riempì i bicchieri con l'acqua e mi propose un brindisi.

"Questo giorno sarà la mia vigilia di Natale...non potevo immaginare di trascorrerla in modo migliore...Cin Cin" e così dicendo appoggiò il suo bicchiere al mio facendolo tintinnare e guardandomi diritto negli occhi.

Lo guardai anch'io. I nostri occhi erano calamitati e nessuno dei due osava staccare lo sguardo, tantomeno parlare.

Dischiusi le labbra per parlare, non riuscivo a pensare a nulla di intelligente da dire, e restai in silenzio catturata dal suo sguardo, era come se Emiliano mi stesse studiando, ma non capivo cosa si aspettasse da me.

L'atmosfera era calorosa, tutta illuminata ma tra noi c'era un'elettricità pazzesca, non volevo pensare cosa sarebbe potuto succedere se fossimo stati altrove...

Rompendo quel silenzio che si stava facendo imbarazzante, inaspettatamente mi disse:

"Senti Tiffany, mi spiace per quel pomeriggio al parco, non volevo farti stare male e non mi aspettavo una reazione cosi da parte tua, lo so, a volte sono insensibile però ... non mi dispiace di averti baciato, lo rifarei ancora.
Il punto è che ho rovinato tutto...ma proprio tutto e ormai è tardi".

La vibrazione del suo cellulare ci riportò alla realtà e le sue parole si persero insieme alle musiche natalizie.

Ovviamente al telefono era Stefania e sia lo sguardo, che il tono di Emiliano avevano perso il calore; la sua voce era tornata stridula e insofferente come molto spesso mi era capitato di sentire.

Anche se si erano lasciati, non era cambiato nulla, lei esercitava ancora un forte potere su Emiliano e io ero felicemente fidanzata con Lorenzo.

Un improvviso senso di tristezza mi invase e tutti quei colori che un attimo prima avevano reso tutto magico si spensero e mi ritrovai gli occhi pieni di lacrime.

Mi alzai prima che Emiliano potesse rendersi conto e scappai fuori. Iniziai a correre e non mi fermai fino a che non mi sentii al sicuro sul tram.

Per riflesso controllai il cellulare.

C'erano tanti messaggini carini di Lorenzo e infine uno, di Emiliano.

Avevo cancellato il numero ma chissà perché lo riconoscevo a memoria.

" Tiffany, è la seconda volta che scappi ma non potrai fuggire per sempre ..."

La Storia di Tiffany. || Emis KillaWhere stories live. Discover now