Capitolo 18

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"Vieni con me, che adesso tutto questo mi parla di te."

Capitolo 18

"No, aspetta..." lo supplico poggiando una mano sul suo petto.

Una strana sensazione mi pervade il corpo...senso di colpa?
Mah, non saprei definirla, é cosí fastidiosa...

Lui mi guarda confuso, cercando una risposta. "Cosa c'è, non ti piaccio più?" chiede accarezzandomi la guancia con dolcezza.

"Non è quello, solo che..." ...solo che mi sento una merda per averti baciato quando io, non provo la stessa cosa.

"Si tratta di quel ragazzo." esordisce lui sbuffando e sedendosi sul letto, lasciandomi in piedi di fronte.

"Io..." cerco di ribattere. Ma ha ragione.

Non smetto di pensare a Ryan. Per quanto mi sia impossibile amarlo, vedo lui in Adam. Sembra che io stia diventando pazza. Per un momento, avrei giurato di aver visto quei due smeraldi, al posto dei comuni pozzi color castano...

"Va bene, non fa niente..." dice a denti stretti, contenendo le sue emozioni. Le sue parole escono quasi come un sussurro, ma riesco a sentire un filo di amarezza e rimprovero...

Cazzo.
Cosa sto combinando?!
Giocare con i sentimenti, ecco come si chiama.
Proprio quello di cui avevo paura che Ryan facesse a me.
Ed eccomi quì, a farlo ad un mio carissimo amico.
Ma non ci sto giocando, non volevo illuderlo è solo che...lui, sempre e solo quel fottuto lui, lo vedo in ogni persona.

Lo scruto attentamente, finché non vedo le sue mani, strette in due pugni.

Mi blocco.
Non so cosa dire.
Non l'ho mai visto cosí.

"Mi dispiace." sussurro, non aggiungendo altro.

Lui alza lo sguardo. "Okay."

Okay? Sarà meglio lasciar stare...

"Dove le hanno trovato il tumore?" domando cambiando argomento, ma sapendo di toccare un tasto dolente per entrambi.

"Al ginocchio..." risponde aprendo le gambe e prendendosi i capelli tra le dita.

Mi avvicino e gli accarezzo lentamente la spalla, come in segno di conforto. "Andrà tutto bene." lo rassicuro.

Non voglio piangere, ha bisogno di me.
Ma devo farlo...Non ora, ma devo urgentemente farlo.

"No, non andrà tutto bene..." ribatte con voce spezzata.

Lei c'é la fará, vero? Lei deve farcela.
Mi devo calmare.
Le lacrime, indiero. ORA.

Dopo aver parlato un po', inizia a tranquillizzarsi. Aveva solo bisogno di sfogarsi...

Mi sento ancora piú in colpa.
Stava soffrendo giá di suo, e poi sono arrivata io.
Ancora più dolore.
Solo questo so provocare.
Sono inutile.

"Ti va se mangiamo qualcosa?" propone, mentre a quelle parole i miei occhi si illuminano.

Annuisco sorridendo e lo seguo in cucina.

"Cosa intendi fare domani?" domanda mentre prende alcune cose.

Respiro profondamente. "Non lo so..." ammetto. "Infondo, io per loro sono un estranea." ragiono.

"Secondo me gli piacerai." sorride voltandosi.

Mi sorride? É proprio da Adam. Ormai quel ragazzo non mi sorprende più.

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