Epilogo

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La sposa varcò, naturalmente con numerosi minuti di ritardo, l'ingresso della chiesa e subito fra gli invitati si diffuse un sospiro di ammirazione. Era a dir poco meravigliosa, con un abito bianco dal lungo strascico a fasciarle il corpo alla perfezione, quasi come una seconda pelle, e i lunghi capelli biondi raccolti in un morbido chignon, da cui partiva un sottile velo.

Raggiunse il braccio del padre e vi si aggrappò, mentre la marcia nuziale riempì ogni angolo della chiesa con le sue note. Incominciarono a dirigersi verso l'altare con passo lento e misurato e l'uomo, nel frattempo, continuò ad osservare meravigliato sua figlia.

«Sei bellissima,» disse, quando una piccola lacrima percorse velocemente il suo viso: era commosso, proprio come ogni altra persona presente a quel matrimonio.

«Grazie,» rispose in un sussurro, emozionata come gli altri, per poi azzardarsi finalmente a guardare il suo amato sposo. I suoi capelli erano ordinatamente pettinati per l'occasione, la sua figura esaltata da uno smoking nero e gli occhi puntati su di lei. La guardava come se l'avesse appena vista per la prima volta, accarezzando con lo sguardo ogni parte del suo corpo con attenzione, quasi come se dovesse memorizzarne il più piccolo particolare.

Procedettero in silenzio e, anche se l'uomo avesse provato a dire qualcosa, lei non l'avrebbe assolutamente sentito, impegnata com'era a guardare negli occhi il ragazzo che amava con tutta se stessa. Lui le sorrise e lei sentì il suo cuore sciogliersi a quella visione che aveva il potere di incantarla da ormai sei anni.

Giunsero finalmente all'altare e, prima che lo sposo potesse avvolgere fra le braccia la sua futura moglie, il padre di lei lo precedette. La strinse a sé in una presa ferrea e qualche altra lacrima sfuggì dai suoi occhi. Subito dopo si allontanò, lasciando sua figlia nelle mani del ragazzo, che le sorrise e afferrò una ciocca sfuggita dal suo chignon, la rigirò fra le dita e la spostò dietro il suo orecchio. Poi la guardò ancora una volta da capo a piedi e sorrise soddisfatto, mentre la ragazza avvampò.

La cerimonia iniziò ma entrambi prestarono davvero poca attenzione alle parole del prete, dedicando invece ogni istante a lanciarsi occhiate e sorridersi. Solo quando arrivarono le fatidiche domande, si sforzarono di ascoltare l'uomo. Si voltarono in modo da trovarsi l'uno di fronte all'altra e si afferrarono a vicenda le mani, pronti a infilare le fedi nuziali nei rispettivi anulari sinistri.

«Vuoi tu, Calum Thomas Hood, prendere come tua sposa Elizabeth Williams?»

Gli occhi di Jacqueline si fecero umidi, ricordando ancora dopo tutti quegli anni come Lizzie e Calum si fossero conosciuti e poi innamorati dopo che, grazie all'aiuto economico degli Hemmings, la ragazza si era trasferita a Sydney con la madre, così da raggiungere Jackie e Dan. Calum era stato davvero convinto per molti anni che ogni ragazza fosse attratta solo dai soldi, che non desiderasse altro che una vita piena di ricchezza, gioielli e macchine sportive, ma si era dovuto ricredere ben presto, conoscendo la sorella di Jackie: Lizzie, infatti, avrebbe dato di tutto per avere un rene funzionante al posto dei suoi due difettosi, per non passare più intere ore attaccata ad un macchinario che le ripuliva il sangue, non desiderava altro. Calum si era ovviamente innamorato di lei alla follia e, senza alcuna esitazione, le aveva donato uno dei suoi reni e Lizzie, dopo aver rifiutato numerose volte, si era ritrovata costretta ad accettarlo, soprattutto perché quasi ammaliata dal pensiero di essere a tal punto legata al ragazzo che amava da avere uno dei suoi reni nel corpo. Calum aveva dovuto rinunciare a bere alcolici e a fumare per poter donare uno dei suoi reni a Lizzie, ma per lei avrebbe fatto qualsiasi cosa necessaria a renderla felice.

Jacqueline abbassò lo sguardo e batté ripetutamente le palpebre per trattenere le lacrime che premevano per uscire.

«È molto commovente, vero? Non avrei mai pensato di vivere così a lungo da vedere Calum in smoking per il suo matrimonio,» Luke aveva appoggiato le labbra sul suo orecchio per sussurrarle quelle parole e lei annuì semplicemente, non riuscendo a parlare a causa delle lacrime.

Daisy || Luke HemmingsWhere stories live. Discover now