Capitolo 22

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«Sì, Lizzie, gli farò gli auguri da parte tua,» ripeté per l'ennesima volta Jacqueline, assicurando alla sorella che avrebbe riferito a Luke le sue parole.

«Scusami, Jackie, è che lui è il tuo primo ragazzo e sono emozionata,» si giustificò e Jacqueline non riuscì a fare a meno di sorridere: era assurdo come Lizzie fosse quasi più agitata di lei per la sua relazione con Luke. Si lasciò infatti sfuggire una risata. «Ehi, non prendermi in giro!»

Provò a soffocare le risate, senza riuscirci davvero. «Ma non lo sto facendo!»

«Come no,» rispose Lizzie e Jackie riuscì a vederla perfettamente mentre roteava gli occhi. «Piuttosto, alla fine che cosa hai deciso di regalargli?»

«Gli abbiamo comprato una nuova chitarra elettrica tutti insieme,» rispose, immaginando già Luke intento a strimpellarla, con il capo chino sulle corde e l'espressione quasi corrucciata per la concentrazione. Aveva sempre avuto un debole per quello strumento e non era sicura che vedere Luke suonare la chitarra le avrebbe permesso di mantenere quel poco di equilibrio mentale che ancora le rimaneva. Strinse maggiormente fra le dita il cellulare, certa che se non lo avesse fatto le sarebbe caduto dalla mano per quell'attimo di distrazione.

«E da sola cosa gli regali, invece?» chiese ancora Lizzie, dandole l'ennesima prova che la conosceva davvero bene, meglio di chiunque altro.

«Perché pensi che gli abbia fatto anche un regalo solo da parte mia?»

«Perché è il tuo ragazzo e sei follemente innamorata di lui,» spiegò lei, per poi scoppiare a ridere. Jackie arrossì e aprì la bocca per risponderle che non era assolutamente innamorata di lui ma, appena ci provò, nessun suono lasciò le sue labbra: amava davvero Luke alla follia. Per fortuna, il suono di un clacson attirò la sua attenzione e, con una veloce occhiata verso la strada, riconobbe il taxi di Riley. Il padre di Ashton, infatti, avrebbe accompagnato suo figlio e Jackie a casa di Luke per festeggiare il suo compleanno. Jacqueline salì sull'auto e rivolse un sorriso a Riley e Ashton, seduto accanto a lui sul sedile del passeggero, per poi rendersi conto della presenza di Calum. Sorrise con imbarazzo anche a lui, che non esitò a ricambiare. «Allora?» sbuffò Lizzie, impaziente.

«Allora cosa?» ribatté lei, essendosi già dimenticata la domanda che sua sorella le aveva rivolto.

«Cosa regali a Luke?» chiese di nuovo.

«Non ho alcuna intenzione di dirtelo, Lizzie, sei troppo antipatica per i miei gusti,» rispose, trattenendo le risate e la linguaccia che le avrebbe certamente mostrato se solo non fosse stata così lontana da lei. «Ora devo andare,» continuò, sentendosi un po' a disagio sotto lo sguardo dei tre. «Ci sentiamo presto, Lizzie,» le mandò un bacio e interruppe la conversazione telefonica, per poi scusarsi con Riley, Ashton e Calum.

«Figurati,» rispose Riley. «Lizzie è tua sorella, vero? Me ne ha parlato Dan.»

«Sì, è mia sorella,» rispose semplicemente e un silenzio imbarazzante calò nell'abitacolo della macchina. Le chiamate di Lizzie avevano l'incredibile potere di farla ridere, di farle dimenticare ogni cosa per quei minuti in cui la sua dolce voce le giungeva alle orecchie. Una volta terminate, però, le lasciavano un opprimente senso di tristezza e vuoto all'altezza del cuore. Si sentiva in colpa per essere distante da lei, per non supportarla nella sua malattia, ma non poteva farci niente.

Senza che neanche se ne accorgesse, una lacrima le rigò la guancia. Allungò la mano verso il viso per asciugarla, ma Calum la precedette, per poi rivolgerle un'occhiata ricca di preoccupazione. Lo guardò dritto negli occhi e, non trovandovi altro che sincero dispiacere per le sue lacrime, involontariamente dai suoi ne sfuggirono altre. «Perché piangi?» le chiese Calum, mentre Ashton iniziò a seguire la loro conversazione dallo specchietto dell'auto.

Daisy || Luke HemmingsWhere stories live. Discover now