Capitolo 30

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Dopo aver parlato con Colton fui raggiunta da James e Rowin, che mi chiesero se volessi tornare a casa con loro; a quanto pare non avevano molta voglia di festeggiare.

Durante il tragitto per arrivare a casa mia decisi che avrei parlato con Calum l'indomani mattina, magari avrei chiesto a mia madre di accompagnarmi. Ero sicura che Calum ormai stesse dormendo, visto che erano le undici e mezza e non l'avevo visto alla festa.

Dovevo ammettere di sentirmi un po' in colpa. L'avevo trattato male ed ero saltata a conclusioni affrettate quando tutto ciò che avrei dovuto fare sarebbe stato ascoltare la sua versione dei fatti senza credere subito che Colton fosse uno dei buoni. Ormai non gli credevo più, visto che avevo capito che non vedeva di buon'occhio me e Calum insieme... Per quale motivo, non ne avevo idea. Speravo che Calum sapesse darmi una risposta - e che decidesse di parlarmi. Già, forse convincere Calum a parlare sarebbe stato quasi impossibile. Dovevo soltanto affidarmi alla mia buona stella e sperare che Calum non mi odi totalmente...

Mi svegliai al suono della mia sveglia; dopo averla staccata mi stropicciai gli occhi. Restai a fissare la finestra dalle tende chiuse mentre aspettavo di raccogliere le energie necessarie ad alzarmi e andare a fare colazione; stavo richiudendo gli occhi quando il mio cellulare squillò. Lo afferrai dal comodino, strizzando gli occhi alla luce forte del display mentre Rainbow lampeggiava su di esso. Premetti la cornetta verde e il pulsante del vivavoce.

«Mikey», borbottai, assonnata.

«Hey, volevo sapere dove sei finita ieri sera, non ti ho vista più», disse Michael, parlando a bassa voce.

Rotolai nelle coperte, appoggiando il telefono sul cuscino. «Oh, tranquillo, mi ha accompagnata James a casa», risposi, poggiando la testa sul palmo della mano e sospirando, «Dove sei ora?».

«Oh... A casa mia. Dove potrei essere?», rispose nervoso, sempre tenendo la voce bassa.

«Non è che posso venire da te? Ho bisogno di un passaggio a casa di Calum ed è troppo tardi per chiedere a mia madre», borbottai, quasi sbuffando mentre controllavo l'orario: le dieci e mezza. Mia madre era al lavoro da due ore. Avrei dovuto alzarmi presto, ma mi sono addormentata alle tre stanotte e la sveglia del sabato è impostata per le dieci e mezza...

«Ehm... In verità... Sono con Esmeralda».

«Oh!», esultai, «Che avete combinato, sporcaccioni?».

Michael ridacchiò. «Qualcosa che le tue povere orecchie innocenti non possono sentire», disse, continuando a ridere.

«Ugh. Sei cattivo. Chiederò ad Esme lunedì», sbottai, indispettita.

«Va bene bimba. Allora, perché vuoi andare da Calum?».

Sospirai. «Ieri ho parlato con Colton e ho scoperto che mi odia», dissi, venendo subito interrotta da Michael.

«Fin qui niente di nuovo. Va al sodo».

«Se mi fai finire... Colton mi odia e odia il fatto che io stia con Calum, quindi ho deciso di parlare con lui... Sono sicura che Colton nasconde qualcosa e che Calum sappia cosa».

«Uh, interessante... Comunque devo andare adesso, Esme si sta svegliando», borbottò Michael, «Voglio sapere come va a finire con Calum, eh!».

Ridacchiai. «Va bene Mikey. Ci sentiamo!», lo salutai prima che staccasse.

Decisi di alzarmi e di fare colazione, cosa che feci piuttosto in fretta. Mi lanciai sotto la doccia restandoci pochissimo, il tempo di rinfrescarmi, e lavai i denti in fretta e furia. Volevo arrivare abbastanza presto da Calum, ero decisa a fare pace con lui.

Never been kissed || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora