Capitolo 16

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«Ti ha fatto un ditalino?!».

Arrossii, sgranando gli occhi. «Ash! Non urlare, mi metti in imbarazzo».

Ashton scosse la testa. «Non vi siete neanche baciati e già gli permetti di toccarti in quel modo? Certo che sei strana forte eh».

Mi strinsi nelle spalle, le guance che ormai non sarebbero più tornate del loro colore naturale. «È stata una cosa del momento, poi quando stavamo per baciarci è arrivato papà e non siamo riusciti più a combinare niente», spiegai, corrucciandomi.

Era passata una settimana da quel pomeriggio e non avevo più visto Calum. Mi ero decisa a passare la mia ultima settimana di punizione in totale isolamento, giusto per tenermi la coscienza pulita, e a scuola ci vedevamo raramente, soltanto nell'ora di storia, e poi lui stava sempre con i suoi amici e sinceramente non mi andava di vedere Colton. Quel ragazzo si comportava in modo troppo strano con me, come se sapesse qualcosa che dovrei sapere anch'io. Per di più mi stava sul cazzo dalla festa di Aaron.

«Una cosa del momento? Adesso voglio sapere tutto», mi incitò a parlare, con un sorrisetto consapevole che gli curvava le labbra sottili.

«Perché dovrei raccontarti tutto? Cioè, capisco che tu sia a corto di sesso, ma cercare le storie di una verginella alle prime armi non ti sembra un po' esagerato?», dissi, facendo arrossire Ashton.

«Hey, io non sono a corto di sesso», borbottò, continuando a pulire il bancone.

Presi un cupcake dall'espositore, addentandolo. «Per quale motivo vorresti sapere della mia - a dir poco inesistente - vita sessuale allora?».

Ashton fece spallucce. «Perché sei la mia sorellina. Ti basta questo?», mi chiese, facendo il broncio.

«Non voglio raccontarti niente, è imbarazzante. È già tanto che te l'abbia accennato».

«Uffa. Almeno dimmi perché è stata una cosa del momento».

Sospirai. Beh, almeno questo potevo concederglielo. «Calum si è arrabbiato perché mi ha trovata da Luke e... Insomma, io e Luke stavamo pomiciando e la cosa non gli è andata giù», dissi tutto d'un fiato, senza evitare il rossore che colorò le mie guance.

Ashton alzò un sopracciglio. «Ti ha fatto un ditalino perché era arrabbiato che tu stessi pomiciando con il suo migliore amico?».

«Ehm... Più o meno sì, è così».

«Certo che il ragazzo è strano forte».

Roteai gli occhi. «C'è qualcuno che per te non è strano forte?», chiesi, facendogli il verso.

«Ah, ah. Sei simpatica».

Feci finta di spolverarmi le spalle. «Modestamente».

Ashton rise prima di rivolgersi ad una donna sulla quarantina, che chiese un caffè. Approfittai della poca affluenza di clienti per controllare velocemente il mio cellulare, trovando un messaggio di Calum.


Da: Hood

Tuo padre è al bar?


Deglutii, prima di rispondere che non c'era perché era fuori città. Quasi immediatamente arrivò la risposta al messaggio che avevo inviato; aspettai pazientemente che Calum varcasse l'entrata del bar e quando lo fece, il mio cuore sembrò bloccarsi nel petto. Calum avanzò sicuro verso di me, sorridendo sghembo. Si sfilò gli occhiali da sole dalla montatura rotonda, appuntandoli alla maglietta. Solo in quel momento mi accorsi che con lui c'erano anche Luke ed Aaron. Sorrisi nella loro direzione, salutandoli; Aaron ricambiò il mio sorriso, Luke si limitò soltanto a farmi un cenno con la mano prima di sedersi con il suo amico. Ero sicura che Michael centrasse con l'improvvisa freddezza di Luke; difatti, prima di quel pomeriggio di una settimana fa era molto più caloroso quando mi salutava. Oltre a Michael, sospettavo anche l'intervento di un certo ragazzo con i capelli neri che ora stava davanti a me, solo il bancone del bar a dividerci.

Never been kissed || Calum HoodTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang