Capitolo 19

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La sera prima della mia partenza non dormii affatto, nervosa ed eccitata all'idea di partire. I miei credevano che fossi da Sabrina mentre in realtà avevo passato la notte da Rowin, che si premurò di infilare cose nella mia valigia che avrei buttato non appena avessi toccato terra europea. Non potevo certo farlo davanti a lei, sarebbe stato meschino - e lei ce l'avrebbe rimesse, avrebbe letteralmente scavato nel bidone dell'immondizia fuori casa sua con lo scopo di recuperarle ed infilarle di nuovo nella mia valigia. Dio, odio Rowin a volte. A volte?

In quel momento eravamo nella sua auto, io cercavo di sonnecchiare il più che potevo ma lei parlava e per di più aveva la radio a tutto volume, apposta per tenersi sveglia. Rowin era uno dei principali motivi della mia mancanza di sonno, era rimasta sveglia con me e adesso beveva caffè da un thermos e teneva la radio a tutto volume per evitare di farci fare un incidente.

«Potevo chiamare Calum, mi sarebbe venuto a prendere volentieri e lo sai», borbottai, con gli occhi socchiusi.

Rowin fece un rumoroso sbadiglio. «Voglio salutarti all'aeroporto - e poi ho delle raccomandazioni da fare a Calum».

Sbuffai. «Che genere di raccomandazioni?», chiesi, nonostante sapessi quale tipo di raccomandazioni la mia migliore amica voleva fare a Calum.

Rowin rise. «Oh, solo di non strappare le tue mutandine, costano tanto», disse, facendomi spalancare gli occhi, «E anche di non metterti incinta perché sarebbe strano se tornassi incinta dopo una gita con una ragazza, non credi?».

Scossi la testa. «Sei un caso perso».

Rowin fece spallucce. «Io preferisco le definizioni "prudente" e "preoccupata"».

Lasciai cadere la conversazione, concentrando la mia attenzione sull'album dei Twenty One Pilots attualmente in riproduzione. Rowin ama quella band da morire; infatti, per il suo compleanno, io e Michael abbiamo deciso di regalarle i biglietti per il loro concerto a cui lei andrà tra un mese e mezzo. le abbiamo regalato due biglietti, per fare in modo che almeno uno di noi andasse con lei, ma adesso sono sicura che porterà James con lei. Oppure suo fratello Brody, fan della band quanto lei - anche di più di lei, essendo quello che gliel'aveva fatti conoscere...

«Sei nervosa?».

Mi voltai verso Rowin, sospirando. «Più che altro sono preoccupata che la bugia non regga».

Rowin poggiò una mano sul mio ginocchio, stringendolo rassicurante. «Andrà tutto bene, vedrai. Non devi aver paura», disse, sorridendomi.

Ricambiai il sorriso, titubante. Non sarebbero bastate tutte le parole gentili del mondo, io avrei avuto paura lo stesso. Non era possibile che sarei riuscita a farla franca anche stavolta... Ma forse dovrei smetterla di portarmi sfortuna da sola.

Più o meno alla sesta traccia di Blurryface arrivammo all'aeroporto. Rowin si lamentò mentre scendevamo dall'auto dopo aver parcheggiato, perché Lane Boy era la sua preferita.

«Oh, andiamo, la puoi sentire al ritorno», le dissi, mentre con la valigia al seguito entravo in aeroporto, «Adesso abbiamo cose più importanti di cui occuparci».

Rowin fece il broncio. «Calum non è importante quanto Josh e Tyler».

«Che c'entrano Josh Dun e Tyler Joseph, adesso?», chiesi con un sospiro, sentendo le mie labbra distendersi spontaneamente quando scorsi Calum.

«Parliamo di cose importanti, no?», ridacchiò lei, «Guarda, c'è il principe azzurro».

Ignorai il suo commento mentre raggiungevamo Calum, il sorriso che aumentò di volume quando mi accorsi di quanto contento sembrasse del mio arrivo. Restai sbigottita quando mi attirò a sé per un abbraccio, stringendomi contro il suo petto.

Never been kissed || Calum HoodWhere stories live. Discover now