Capitolo 25

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«Calum, faremo tardi-».

Calum poggiò le sue labbra sulle mie per interrompermi. «Ti prego bambolina, è l'unico momento che ho per stare con te», sussurrò sulle mie labbra, prima di riprendere a baciarmi con insistenza.

Ricambiai il bacio, lasciando che la lingua di Calum si insinuasse nella mia bocca. Infilai le dita nei suoi capelli, gemendo leggermente quando sentii le mani di Calum stringermi il sedere.

Io e Calum ormai ci vedevamo in segreto da minimo una settimana, settimana in cui io non avevo fatto altro che tenere il muso a mio padre, così come aveva fatto mia madre (con cui mio padre aveva litigato pesantemente dopo il mio rientro dalla gita). La mamma si sentiva in colpa, perché papà aveva scoperto della mia bugia a causa sua, ma io non gliene facevo una colpa, sarebbe successo di sicuro comunque. E poi, avrei dovuto affrontare mio padre, perché le cose tra me e Calum sembrano essere abbastanza serie e io non voglio nascondere una parte tanto importante della mia vita ai miei genitori – cosa che, purtroppo, adesso ero costretta a fare.

L'unico posto che avevamo io e Calum per stare insieme senza essere scoperti era la scuola, ormai io non ci andavo neanche più per studiare. Ci davamo piccoli baci in cortile e pomiciavamo nello sgabuzzino abbandonato del bidello, dietro la scuola; ogni tanto la situazione si riscaldava e io ero costretta a ricordare a Calum dove fossimo - proprio come questo momento.

«Calum... Cal, siamo a scuola», ansimai, staccandomi da lui per prendere fiato.

Calum poggiò le sue labbra sul mio collo. «Nessuno ci viene mai qui di mattina, bambolina», ridacchiò rocamente, scendendo fino allo scollo a V della mia maglietta. Strinsi la presa sui capelli di Calum, ansimando mentre Calum ricopriva ciò che la scollatura lasciava scoperto di attenzioni; le sue dita si poggiarono sul bottone dei miei jeans facendomi sussultare.

«N-non vorrai mica-».

«Andiamo Danielle, lasciamelo fare e basta», implorò Calum, mordendosi il labbro inferiore.

Respirai pesantemente, trovando il fatto che Calum mi stesse implorando dannatamente eccitante. Non sarei caduta nella sua trappola, però. «Calum, siamo a scuola, le lezioni iniziano tra cinque minuti...».

Calum portò le sue labbra al mio orecchio. «Sarò veloce, bambolina. Te lo prometto...», sussurrò ansimando leggermente, sbottonando il miei jeans. Le sue dita sfiorarono il tessuto dei miei slip, facendomi sussultare. Pregai che non abbassasse lo sguardo, oggi avevo deciso di indossare gli slip con le ranocchie.

Dovrei chiedergli quando ha intenzione di spogliarmi la prossima volta, così mi faccio trovare preparata. Non posso farmi trovare sempre con i miei slip imbarazzanti addosso...

Cercando di non pensare ai miei slip, incollai le mie labbra alle sue nel tentativo attutire i miei gemiti mentre le dita di Calum sfioravano il mio clitoride con insistenza, mandandomi in estasi. Le sue dita si spostarono più giù, scivolando dentro di me ed io non potei trattenermi, gemendo ad alta voce. Calum posò la sua mano sulla mia bocca ed io dovetti stringere le cosce attorno al suo bacino per restare in equilibrio.

«Shh, vuoi che qualcuno ci senta, bambolina?», sussurrò Calum al mio orecchio, «Ricorda che siamo a scuola».

Chiusi gli occhi, respirando pesantemente dal naso mentre i miei gemiti si infrangevano sulla mano calda di Calum. Spinsi il mio bacino contro le sue dita, in cerca di maggior contatto.

«Scommetto che ti sono mancato», ansimò Calum nel mio orecchio, «Morivi dalla voglia che ti toccassi di nuovo».

E io gli avrei risposto che sì, mi era mancato e morivo dalla voglia che mi toccasse di nuovo, ma la sua mano sulla mia bocca me lo impediva. Beh, speravo sapesse che la risposta alla sua domanda era positiva...

Never been kissed || Calum HoodWhere stories live. Discover now