Capitolo 10

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«Tu vai a quella festa e niente storie!», sbottò Ashton, quando gli raccontai ciò che era successo a scuola mercoledì. Oggi era venerdì, il giorno della partita di lacrosse e della festa a casa di Aaron. Io volevo andarci, soprattutto dopo quello che Calum aveva detto... ma purtroppo non potevo. Mio padre era praticamente incollato su di me come un falco e, per non perdermi di vista mentre era al lavoro, aveva assoldato Ashton per farmi da babysitter durante il pomeriggio (era stato esentato dal lavoro proprio per questo). La trovavo un'idea pessima, ma finché ci sarebbe stato lui con me almeno mi sarei divertita.

Sospirai rammaricata, tenendo la testa sul quaderno di matematica. «Non riuscirò mai a trovare un modo per sgattaiolare senza farmi vedere da mio padre».

«Pft, sta certa che un modo lo troviamo. A che ora comincia la partita?».

«Le sei», risposi, controllando l'ora sull'orologio da parete - le lancette indicavano le cinque, «Michael mi ha chiesto di chiamarlo in caso avessi bisogno di un passaggio».

«E tua madre mi ha chiamato dicendomi che devo darti un passaggio».

Mi voltai, scorgendo Michael appoggiato allo stipite della porta, accanto a lui mia madre che mi guardava sorridente.

«Non sono per niente d'accordo con la punizione di tuo padre», cominciò, scompigliando i capelli di Michael che arrossì, «Quindi ho deciso che tu andrai alla festa stasera. Io e Ashton ti copriremo, ma devi essere qui per mezzanotte e devi rispettare quelle regole, ok?».

Annuii, correndo ad abbracciare mia madre. «Grazie mà. Ti voglio bene!».

Non riuscii a capirci più niente dopo quel momento, principalmente perché Michael e Ashton mi trascinarono in camera per trovare degli abiti adatti, e anche perché l'episodio della palestra si ripeté nella mia testa più volte, facendomi tremare le mani dall'agitazione. Non riuscivo a credere che sarei andata alla festa con Calum. E potevo persino contare sull'aiuto di mia madre!

«Quindi questo Calum non gioca a lacrosse?», sentii Ashton dire, frustrato.

Michael rise. «Perché è tanto importante che Calum giochi a lacrosse?».

Ashton sbuffò. «Perché lei avrebbe potuto indossare una maglia con il suo numero! A lui sarebbe piaciuto, io quando andavo alle superiori giocavo a calcio e impazzivo quando la mia ragazza indossava le magliette con il mio numero sopra».

Alzai lo sguardo dal cellulare - stavo informando Rowin del cambio di piani per la serata - e fissai Ashton e Michael, entrambi in piedi, uno accanto agli armadi e l'altro appoggiato alla scrivania.

«Giocavi a calcio, Ash?», chiesi, facendo sorridere il riccio.

«Ero anche piuttosto bravo», disse, facendo spallucce, «Ma ora basta pensare a me e troviamo un outfit decente per la partita».

«E per la festa», aggiunse Michael.

Dopo aver messo a soqquadro camera mia, riuscimmo a deciderci. Optammo per un paio di skinny jeans neri ed una camicia a quadri rossa per la partita, e un vestitino aderente nero per la festa, di cui non ricordavo neanche l'esistenza - un regalo di Rowin, o forse un vestito proprio suo, visto che era nel suo stile. Ashton non era d'accordo sull'outfit per la festa, il vestito gli sembrava troppo corto e troppo aderente, ma Michael insisté nel farmelo indossare, dicendo che se fosse andato tutto bene sarei tornata a casa con qualcosa in meno. Il pensiero mi fece arrossire.

No, non credo che mi spingerò così oltre con Calum (nonostante lo voglia, insomma... è Calum Hood e la mia cotta da sempre), ma forse sarei riuscita a dargli un bacio. Avevo paura che Calum poi mi avrebbe ignorata, ma Luke mi aveva detto che ci vedeva qualcosa nel fatto che mi ronzasse ancora attorno, e, nonostante non mi fidassi di Luke, qualcosa mi diceva di credergli almeno per questa volta.

Never been kissed || Calum HoodHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin