Il mio cuore si ferma, per poco non mi affogo. "Ma cosa stai dicendo?" domando più a me stessa che a lui.

"Cara piccola El..." inizia cantilenante. "Ammettilo, dire che non ti piace sarebbe una bugia." continua ovvio.

Abbasso la testa, e il mio sguardo si posa sul piatto semivuoto che ho sul tavolo.

"Beccata!" esclama contento.

Lo fisso per alcuni istanti, studiando i suoi occhi. Una luce, che non vedevo da tanto tempo, si fa notare. Un luccichio, nel suo splendido azzurro, si mostra sotto la luce della sala da pranzo.

Inarco un sopracciglio. "La smetti di fare il bambino di tre anni?" lo stuzzico.

"E tu quando la smetterai di corrergli dietro?" domanda diventando serio.

"Io, che corro?! dietro ad Adam?! Ma se a malapena ci siamo visti." mento.

Sono pronta a sentire delle repliche da parte di mio fratello, ma invece, sento solo un nome uscire dalla sua bocca. "Ryan."

Inzio ad innervosirmi. "Trav, tu no capisci." ammetto dura.

"Allora illuminami!" sembra teso, ma nel suo tono, cerca di essere ironico per non aggravare la cosa.

Sbuffo, ma decido di lasciar perdere. Rimango in silenzio, mi alzo e inzio a sparecchaire tavola.

"Eleanor." mi richiama a denti stretti.

Mi volto, e vedo che è ancora seduto a tavola.

"Scusami, ma non voglio che frequenti quel tipo." si mortifica. Forse si è pentito di aver alzato il tono.

Mi scuso a mia volta. "Ma comunque io non lo frequento." sputo fredda, senza emozioni.

"Ti conosco, ed ho avuto modo di conoscere lui. Ti ricordo che vive quì e..." non lo faccio finire, ho sentito già abbastanza.

"Tranquillo. E poi non è il mio ipotetico principe azzurro." lo dico con un tono di disgusto.

"Meglio così." alza le spalle.

Mi volto nuovamente, e inizio a lavare i piatti e le posate. Mi sorge una domanda, così non esito ad aprire bocca. "Ti sta ancora tanto antipatico?" chiedo con un finto tono di non curanza.

Sento una piccola risata. "No, anzi, mi piace quel gruppo, e lui non è male." risponde serenamente.

"A volte non ti capisco proprio..." dico ripensando al discorso di prima.

"Lo so." ammette poco modesto.

Sbuffo e aziono l'acqua, passando il piatto sotto al getto, per togliere la schiuma.

Finito di pulire, sorrido, vedendo che lui, fa zapping tra i canali, ma a quanto vedo dalla sua espressione, non sta trovando nulla.

D'improvviso mi vengono in mente zio e zia.

Mi avvicino a passo svelto al divano e chiarisco i miei dubbi a mio fratello.

"Hai chiamato zia Alice?" domando preoccupata.

Annuisce con il capo, mentre tiene gli occhi ancora fissi sullo schermo, il che mi irrita parecchio.

"Che ha detto?" e nemmeno a questa domanda, decide di degnarmi del suo sguardo.

"Che era quello che doveva succedere." alza le spalle.

"Vuoi guardarmi?" sputo arrabbiata. "starei parlando di cose serie." sottolineo in tono di rimprovero.

Finalmente, mi guarda, ma il suoi occhi, sembrano cambiati... Sono passati dal celeste, ad un blu cupo, come se il mare nelle sue iridi, fosse diventato una tempesta. "Ascoltami bene: loro lo sapevano, io lo sapevo..." ammette distrutto. "Ma non pensavo che riuscissi a ricongiungerti con loro." continua, mentre si porta una mano dietro al collo, segno che è stressato... "Ho fatto di tutto per te, e ti ho sempre protetta, ma adesso sei cresciuta. Cosa dovrei fare? Sono venuto quì, non solo perché mi hai detto quella storia sul numero privato..." afferma con voce tremante. "Zia mi ha supplicato di proteggerti. Non so da cosa, ma devo proteggerti. Quindi, per me fai quello che vuoi: vai ad abitare dai Dreaw, diventa la loro figlia, odiali, fai quello che vuoi." queste parole mi spezzano il cuore.

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