Capitolo 30

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Elton portò Mia verso il bosco. Dopo tutto il trambusto che avevano fatto (o che meglio: la ragazza aveva fatto), i cacciatori dovevano essere già sulle loro tracce. 

La ragazza teneva la testa bassa e continuava a camminare di fianco al biondo che, ogni tanto, le dava un'occhiata girando leggermente la testa.

Lui era davvero preoccupato. Aveva paura che Mia potesse nuovamente perdere il controllo e quindi aggredire nuove persone, aggredire lui, o aggredire se stessa. 

Si ricordava delle volte in cui, dopo la luna piena, i suoi compagni uscivano dalle "stanze segrete" ed erano sporchi di sangue su tutto il corpo; soprattutto le braccia erano piene di tagli, morsi o lividi. Perdevano tutti quanti il controllo, a tal punto da farsi del male fisico da soli.

Aveva sempre avuto paura di quella specie di bunker, fin da piccolo aveva cercato di non perdere il controllo solo per non entrarci. Solo all'età di tredici anni riuscì, finalmente, a controllare il potere della luna e quindi a sovrastarlo. 

Era entrato nelle stanze pochissime volte, ma mai gli erano piaciute. Le pareti erano ricoperte da delle lastre di legno che dovevano essere cambiate circa ogni anno a causa dell'umidità. L'unica luce che illuminava la piccola stanza, di tre metri per tre, era posizionata su un angolo ed era protetta da una griglia che rendeva il soffitto marrone a righe nere.

Elton si fermò e guardò Mia dritto negli occhi e la ragazza non riuscì a distogliere lo sguardo. I suoi occhi verdi la avevano incantata e Elton era rimasto incantato in quelli della ragazza. Ad un certo punto lui si mosse talmente velocemente che Mia quasi non lo vide. 

Corse dietro di lei e deviò una freccia che le stava per arrivare addosso.

I cacciatori li avevano raggiunti.

Se il lupo bianco avesse potuto avrebbe gridato: "Corri!", ma Mia intuì lo stesso cosa dovesse fare.

Cominciò a correre inoltrandosi sempre di più nel bosco. Non sapeva dove stesse andando, correva solamente per scappare dalla morte certa. Era già stata a contatto con dei cacciatori e l'esperienza non le era piaciuta.

Nel frattempo ripensava a ciò che era successo pochi attimi prima, a come lui si fosse girato verso di lei e la avesse cominciato a guardare. Intuì che lo aveva fatto solamente per fermarla e per non farle fare rumore, in modo tale che così lui sarebbe riuscito a sentire qualsiasi rumore sospetto.

Ciò che lei non aveva sentito.

Elton la seguiva continuando a stare all'erta, doveva riuscire a sentire qualsiasi movimento provenisse da dietro di lui. In questo modo sarebbe riuscito a proteggere la sua amica.

I cacciatori erano distanti una quindicina di metri quando anche lei si guardò dietro, ma quando rigirò la testa per guardare davanti a se per poco non andò addosso ad un albero. Sentì una una nota di allegria provenire dal lupo dietro di lei, quasi come se stesse ridendo. 

La ragazza alzò gli occhi al cielo e continuò la sua corsa, avrebbe pensato dopo a come vendicarsi per quella risatina.

I due lupi sentirono un odore provenire dalla loro destra, un odore di sangue. Degli ululati provennero dalla stessa direzione in cui c'era l'odore. 

Anche Elton ululò senza fermarsi e decise di fare una deviazione, incitando la lupa a seguirlo.

Mia lo seguì poco convinto, l'odore di sangue non la convinceva. Potevano essere altri cacciatori che avevano ucciso dei suoi simili, ma si accorse solo dopo di aver fatto delle supposizioni sbagliate.

Raggiunsero un altro branco di lupi. A prima vista i componenti dovevano essere più di dieci, quasi venti. Si chiese chi potesse avere tanta forza da riuscire a comandare un gruppo così grande.

Come non detto, Andreas comparì da dietro un albero.

-Ma chi si vede!- sorrise guardando Mia.

Elton le si parò davanti.

-Stai tranquillo lupacchiotto, non voglio farle proprio niente- aveva un modo di sorridere odioso, quasi si divertisse a prendere i giro qualsiasi persona ritenesse meno forte di lui -Da quello che io ed il mio branco abbiamo dedotto avete bisogno di aiuto. Oggi è la luna piena, tutti i lupi dell'Alaska si devono aiutare! Dategli dei vesti, su-

Un lupo con occhi castani si avvicinò ai due fuggitivi tenendo una borsetta di plastica con la bocca e la appoggiò a terra. Elton la prese e si diresse verso un albero. Mia lo guardò allontanarsi notando che ad ogni passo della terra cadeva da sotto la borsa.

-Su lupetta, va' con lui-

La lupa squadrò Andreas, ma non fece nemmeno in tempo a pensare sul da farsi che una lupa dal pelo di un castano molto chiaro, la spinse facendola cadere a terra.

Il capo branco rimase a guardare senza muovere un muscolo.

Mia si rialzò velocemente e con tutta la rabbia che aveva in corpo saltò addosso alla lupa davanti a se.

La morse.

Uscì del sangue dalle zampe con cui si difendeva.

La graffiò.

Uscì del sangue dal suo petto e dal suo muso.

La rese in fin di vita senza che la poveretta fosse riuscita a difendersi.

I canini bianchi di Mia gocciolavano di sangue, un sangue che al buio con il riflesso della luce della luna, luccicava. 

Mia, ancora in posizione di attacco e con il muso corrugato in un ringhio, guardava la lupa a terra. Respirava a fatica e ogni respiro sembrava l'ultimo.

Aveva perso il controllo, un'altra volta. Una parte del suo cervello le diceva di calmarsi, l'altra le urlava di attaccare, di finire ciò che ormai aveva cominciato. 

Fortunatamente, per la lupa che aveva davanti, diete ascolto alla parte "buona" e si distese a terra sul terriccio morbido.

Finalmente Elton arrivò -La maglietta non mi andava bene...- ma si bloccò di colpo quando vide tutto quel sangue.

-Ambren!- urlò il ragazzo correndo verso l'animale.

Si inginocchiò accanto a lei con le mani leggermente sollevate dal suo pelo. Non sapeva cosa fare, si guardò in torno domandandosi come mai nessuno corresse in aiuto alla sua amica.

Poi vide Mia, con le orecchie alzate e con un'espressione sorpresa. Sulla bocca aveva ancora del sangue e quindi dedusse che era stata lei a farle del male.

L'husky continuava a guardare la scena ripentendosi "Ho quasi ucciso Ambren". Non ci credeva, non voleva crederci.

Stava combinando troppi disastri, doveva tornare umana al più presto.

-Poteva anche finire il lavoro, non sarebbe stato un problema- 

Mia si alzò e guardò Andreas. Tutto ciò che voleva, in quel momento, era potergli saltare addosso e azzannarlo. Non sarebbe stata un'impresa facile, ma ci provò ugualmente. 


La nuova lupa [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora