Capitolo 22

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Mia aveva continuato a reggere Luke in piedi, il quale ancora non riusciva a camminare da solo.

Si erano molto allontanati dalla casa dei cacciatori e ancora non avevano trovato i gemelli.

Mia pensava che fosse stato troppo semplice salvare Luke e Emma, la quale aveva finalmente smesso di dimenarsi dalla presa di Elton.

Quando suonarono al campanello sentirono la madre di Mia scendere le scale velocemente sbattendo con forza le ciabatte sui gradini scivolosi.

Aprì la porta con estrema velocità e fu davvero sorpresa di vedere tutto il branco davanti casa sua.

Mia, non appena aveva visto il viso di Jessica, si era rilassata e se non fosse stato per lo stipite della porta Luke sarebbe caduto.

Non aveva ancora riacquistato l'uso delle gambe, ma piano piano stava riacquistando la forze nelle braccia.

-Entrate, veloci!- disse Jessica spalancando la porta -Che cos'è successo?-

-I cacciatori ci hanno preparato una trappola. Ci siamo salvati un po' tutti, anche se ci sono state delle divergenze, ma ancora non abbiamo trovato Dominic e John- le rispose Elton.

Emma sbuffò e si lasciò cadere sul divano.

Elton si girò verso di lei e le diede un piccolo buffetto in testa.

-Credi che te la caverai, eh?-

Emma stava per rispondere, ma Luke intervenne prima che rispondesse.

-Non è il momento, dobbiamo trovare il modo di contattare John e Dom e scoprire dove sono-

-Secondo voi come mai i cacciatori ci hanno lasciato uscire così facilmente?- chiese Betty, come se avesse letto nel pensiero di Mia.

La ragazza, infatti, se lo stava continuando a domandare.

Nessuno sapeva cosa fare in quella situazione e la cosa intimoriva parecchio l'ultima arrivata.

-Mia?- disse ad un tratto Luke dopo alcuni minuti di silenzio -Credo che dovremmo parlare-

Il ragazzo si alzò passando il peso del corpo da una gamba all'altra, era un modo efficace per cercare di mantenere l'equilibrio. Prese la ragazza per il braccio e la portò nella sua camera.

-Ti avevo promesso che ti avrei raccontato la storia in generale, dagli inizi e credo che sia ora-

La ragazza sentì la sua pancia brontolare, aveva molta fame, ma allo stesso tempo era curiosa di sapere la storia del branco e sapere qualcosa di piú su suo padre.

La ragazza annuì ed il racconto cominciò.

-É stato Fred a trovarmi, quand'ero molto giovane. Ero stato abbandonato dai miei genitori quando avevo quattro anni. Per due anni ho vissuto all'interno del bosco cacciando e sopravvivendo come un vero lupo. Nessuno mi aveva insegnato a controllare il nostro potere, così scappavo costantemente dai cacciatori che, puntualmente, erano pronti ad uccidermi. Tuo padre mi accolse in questa casa, e tua madre fu molto gentile con me. Mi avevano trovato disteso sull'erba: sporco, mal nutrito e quasi congelato. Avevo deciso di mettere fine alla mia vita; vivere senza una famiglia che non ti aveva dato nemmeno le basi per sopravvivere era diventata un'agonia-

Mia notò un luccichio nei suoi occhi. Sembrava che avesse voglia di piangere, ma si stava trattenendo.

Luke fece un grande respiro e proseguì.

-Avevi tre anni quando io arrivai a casa vostra. Avevate anche un husky, che morì poco tempo dopo di vecchiaia, al contrario vostro lui non mi accolse benevolmente- si lasciò scappare una risatina -Non rimasi molto con voi, avevo sentito Jessica parlare con Fred. Lei non voleva che tu fossi un licantropo e poiché non avevi ancora mostrato la tua vera natura aveva deciso che non sarebbe stato il caso di risvegliarla. Il problema a quel punto ero io che ancora facevo fatica a trasformarmi in umano. Avevo sei anni, ma ero già un bambino sveglio: parlai con Fred e lui decise di darmi in custodia alla famiglia di Elton, che a quell'epoca facevano tutti parte del suo branco. Continuai comunque a rimanere in contatto con tuo padre e, piano, piano, io entrai a far parte del branco insieme a: Elton, Betty, i gemelli, Jeremy, Emma e Christian i cui parenti già partecipavano alle varie riunioni che si tenevano nella foresta-

Luke fece un'altra breve pausa aspettandosi qualche domanda da Mia, la quale però voleva aspettare la fine della storia.

-Sicura che non hai niente da chiedere?-

La ragazza lo guardava dritto negli occhi scrutando ogni minima emozione, come se volesse sapere se stesse dicendo il vero o il falso.

-Tranquillo, vai pure avanti-

-Avvenne una sera d'estate, un'estate particolarmente afosa- dal tono che il suo capo branco aveva assunto, Mia, capì che stava parlando della morte di suo padre -Un nuovo lupo ci raggiunse dalla Spagna. Eravamo stati messi al corrente da delle voci esterne del suo arrivo, ma non ci saremmo mai aspettati di vedere un branco tanto rumoroso. Erano all'incirca venti componenti, tutti sulla maggiore età, quindi molto più forti di me e dei nostri amici che avevamo sui dieci e undici anni. Ci fu ordinato di andarcene, e noi ubbidimmo. Lì rimasero solo i nostri genitori, ma il nuovo branco li uccise tutti, tranne il padre di Emma e Christian- Mia intuì che Fred doveva essere stato come un padre nei confronti di Luke e riportare alla mente quei ricordi non fu semplice.

-Decidemmo di raggiungere la vostra casa, dove sapevamo che saremmo stati sicuramente accolti e protetti. Jessica non sapeva cosa fare quando arrivammo: temeva sia che tu saresti potuta venire a conoscenza di qualcosa e quindi non sapeva dove nasconderci e allo stesso tempo temeva che fosse successo qualcosa al branco. La mattina seguente, quando tu eri già andata a scuola e noi eravamo ben nascosti nella cantina, Vittorio, il padre di Emma e Christian, ci raggiunse. Aveva dei graffi lungo tutto il corpo che facevano fatica a guarire. Fortunatamente era riuscito a recuperare i vestiti che tenevamo all'interno del casolare, poco lontano dalla zona di battaglia. Tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un foglio e me lo diede. La scrittura era quella di Fred: Leggo sempre una storia a mia figlia prima che lei si addormenti: Biancaneve e i Sette Nani. Voglio che voi non superiate mai questo numero, il branco non dovrà mai superare il numero di questi componenti, altrimenti sarà difficile guidare tante persone e ciò che è successo sta sera non si dovrà ripetere. Poi Vittorio tirò fuori dalla tasca un altro biglietto sul quale c'era impressa un'altra frase, una frase che farò fatica a dimenticare: Voglio che tu mi renda fiero di te. Diventa il capo branco.-

La nuova lupa [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora