"Hai visto il mio vestito strappato a terra, secondo te?" domando ovvia.

"Intendo se..." inizia, ma lo blocco negando.

"Mi vuoi dire cosa ti ha fatto?" mi invita.

Gli spiego tutto per filo e per segno, tra una lacrima e l'altra.

Ryan è immobile, non si muove, la sua espressione è sorpresa...

Mentre le lacrime continuano a rigarmi il volto, due possenti braccia mi afferrano, sensa pensarci due volte appoggio le mia guancia sul suo petto sentendomi finalemte protetta.

"Stai calma, non piangere, ti prego, non posso vederti così" dice baciandomi i capelli, mentre le nostre gambe sono incrociate.

Mi asciugo leguancie e mi scosto leggermente per guardarlo.

Sotto la luce della luna i suoi occhi sono ancora più belli, e le sue labbra... Le sue labbra sono bellissime...

"B-ba" non faccio in tempo a finire la frase che mi addormento.

Apro gli occhi, svegliata dalla poca luca del sole che penetra dalla finestra.

Provo ad alzarmi, ma appena mi siedo, qualcuno mi prende per il braccio e mi attira a se. Ryan.

"È ancora presto, rimani quì." dice facendo combaciare la mia schiena col suo petto.

Mi accoccolo tra le sue braccia, mentre il suo respiro torna regolare.

"Buongiorno bellissima." dice svegliandomi dolcemente.

"buongiorno anche a te." ricambio strofinandomi gli occhi.

"Ti ho portato qualcosa da mangiare." afferma con un sorriso.

Appena sento quelle parole mi si illumina lo sguardo.

Muoio di fame!

Dopo aver fatto colazione chiedo se mi può prestare il cellulare per chiamare Emily, ma dice di averlo già fatto lui e di non preoccuparmi.

Sembra diverso... È diverso. Si comporta quasi come se gli importasse di me.

"Come ti senti?" chiede sedendosi sul letto vicino a me.

"Meglio, grazie." sorrido.

"Posso farti una domanda? Ecco, so che fa male, ma mi sono tormentato tutta la notte per trovare una risposta." dice nervoso

"Certo." annuisco.

"C-come si chiamava?" chiede accarezzandomi la guancia col pollice.

"Non lo so..." ammetto iniziando a torturarmi le dita.

"Tranquilla, ci sono io." afferma facendo scendere il suo dito sul confine delle mi labbra.

"Grazie." sussurro accennando un sorriso.

"A proposito, mentre dormivi sono passato allo studentato per prenderti dei vestiti." dice alzandosi e andando verso un armadio di fronte al letto. "Puoi farti la doccia quì." propone.

Lo guardo e poi accetto. Mi alzo anche io, ma quando poggio entrambi i piedi a terra, le mie gambe cedono.

Mi risiedo sul letto e fisso il pavimento. Mi sento a disagio, come faccio a farmi la doccia se non riesco nemmeno a mantenermi in piedi?

"Ti porto in braccio." mi invita distogliendomi dai miei pensieri.

"Cosa?!" domando incredula.

"Eddai non fare la guastafeste, non ti stupro mica!" ride.

we are LIE because we are LOVE #Concorso Storie 2015Where stories live. Discover now