Capitolo 60: Pezzi di un puzzle

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<<Che cosa sono?>> gli domando, osservando i due volumi, prendendo il primo. Spartaco non fa in tempo a rispondermi. Dal modo in cui lo guardo, capisce che non ce n'è bisogno.
<<Gli annuari... del liceo di mia madre>> sussurro, leggendo l'intestazione sull'albo.
<<Dove li hai trovati?>>
Esita per un momento, distogliendo gli occhi da me e spostandoli sulla strada.
<<Sono stato da Clara Ravanelli.>>
<<Perché?>>
<<Non lo so. Volevo... anticipare i tempi, credo.>>
So che non mi sta dicendo la verità. E immagino di conoscere il motivo. Ha cercato di proteggermi. Da ciò che avrei potuto sentire incontrando Clara, magari.
<<Voglio parlare con lei, Spartaco. Sono venuta fin qui per incontrarla. Non puoi impedirmi di...>>
<<Lo so. Lo farai. Te lo prometto. Ma credo di aver scoperto qualcosa.>>
Si interrompe, socchiude le labbra, si accarezza la lunga barba.
<<Che cosa?>>
<<Sembra che tua madre avesse stretto amicizia con un ragazzo durante il primo anno di liceo. Un tipo... particolare.>>
<<Particolare?>>
<<Sì. Un elemento difficile, a quanto pare. Lasciò la scuola dopo le vacanze di Natale, perché...>>
Smette di parlare per un momento. Non mi sta più guardando. I suoi occhi sono puntati sul buio di fronte a noi. Sulla strada che con il passare dei minuti è sempre meno trafficata.
Intanto, sto sfogliando le pagine dell'annuario. Scorro fotografie che ritraggono le varie classi fino a che non arrivo a quella di mia madre. La riconosco subito. È la seconda sulla sinistra, nella fila degli studenti in piedi, alle spalle dei compagni inginocchiati.
È bella come sempre. Il suo volto è raggiante. Luminoso. Sorride all'obiettivo.
<<...Perché il padre uccise la madre. Prima di suicidarsi di fronte a lui>> riprende Spartaco.
Si gira verso di me.
<<Come si chiama?>>
<<Non lo so. Clara non lo ricordava. Ma a quanto pare... questo ragazzo e tua madre erano diventati piuttosto amici durante i primi mesi di scuola. Trascorrevano gli intervalli insieme. Percorrevano la stessa strada ogni giorno, dopo le lezioni, per tornare a casa. Sembra che fossero... molto uniti.>>
<<Che cosa ti ha detto di lui? Che tipo era?>>
E mentre glielo domando, l'immagine del ragazzo con la maglietta dei Nirvana prende forma nella mia mente. Rivedo il suo volto. I capelli lunghi. Gli abiti scuri.
<<Oh, merda>> dico, mordendomi il labbro. <<Potrebbe... potrebbe trattarsi del ragazzo delle mie visioni? Era al concerto degli Mtv days insieme a lei e Clara?>>
<<Non c'era. Ma...>>
Spartaco annuisce, abbassando gli occhi sulla lattina di Coca Cola davanti a me.
<<Potrebbe essere lui.>>
<<Che cos'è successo dopo che ha lasciato la scuola?>>
<<Non ho molte informazioni. Clara non lo conosceva. Sapeva chi fosse, perché durante i primi mesi del liceo lo vedeva sempre insieme a tua madre. Ma loro due non erano ancora amiche. Lo diventarono in seguito, quando lui ormai aveva smesso di frequentare.>>
<<Che cosa pensi?>>
Spartaco scuote la testa.
<<Non molto, per il momento. Ci sono tante possibilità. Stando ai ricordi di Clara, che si basano sulle poche informazioni ricevute da tua madre, lui era un tipo introverso, senza amici. Sembra che tua mamma fosse la sola persona con cui avesse a che fare.>>
Si interrompe ancora. Sospira.
<<Il fatto che abbia assistito all'omicidio della madre e al suicidio del padre...>>
Solleva la mano facendo un gesto rapido. <<Può aver influito in maniera negativa sul suo stato mentale. Ma sono soltanto ipotesi. Adesso abbiamo bisogno di sapere come si chiama. Ho preso gli annuari perché pensavo di trovarlo lì, ma Clara è riuscita a recuperare soltanto quelli relativi agli ultimi due anni di liceo. Domani mattina ci recheremo alla scuola e troveremo il suo nome. Potrei anche recuperarlo con una telefonata a qualche ex collega, ma forse a scuola troveremo delle informazioni in più.>>
<<Su internet ci saranno notizie sul...>>
<<Ho già controllato. Ci sono molti articoli relativi alla tragedia, ma nomi e cognomi non vengono riportati. Soltanto le iniziali. Le sue sono T. R.>>
Mentre cerco di metabolizzare le parole di Spartaco sfoglio le pagine del secondo annuario, quello relativo alla quinta. Nella foto di classe mia madre sembra ancora più bella. I capelli sono più lunghi e il sorriso è radioso come sempre.
Sto per chiedere a Spartaco qualcos'altro, quando arrivo a una sezione alla fine dell'albo intitolata: "Greatest hits – i nostri momenti migliori".
È una raccolta di immagini sparse, scattate nel corso dei cinque anni. Ritraggono studenti, insegnanti, bidelli, il preside... tutti coloro che hanno contribuito a scrivere un pezzo di storia del liceo.
Tra le tante fotografie, ne trovo una che mi toglie il respiro.
Riconosco mia madre, ed è più giovane rispetto a com'era nell'ultimo scatto di classe. È appoggiata con la schiena ad uno dei termosifoni nel corridoio della scuola. In mano stringe un panino mangiato per metà. Sta ridendo. Accanto a lei, vestito di scuro, c'è il ragazzo delle mie visioni.
Rimango immobile a fissarlo, senza fiato, senza riuscire a dire niente.
È lui.
È proprio lui.
Il ragazzo con la maglietta dei Nirvana.

Verdiana leggeva il futuroWhere stories live. Discover now