Capitolo 52: Sta per succedere

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Mi alzo dal letto e cammino fino al balcone. Faccio scorrere la vetrata ed esco, affacciandomi sulla sera di Torino.
C'è molto movimento. Ragazzi e ragazze passeggiano per il centro, preparandosi per l'aperitivo e la cena, mentre i locali che costeggiano il Lungo Po iniziano ad accendere le luci.
Visti da lontano sembrano tanti puntini luminosi sospesi sull'acqua.
Guardo l'ora. Le otto. Mi rendo conto di non aver notizie di Spartaco dalle quattro. Aveva detto che sarebbe uscito per sgranchirsi le gambe, imponendo a me e Nadia di riposare. Ma questo silenzio mi fa sentire inquieta.
Prendo il telefono per chiamarlo, e proprio mentre sto per far partire la telefonata, sento il grido.
Proviene dalla camera accanto. Riconosco la voce di Nadia, e l'orrore che pervade il suo urlo mi mozza il respiro.
Esco di corsa e corro a bussare alla sua camera.
<<Nadia!>> esclamo, dopo aver colpito la porta due volte.
In risposta, un altro grido, ancora più terrificante del primo.
<<Basta! Basta ti prego!>>
Sento il cuore a mille. Le ginocchia tremano.
<<Nadia, apri la porta, sono io! Sono Verdiana!>>
Silenzio.
Poi, rumore di passi dall'interno.
La porta finalmente si apre e il volto di Nadia, sconvolto, devastato dall'orrore, fa capolino.
Non dice nulla. Si scansa per lasciarmi entrare, e non appena siamo insieme, richiude.
La guardo mentre attraversa lentamente lo spazio che separa l'entrata dal letto. Si siede, o meglio, ci scivola sopra. Porta entrambe le mani davanti agli occhi e si lascia cadere sul materasso.
Le poso una mano sulla spalla. La tengo premuta mentre lei inizia a piangere, e sembra sempre più sconvolta. Più disperata.
<<Nadia, va tutto bene>> sussurro. <<Va tutto bene. Stai tranquilla. Che cosa è successo?>>
Mi guarda, gli occhi sgranati, persi in qualcosa che non riesco a definire.
Continuo a tenere la mano premura contro la sua spalla. Senza rendermene conto, stringo più forte.
E accade.
Nadia si solleva, rimettendosi a sedere. Guarda verso di me. Stringe la mano intorno alla mia, facendola scivolare verso il basso.
Forte, sempre di più. La fisso senza capire, ed è come se non fosse più nella stanza insieme a me. Come se fosse altrove.
Lontano.
Chiude gli occhi. Inizia a parlare. Lentamente. Sottovoce.
<<Vedo un bagno. Un bagno... e poca luce. C'è una figura di spalle. Nell'ombra. Non riesco a... definirla.>>
La sua voce non è più sconvolta, adesso. Parla come se stesse descrivendo la scena di un film. Ma più la guardo, più mi sembra lontana. Assente.
Sento le mani diventare ghiacciate, e le sue dita strette con forza intorno alle mie.
<<C'è una vasca da bagno... una grossa vasca da bagno... e una donna nuda dentro. Ha...>>
Afferra anche l'altra mia mano. I suoi movimenti sono lenti ma sicuri, precisi. Mi rendo conto di essere terrorizzata da ciò che sta per dire.
Riprende a parlare e la voce sembra sempre più calma, più distaccata. Il tono è basso. Le parole tagliano in due lo spazio che ci separa, e mi entrano dentro come lame affilate.
<<La donna nuda nella vasca... ha i capelli lunghi e rossi. A terra, davanti al lavandino, eccole...un paio di scarpe rosa, da danza... danza classica. La radio sul davanzale è accesa. Trasmette una canzone...>>
Si interrompe. I suoi occhi, fissi nei miei, mi inchiodano. Mi sembra di vedere ciò che sta raccontando.
Certo, perché in realtà l'ho già visto.
Nadia inizia a canticchiare, e riconosco le parole della canzone che ho sentito durante una delle mie ultime visioni: "Goodnight moon".

<<What should I do I'm just a little baby
What if the lights go out and maybe
And then the wind just starts to moan
Outside the door he followed me home>>

<<Nadia...>> sussurro. E provo a divincolarmi dalla sua presa, perché ho sempre più paura. Inizia a scuotere la testa avanti e indietro, dapprima lentamente e poi sempre più in fretta, senza smettere di cantare le strofe del brano, senza allontanare gli occhi dai miei, neppure per un istante.
La sua presa è troppo forte, troppo vigorosa.
<<Nadia, ti prego...>>
<<Vedo il coltello che si alza, adesso! Lo vedo, sospeso a mezz'aria! È stretto da una mano nera... no, non una mano... un guanto nero... un guanto...>>
<<Chi stringe il coltello? Riesci... riesci a... vedere il suo viso?>> le domando, la voce rotta, tremante.
<<No. La figura è oscura. Nera. Una sagoma alta... e vedo... la lama che si infila nel collo della donna dai capelli rossi. Il sangue schizza...dappertutto... Schizza ovunque... ovunque... il sangue... il sangue... è dappertutto! E poi...>>
Il suo tono è cambiato, adesso. Disperato, sconvolto. Nadia, in preda all'orrore, stringe le mie mani un'ultima volta, e ancora più forte.
<<Si scaglia su di lei con odio. Posso... posso sentire il male che ha dentro. È un male assoluto. È...>>
Riesco finalmente a far scivolare le mani fuori dalle sue.
Sbatte le palpebre per la prima volta da quando ha iniziato a parlare, e mi rendo conto che la visione è giunta al termine.
<<Nadia...>> le dico, sottovoce.
Esita, socchiude le labbra. Chiude gli occhi, poi inizia a singhiozzare e infine scoppia a piangere. Ed è un pianto isterico.
So che serve a scaricare la tensione, perché è capitato anche a me.
Ciò che non riesco a capire è...
Come sia potuto accadere.
Nadia, toccandomi, ha visto l'omicidio di mia madre. Quando mi ha stretto le mani nelle sue. Ma prima, quando l'ho sentita gridare, che cosa è successo?
È possibile che non appena i nostri corpi sono entrati in contatto, parte delle mie... capacità... sia arrivata a lei, trasmettendole segnali legati al momento in cui mia madre è stata uccisa?
D'altro canto, per quanto mi riguarda, durante gli ultimi giorni non ho più avuto visioni.
Vorrei domandarle di più. Chiederle che cosa ha visto quando ha urlato, in preda al terrore. Prima che la raggiungessi.
<<Nadia...>> sussurro, non appena smette di piangere.
Solleva il viso verso di me. È una maschera di panico.
<<Che cosa è successo quando eri sola, Nadia?>>
Scuote la testa.
<<È vicino. Molto vicino. E ne ha scelta un'altra. Ho visto ciò che le vuole fare. Io l'ho visto. Sta per succedere, Verdiana. Sta per succedere, ed è orribile. Ciò che ha in mente... è orribile.>>

Verdiana leggeva il futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora