Capitolo 54: Barche in mezzo al mare

20 4 0
                                    

Spartaco manda giù il caffè, e siccome Clara decide di non volerlo, beve anche il suo.
<<Ricordi che ci fosse un ragazzo con voi, quella sera, in Piazza Castello, durante gli Mtv Days?>> le domanda, guardandola. Esita per un istante, poi aggiunge: <<Un ragazzo... che indossava una maglietta dei Nirvana?>>
La fissa per un lungo momento prima che lei risponda, poi aggiunge: <<Lo so, penserai sia assurdo che ti chieda un dettaglio del genere. Non spero davvero che ti venga in mente qualcosa. Soltanto... ci sto provando.>>
Clara prende il cucchiaino da caffè, lo fa girare tra le dita sottili, esili. Scuote la testa.
<<No, mi dispiace.>>
<<Non ricordi o non c'era nessun ragazzo con voi?>>
<<Non c'era. Eravamo sole. Abbiamo trascorso la serata in Piazza Castello, è vero. Abbiamo assistito al concerto di diversi gruppi. In effetti...>>
Si interrompe per un istante, guarda fuori dal locale. Il traffico scorre a rilento, nel solito viavai di automobili, pullman, taxi e tram. I portici sono pieni di gente che passeggia.
<<C'era... una cover band dei Nirvana. Lo ricordo perché... beh, sono cresciuta con le loro canzoni. Ma non siamo state in compagnia di ragazzi. Eravamo soltanto io e Lara.>>
<<Lara si è fermata un weekend, giusto?>>
<<Sì. Abbiamo trascorso insieme anche la mattinata successiva. Abbiamo fatto colazione in centro. Chiacchierato ancora un po'. Ma la seconda sera non ci siamo viste. Mi disse che aveva da fare.>>
<<Quando è ripartita per la Toscana?>>
<<Il giorno dopo, se non sbaglio. Anche se è trascorso tanto tempo. Potrei confondermi.>>
<<Certo. Quindi, la seconda sera Lara è rimasta a Torino, ma non siete state insieme.>>
<<Esatto.>>
<<E c'erano ancora gli Mtv days, giusto?>>
<<Sì. Duravano tutto il weekend.>>
<<Lara potrebbe esservi andata da sola>> dice Spartaco, più
riflettendo a voce alta che non parlando con Clara Ravanelli.
<<Potrebbe, immagino. Ma se l'ha fatto, il giorno dopo non me ne ha parlato.>>
L'investigatore annuisce.
Se il ragazzo con la maglietta dei Nirvana si era trovato a Torino insieme alla madre di Verdiana, doveva essere successo la seconda sera. Oppure la visione di Verdiana potrebbe essere inesatta. Dopotutto, ha sbagliato già una volta.
Spartaco sospira. Si strofina gli occhi. Guarda l'ora. Le nove e mezza. Tira fuori il cellulare.
Spento. La batteria è andata.
Si domanda come se la passino Verdiana e Nadia in hotel, e soltanto in quel momento realizza quanto tempo sia rimasto in giro.
<<Grazie della collaborazione, Clara. Mi sei stata molto utile.>>
La donna annuisce. Si passa una mano tra i capelli lunghi e biondi. Ha l'aria stanca.
<<Su che cosa stai indagando, se posso domandarlo?>>
<<È una lunga storia>> risponde Spartaco, <<e non posso entrare nei dettagli.>>
<<Ma in che modo riguarda l'omicidio di Lara? È stato... riaperto il caso?>>
<<No, non che io sappia. Lavoro per conto della sua famiglia. Un compito di routine.>>
<<Capisco. Beh, Spartaco.... spero con tutto il cuore che la verità verrà fuori, un giorno o l'altro.>>
Spartaco annuisce. Si guarda le mani, istintivamente. Sono ruvide, callose. Mani che tante volte hanno scavato nella terra usata per nascondere il marcio del mondo. Raccontano storie che, nel tempo, hanno intrecciato la sua. Lara Beltrami è una di queste adesso, pensa.
<<Vorrei dirti che la giustizia farà il proprio corso, Clara. Ma la verità è che non ne sono sicuro.>>
<<Non è giusto.>>
<<No, non lo è. È così che funziona. Questo lavoro... è una caccia continua. Ogni giorno, ogni notte. Per uno stronzo che finisce dietro le sbarre, ce ne sono dieci che la fanno franca. Una ragazza come Lara Beltrami viene assassinata a coltellate nella vasca da bagno, e ancor prima di far partire l'indagine dobbiamo accettare il confronto con la realtà. Venire a patti con il fallimento che è lì ad attenderci, dietro l'angolo.
Lara è morta, sua figlia è cresciuta senza la madre. Suo marito ha perso la donna che amava. E chi l'ha ammazzata è a piede libero, chissà dove. No,>> dice infine, <<non è giusto. Possiamo soltanto andare avanti. Barche in mezzo al mare.>>
<<Barche in mezzo al mare. Certo. È così che ti senti?>>
Annuisce. Vorrebbe dell'altro vino, adesso.
<<A volte. Una barca che ha rotto la bussola.>>
<<Per questo sei diventato un investigatore privato?>>
La guarda negli occhi. Verdi e grandi, lo fanno sentire quasi in imbarazzo, tanto sono magnetici.
<<È uno dei motivi. Ma non l'unico.>>
Clara lo osserva con espressione interrogativa, e Spartaco ha l'impressione che ora lei sia molto più a suo agio. E che abbia voglia di trascorrere altro tempo in sua compagnia.
<<Abiti in Toscana?>> gli domanda.
<<No. Anche questa è una storia lunga.>>
La donna rimane immobile a guardalo per qualche istante. Nessuno dei due parla.
Si morde il labbro, osserva le tazzine di caffè vuote. Quando rompe il silenzio, lo fa lentamente, tenendo gli occhi bassi.
<<Non so come tu sia finito in mezzo a questa storia. Ma il modo in cui è stata uccisa...>>
Si blocca. Scuote la testa. Chiude gli occhi.
<<Non lo meritava. Nessuno merita una cosa del genere. Hai un sospetto, vero?>>
Spartaco non vorrebbe rispondere, ma alla fine lo fa.
<<Può darsi. Soltanto che è la caccia a un fantasma.>>
<<Chi è?>>
<<Non lo so. Non ancora, almeno.>>
<<Per questo mi hai domandato se eravamo con un ragazzo? Pensi che sia stato un suo amico, ad ucciderla?>>
<<Non penso niente. Ho soltanto alcune piste da seguire. Ma è una storia troppo vecchia. Lara aveva molti amici? Amici maschi, intendo.>>
<<Non...>>
Clara si blocca. Rimane immobile per un lungo momento, come se all'improvviso si fosse trovata di fronte a qualcosa che aveva dimenticato.
<<Che cosa c'è?>>
<<Niente. Quando mi hai parlato di amici... beh, ecco. Non ci pensavo da un'eternità, sai.>>
La sua espressione è mutata. Spartaco non è sicuro di riuscire a definirla.
<<Dimmi tutto ciò che ti passa per la testa. Potrebbe rivelarsi utile.>>
<<Insomma... c'era un ragazzo, in effetti. Uno... in particolare. Frequentava la nostra scuola, ma non era in classe con noi. Un tipo strano, sì.>>
<<Che tipo? Ricordi il suo nome?>>
Ci pensa su per qualche istante e poi scuote la testa.
<<No. È successo... talmente tanto tempo fa... che non lo ricordo.>>
<<Che cosa è successo?>> domanda Spartaco, sorpreso, sporgendosi verso di lei, i gomiti appoggiati al tavolo.
Clara esita. Si stringe nelle spalle.
<<Per favore, Clara. Potrebbe essere davvero molto importante. Anche se ti sembra una stupidaggine.>>
<<Non ricordo il suo nome. So solo che a un certo punto, lui e Lara erano diventati piuttosto... amici, credo. Allora io e lei non eravamo ancora così intime come sarebbe accaduto in seguito durante il liceo. Ma c'è stato un periodo in cui... li vedevo spesso insieme. Durante l'intervallo, sai... o all'uscita. Facevano anche la stessa strada per tornare a casa.>>
<<Perché ti è venuto in mente questo ragazzo?>>
Clara sospira.
<<Perché... è una storia triste. Ha smesso di frequentare il liceo durante le vacanze di Natale del primo anno.>>
<<Cos'è accaduto?>>
Chiude gli occhi, se li strofina. Quando li riapre, sembra ancora più provata.
<<All'epoca ne hanno parlato per mesi e mesi. I giornali, le tv... e naturalmente tutti a scuola. Il padre del ragazzo durante le vacanze ha ucciso la madre e poi si è suicidato, tagliandosi la gola. Davanti a lui.>>
Spartaco rimane immobile, impietrito dalla scoperta. Con un cenno della mano, chiama il cameriere e ordina un'altra bottiglia di vino

Verdiana leggeva il futuroWhere stories live. Discover now