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Aleksander
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Quando arrivo dinanzi alla villa dei Laveau l'abitazione è totalmente immersa nel buio, sembra che non ci sia nessuno in casa, perché dalle finestre non riesco a percepire nessun movimento e nessuna luce, eppure Maëlle mi ha assicurato di essere dentro.

Mi ha ordinato di entrare dalla porta sul retro, perché l'avrebbe lasciata aperta appositamente per me, anche se io non sono per niente d'accordo con la sua decisione.

Una donna sola in casa non dovrebbe mai lasciare aperta una via d'accesso, Parigi è piena di malintenzionati e non mi sento tranquillo sapendo che non c'è nessuno con lei.

Maëlle è molto fortunata, vive in una bella villa, è nella zona più ricca della città, ha una famiglia che si prende cura di lei e non le fa mancare nulla, nonostante siano entrambi poco presenti. Sembra vivere in un altro mondo, un mondo dove loro ricchi sono intoccabili e irraggiungibili, ma probabilmente non sa nemmeno che la città brulica di persone che ucciderebbero per poter avere quello che ha lei.

Nel quartiere dove sono nato e cresciuto, si registra almeno una lite o una sparatoria al giorno, vivere a Parigi non è sempre rose e fiori. Lo è solo per i turisti e per le persone facoltose, per chi come me viene dalla periferia ogni giorno è una lotta.

Ma per fortuna sono arrivato da lei il prima possibile e, seguendo le sue indicazioni, entro in casa dalla porta sul retro.

La cucina è completamente immersa nel buio, non si sente nemmeno un rumore, a eccezione dei passi di Maëlle al piano superiore.

Avanzo velocemente verso le scale poi inizio a chiamare il suo nome, così da avvisarla della mia presenza.

« Finalmente sei arrivato, ero convinta non venissi mi più »

Mi dice affacciandosi dalle scale e rivolgendomi una delle sue classiche espressioni, per cercare di intenerirmi.

« Sono passato a prendere il tuo dolce preferito, così domani mattina possiamo fare colazione, l'ho lasciato sul tavolo in cucina »

Le mie parole la fanno elettrizzare come una bambina e, velocemente, scende le scale e mi raggiunge. Stringe le sue esili braccia intorno al mio corpo e io mi inebrio del dolce profumo di albicocca che emanano i suoi capelli scuri.

« Questo è un punto a mio favore, così non potrai più dire che io con le donne non ci so fare »

Appoggia la testa sul mio petto per nascondere il sorriso che le ho suscitato, così le passo una mano fra i capelli accarezzandoli delicatamente.

« I miei genitori tornano domani, questo vuol dire che abbiamo la casa tutta per noi e, ho organizzato un cosina che sono sicura ti piacerà »

Mi prende la mano e mi conduce al piano inferiore, di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza. Ma questa casa è così grande che sarei in grado di perdermi al suo interno.

Attraversiamo un lungo corridoio, costernato da piccole porticine in legno, fino a giungere dinanzi a una porta in vetro che, lascia intravedere dall'altro lato una meravigliosa piscina.

Fa ridere pensare che a casa mia non c'è nemmeno lo spazio per poter ospitare mio cugino durante i suoi viaggi di lavoro a Parigi, mentre qui c'è addirittura una spa immensa. Adesso capisco cosa sono tutte quelle porte in legno, spogliatoi, sauna e bagno turco come una vera spa di lusso.

Quando entriamo nella vera e propria spa mi rendo conto che non c'è solo un'immensa piscina, ma anche una vasca idromassaggio, piena di bolle e petali di rose.

Midnight in ParisOù les histoires vivent. Découvrez maintenant