18.

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Noah

Ivy sta dormendo al mio fianco, i capelli biondi le ricadono sul viso e il respiro affannato smuove persino le coperte che avvolgono il suo esile corpo. Le passo lentamente una mano sulla lunga chioma bionda facendo attenzione a non darle fastidio perché non voglio svegliarla, voglio solo tenerla stretta a me il più possibile e non lasciarla più.

Le sue parole rimbombano ancora nella mia testa, lei andrà via quindi non potrò andare a prenderla tutti i giorni dopo il tirocinio, non le potrò più portare la sua cioccolata preferita quando sarà triste, non ci sarò io a rassicurarla quando non si vedrà bella, quando non crederà di essere abbastanza brava, abbastanza intelligente.

Ma lei è forte.

Ivy è la donna più determinata di questo mondo e so che senza di me sarà in grado non solo di camminare da sola, ma anche di spiccare il volo.

Ma io senza di lei sarò in grado di andare avanti?

Ivy è stata il mio più grande sostegno e quando nella mia vita tutto andava male lei è sempre stata al mio fianco a stringermi la mano e a darmi forza. Non le impedirei mai di realizzare i suoi sogni e non le chiederei mai di rinunciare alle sue aspirazioni per me, ma continuo a chiedermi perché tutta questa paura di parlarne con me?

Cerco di non muovermi troppo e prendo il cellulare poggiato sul comodino, sono già le quattro del mattino e non sono riuscito a prendere sonno. Dopo l'ennesima manciata di minuti senza riuscire a dormire decido di alzarmi dal letto cercando di non fare molto rumore perché non voglio svegliarla.

Resto qualche istante ad osservarla, è più bella che mai.

Scavo nelle tasche del mio cappotto, dove sono presenti numerose cianfrusaglie inutili perché mi dimentico sempre di svuotarle, e tiro fuori il pacco di sigarette mezzo vuoto. 

Apro la finestra per non disturbarla con la puzza di fumo e la luce soffusa dei lampioni svela un'atmosfera piuttosto tranquilla. Nelle strade deserte a quest'ora non passeggia nessuno, sento solo in lontananza il rintocco dell'orologio della cattedrale.

Fumo lentamente quella sigaretta mentre mi godo una Parigi notturna, calma e silenziosa, alla quale non sono abituato affatto.

Ivy inizia ad agitarsi leggermente, si volta prima da un lato e poi dall'altro ed emette dei leggeri mugolii. È solita fare così quando il suo sonno è poco tranquillo così getto giù la sigaretta quasi finita e mi avvicino a lei per poterla tranquillizzare.

Aurore

« Andiamo in montagna per Natale? »

Dico entrando in cucina per la colazione dopo aver udito le parole dei miei genitori.

« Il signor Keller ci ha invitati nella sua baita in Svizzera, è una buona occasione per tuo padre per chiudere un affare in corso da diversi mesi, ma non ce la sentiamo di lasciarti sola per Natale »

Ah, quindi io non sono inclusa nella vacanza.

« Non preoccupatevi per me, io ho un esame subito dopo le feste e non posso muovermi da qua »

Metto l'acqua nel bollitore per preparare il tè mentre sento addosso gli occhi insistenti dei miei genitori che mi squadrano dall'alto al basso.

Midnight in ParisWhere stories live. Discover now