Tutti hanno paura

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Ho sentito subito che fare il funerale a Roma non sarebbe stato quello che Manuel avrebbe voluto. Per questo ho organizzato tutto per fare in modo che potessimo svolgerlo ad Amadora, dove avrebbe voluto lui.

Abbiamo avuto non pochi problemi per portare il corpo fino a qui, ma ce l'abbiamo fatta. Alla fine siamo tutti qui per salutarlo.

Mentre salgo verso il leggio accarezzo la bara di legno scuro che ho scelto. L'ho presa della tonalità più scura che ho trovato perché volevo che fosse del colore dei suoi occhi dato che non li rivedrò mai più aperti.

Salgo i gradini di marmo della chiesetta dove Manuel è stato battezzato e mi sistemo una ciocca di capelli prima di portare il microfono vicino alle labbra.

"Inizio col ringraziare tutti voi che siete qui a ricordare uno dei ragazzi migliori che io abbia mai conosciuto." Esordisco cercando di sembrare sicura di quello che mi esce dalla bocca.

"Manuel Santos, mio cugino." Pausa. È prevista dallo script del discorso che ho studiato negli ultimi giorni.

"Lui non avrebbe chiesto niente oggi, a nessuno di noi, ne sono certa perché Manuel non chiedeva mai le cose. Lui se le prendeva da solo, con le sue medesime forze. Lui era una forza della natura, e come tale, non si trovava sotto il comando di nessuno. L'unica cosa che ha desiderato per tutto il tempo che ho passato con lui è stato il tuono, come lo chiamava lui, la sensazione che gli dava stare in sella alla sua motocicletta.

"Manuel ha vissuto per tutta la sua vita, ha lasciato un'impronta nel cuore di così tante persone che sarà difficile dimenticarsi di lui. Non ha lasciato rimpianti, ma tanti ricordi. E noi tutti ci ricorderemo che lui era qui, ha amato, ha vissuto e ha fatto tutto quello che desiderava, che forse era anche di più di quello che si aspettava."

Mi viene da piangere e da ridere allo stesso tempo perché lui non ha sicuramente idea di quanto abbia fatto per me.

"Ha portato gioia, ha portato scompiglio e cambiamenti, ma più di qualsiasi altra cosa, ha portato amore. Ci ha riempiti del suo amore e ha reso tante persone felici. E fiere. Io sono fiera e orgogliosa di quello che ha fatto in questo mondo mio cugino."

Mi fa pensare il fatto che effettivamente Manuel sia riuscito a portare amore nonostante non si considerasse capace di provarlo, ma le cose cambiano, in fondo. Lo hanno sempre fatto e continueranno a farlo.

"Poche persone conoscono la nostra storia: io e Manuel ci siamo incontrati solo alla fine di questo maggio, ma io lo conoscevo da anni. Mia madre mi ha vista crescere ascoltando i racconti di mio zio su Manuel e la mia infanzia era piena di lui.

"Io sono piena di lui." Non metterò mai di esserlo. Si è impigliato nei miei occhi.

"Non so contare quanti anni io abbia passato a cercare di assomigliare a quel ragazzo con cui stavo crescendo, senza mai vederlo, senza mai sentire la sua voce o incrociare i suoi occhi. Quando l'ho potuto incontrare pensavo che sarebbe stato per sempre, ma le cose più belle sono destinate a consumarsi in fretta. Sono come farfalle: stupende, ma dalla vita breve. O consideratele come fiori di ciliegio. Io in quei fiori vedo lui"

Un'altra pausa. Questa non era prevista, ma me la prendo perché le lacrime mi stanno soffocando.

"Se Manuel mi ha insegnato una cosa, quella, è sicuramente che siamo noi a scegliere chi siamo, e siamo sempre in tempo per essere la versione migliore di noi.

"Lui ha perso i suoi genitori uno alla volta, si è trovato a fare i conti con un'adolescenza segnata dall'assenza di una figura materna e gli errori di quella madre, ma ha tirato avanti per suo padre. Il suo punto di riferimento e migliore amico. La persona di cui si sarebbe sempre fidato. Manuel e Michael, per quello che ho saputo, erano il padre e il figlio più legati su questa terra e sono certa che ora, in qualsiasi luogo si trovino, staranno correndo sulle loro motociclette dimenticandosi completamente che noi siamo qui."

Io che sento i tuoniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora