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La ragazza venne afferrata per un braccio da qualcuno che cominciò a trascinarla con forza. La guardia le fece girare attorno al corpo della dipendente della C.A.T.T.I.V.O. per poi continuare a tirarla fino alle vetrate.
«No no, aspetta»
provò a protestare Ada agguantando la mano di chi la stava portando via,
«Che vuoi? Dobbiamo muoverci»
la zittì la voce femminile dietro alla maschera,
«Chuck- il suo corpo, non possiamo lasciarlo qui»
cercò di dire con il respiro affannoso,
«È morto ormai, accettalo e lascialo perdere».
La giovane tentò a tutti i costi di liberarsi nonostante i suoi muscoli fossero già indolenziti, la donna non incontrò difficoltà nel trattenerla. Strinse però la presa e, per essere sicura, le diede un potente strattone facendola scivolare e quindi perdere l'equilibrio. La ragazza tentò di rimettersi in piedi e puntare i talloni ma un'altra figura la prese per il braccio libero aumentando la forza che doveva contrastare.
«Quel ragazzo è vivo! Ascoltatemi!»
disse agitandosi e muovendo le braccia ma i due la lanciarono oltre vetrate e le puntarono i fucili contro,
«Ragazzina muoviti e segui i tuoi compagni, oppure rimarrai con quei morti là dentro»
la minacciarono con voce ferma. La giovane si tirò su a fatica, non appena notò le due armi direzionate verso di lei spalancò gli occhi spaventata. Un brivido di terrore le percorse la schiena mentre il formicolio che aveva provato prima si presentava di nuovo.
«Gally è vivo»
mormorò posizionandosi meglio per rimettersi in piedi, si voltò verso i Radurai che erano stati radunati alle sue spalle e rimase immobile per diversi secondi. Uno spintone la costrinse a muoversi in avanti, si mise in fila senza dire nulla e rimase in silenzio mentre gli ultimi ragazzi finivano di arrivare. Thomas e Teresa si piazzarono subito dietro di lei, si tenevano per mano ed il ragazzo era visibilmente scosso: i suoi occhi erano rossi e spenti mentre le dita libere tremavano. Ada distolse subito lo sguardo, non voleva per alcun motivo vedere Thomas in quelle condizioni. Un uomo si mise in testa al gruppo, era l'unico senza una maschera sul volto. Aveva i capelli neri e un viso giovane ma stanco e pieno di rughe intorno agli occhi, come se avesse trascorso ogni giorno della sua vita a preoccuparsi di come arrivare a quello successivo.
«Non c'è tempo per le spiegazioni»
disse con voce la affaticata,
«Seguitemi e correte come se fosse una questione di vita o di morte. Perché lo è.»,
Con quelle parole, l'uomo fece alcuni cenni ai compagni tenendo teso davanti a sé il braccio con cui brandiva la pistola. La stanza da cui erano appena usciti tutti i Radurai era ancora scossa da colpi di pistola e grida di agonia, ma Ada fece del suo meglio per ignorarli e seguire le istruzioni.
«Andate!»
gridò da dietro uno dei salvatori. Quella fu l'unica parola che la Velocista riuscì a captare in quel momento. Dopo una brevissima esitazione, i Radurai seguirono l'uomo, quasi pestandosi i piedi a vicenda nella foga di uscire da quella stanza, andando il più lontano possibile dai Dolenti e dal Labirinto. La ragazza guardò un'ultima volta alle sue spalle, non scorgeva più il corpo di Chuck in mezzo a tutti i cadaveri che c'erano ma sapeva che sarebbe rimasto lì a marcire. Questo le fece venire la nausea. Il fatto di lasciarlo lì, tutto solo in mezzo a corpi di persone schifose quali erano state i Creatori, le faceva venire il voltastomaco. Chuck meritava di meglio piuttosto che stare in mezzo a soggetti del genere. La giovane avrebbe voluto correre da lui e portarlo via, trascinarlo fuori anche solo con le sue forze. Non le importava se avesse dovuto percorrere infiniti corridoi o rampe di scale, avrebbe portato via da quell'orribile posto la salma di quel povero ragazzino. Prese la perlina che lui stesso le aveva regalato e se la passò sulle dita, la sua superficie irregolare la fece sorridere, era proprio da Chuck fare un lavoro così imperfetto ma bello allo stesso tempo. Chiuse gli occhi ed immaginò una piccola lapide in mezzo ad un campo di margherite, nella pietra c'era inciso il nome del ragazzino e davanti ad essa erano stati poggiati dei fiori. Una lacrima calda le percorse la guancia. Promise a sé stessa che un giorno avrebbe reso realtà quel piccolo sogno.

Scusami Chuck

Pensò sentendosi in colpa, il suo non poter fare nulla la faceva sentire inutile. Il suo migliore amico era morto e lei non poteva dargli nemmeno una degna sepoltura.
Si slegò dal polso il pezzo di maglietta di Jeff e ci infilò la perlina di Chuck per poi rilegarlo.

Maze Runner- La ChiaveWhere stories live. Discover now