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Ada si svegliò più presto che poté, guardò l'orologio che aveva al polso per sapere l'orario. Prese il bigliettino che le aveva dato Frypan, lo girò e ci scrisse sopra

"Non dite a Teresa il mio nome, ditelo anche agli altri, poi vi spiegherò"

firmò con il proprio nome. Cercò Clint e lo trovò nella stanza di Thomas addormentato seduto su una sedia, gli aprì delicatamente la mano e ci mise il foglietto chiudendoci poi il pugno attorno. Gli accarezzò la guancia e si fiondò verso le scale scendendo velocemente i gradini, infine si mise a correre verso la zona dei pasti. Notò Minho e Newt seduti ad un tavolo. Si avvicinò a tutta velocità ai due fermandosi poco prima di sbattere contro il legno
«Ci sono, posso uscire nel Labirinto»
disse con il fiatone appoggiandosi al tavolo
«Lo so cosa è successo ieri ma-»
Newt la bloccò
«Sei letteralmente collassata mentre tornavate, non puoi uscire di nuovo, pure Alby lo ha detto»

Collassata?

La giovane guardò Minho con aria interrogativa
«Sì, mi sei collassata tra le braccia»
disse il ragazzo
«Ma io devo uscire, senti, non posso rimanere ferma qui»
il ragazzo biondo la guardò male
«Ho detto di no»
disse serio.
«Posso farcela, giuro che posso»
il Secondo in comando scosse la testa: non voleva muoversi dalla sua posizione.
«Ascoltami, dammi un'ultima possibilità, oggi andrà bene, lo giuro su chiunque tu voglia... lo giuro sulla mia vita»
ella gli prese le mani cercando di convincerlo, il silenzio cadde.
«Sicura che puoi?»
le chiese Minho di punto in bianco
«Minho, no-»
si intromise Newt
«Sì, ne son sicura»
il biondino venne completamente ignorato, il Velocista allontanò il piatto da sé ed appoggiò le mani aperte sul legno alzandosi in piedi
«Va bene, vieni che ti do la tua roba»
disse spostandosi, il voltò di Ada si illuminò
«Ma Alby ha detto-»
provò Newt
«Lo so cosa ha detto Alby e me ne prenderò le conseguenze»
la ragazza sorrise.

«Grazie»
disse seguendo il ragazzo
«Passerò dei guai se non aiuterai»
le rispose porgendole la stessa roba del giorno precedente
«Farò del mio meglio».

Ada si lavò in fretta e si cambiò i vestiti, gli altri puzzavano di sudore fino a far schifo. Si sistemò e si diresse, assieme a Minho, alla porta orientale che aveva cominciato ad aprirsi durante il tragitto, Newt quella volta non li aveva seguiti
«Non hai detto niente sul fatto che ti ho aggredito, vero?»
l'orientale fece spallucce
«Forse»
«Grazie»
«Non ho fatto chissà cosa»
«Mi avrebbero mandata ne Labirinto, quindi mi hai salvato la vita»
«Sono un eroe lo so, ora andiamo»
Ada annuì ed insieme cominciarono la corsetta lungo il corridoio, svoltarono l'angolo e si inoltrarono nel Labirinto.

Come il giorno prima fecero qualche pausa per bere e varie cose per poi tornare a correre.
«Oggi te la senti per guidarmi tu fino alla Radura?»
le chiese Minho sbrigativo
«Credo di sì»
«Bene».

Il duo non conversò quasi per niente, sarebbe stato soltanto uno spreco di fiato. Ada si concentrò molto di più su dove svoltare e cosa fare anche se per il suo cervello fu di nuovo naturale il percorso, si accorse persino che i muri si erano spostati

Il Labirinto cambia ogni notte, è ovvio che si spostino

Si disse la giovane continuando a correre. Si mise per un paio di secondi a fissare il vuoto e si perse nel ricordo che aveva ripreso durante notte. Esso era sempre più sfocato nella sua testa ma aveva ben impressa la canzoncina, tanto che, senza volerlo, cominciò a fischiettarla. Minho si lasciò trasportare da quel suono per un minuto circa, poi alzò il braccio per dire di fermarsi e si bloccò
«Cos'è?»
chiese respirando a pieni polmoni
«La suonava mia madre al pianoforte, è rilassante»
il ragazzo orientale annuì piegandosi in due
«Ti ricordi di lei?»
«Poco, tu?»
«Io di tua madre non so niente»
Ada lo guardò male
«Intendevo della tua, testa di pive»
«Ahhhh»
il giovane si rimise dritto
«Allora la risposta non cambia»
«"Io di tua madre non so niente"?»
domandò Ada con un tono da finta stupida
«No, non so niente nemmeno di mia madre, che sciocchina che sei»
rispose mettendo una gentilezza falsissima nell'ultima parte della frase.
«Idiota»
la ragazza roteò gli occhi
«Come scusa?»
«Ho detto "Idiota", oltre che stupido sei pure sordo?»
Minho assottigliò lo sguardo
«Ora vedi»
si allungò per prenderla ma lei si spostò in tempo per poi fargli una linguaccia
«Hai tre anni adesso?»
«Ne ho sempre più di te»
«Se ti prendo, vedi»
provò ancora ad acciuffarla ma la ragazza fu ancora più veloce.
«Sempre se ci riesci, lumaca»
«Ora mi hai fatto proprio incazzare»
la giovane cominciò a correre e il Velocista le si mise subito alle calcagna.
La Fagiolina si destreggiava bene tra i corridoi e l'altro la seguiva minacciandola
«Tanto non ci arrivi».
La nuova svoltò un'ultima volta e si ritrovò di fronte alla Scarpata, era successo tutto talmente in fretta che non aveva nemmeno pensato a dove stesse andando. Percorse tutto il corridoio e Minho le si piazzò davanti
«Ed ora come fai?»
la prese e la strinse.
«Minho mi spezzi le costole»
protestò lei
«Io ti avevo avvertita»
egli la lasciò andare e la guardò negli occhi riconoscendoci dentro qualcosa, gli parve di aver già visto quell'espressione ed un senso di familiarità con la ragazza si fece sentire dentro di lui.

Il duo tirò fuori il pranzo ed entrambi si appoggiarono ad un muro per mangiare. Mentre Ada si alzava avvertì una cosa strana all'altezza della testa, si voltò e spostò delle liane e si rivelò ai suoi occhi una lastra di metallo con sopra incise delle parole di cui la prima lettera di ognuna era scritta in maiuscolo. Leggendole, la ragazza capì che non avevano molto senso tutte assieme
«Catastrofe Attiva Totalmente Test Indicizzati Violenza Ospiti»
lesse ad alta voce, corrugò la fronte
«Ma che caspio significa?»
Minho fece spallucce e la affiancò
«Nessuno ne ha idea, ci sono ovunque qui dentro, certo che non è molto rassicurante come frase».
«C.A.T.T.I.V.O.»
disse la ragazza leggendo soltanto le iniziali di ogni parola
«È un acronimo, e allora?»
le chiese il ragazzo, Ada cominciò a collegare mentre dei ricordi le tornavano alla mente.
«Hai presente l'altra Fagiolina?»
«Sì»
«Bene, la prima volta che si è svegliata si è scritta una cosa sulla mano "C.A.T.T.I.V.O. è buono
Minho non sembrava arrivarci
«Ieri notte si è svegliata ed ha detto la stessa cosa "C.A.T.T.I.V.O. è buono
«Quindi mi vuoi dire che lei c'entra qualcosa con tutto questo?»
la ragazza annuì
«Credo di sì, ho un ricordo di una divisa verde con scritto "Proprietà della C.A.T.T.I.V.O.", poi un altro... lei lavorava per questa cosa, oppure veniva utilizzata come me»
«Spiegati»
«Ricordo che mi usavano per qualcosa e io conoscevo Teresa, non ho capito se ci andavo d'accordo o no ma sono sicura che lei stava in condizioni migliori delle mie»
«Quindi... Potrebbe sapere qualcosa del nostro passato»
«No Minho, la C.A.T.T.I.V.O. è chi ha creato il Labirinto e se lei lavorava per conto loro saprà come farci uscire. I Creatori sono la C.A.T.T.I.V.O
Minho si portò una mano al mento, cominciando a pensare.
I due si sedettero
«Quindi quella lì potrebbe dirci come uscire di qui»
dedusse l'orientale dopo un bel pezzo
«Esatto, dobbiamo solo sperare che abbia ancora le informazioni che le servono».
Il Velocista si alzò e i due tornarono alla Radura più in fretta che poterono, entrambi erano pieni di speranza.

Maze Runner- La ChiaveWhere stories live. Discover now