10.

28 3 5
                                    

Harry finì di vestirsi, Louis lo aspettava impaziente fuori dalla porta. Come Harry uscì, Louis gli sorrise, la felpa gli stava piccola, le maniche arrivavano a metà polso e le spalle erano notevolmente strette, Louis rise prendendolo in giro. Harry lo guardò alzando le sopracciglia rivolgendo lo sguardo agli elastici della tuta che si fermavano a metà polpaccio, in risposta Louis fece una giravolta sfilando lungo il corridoio come se indossasse il migliore dei capi di sartoria. Harry fece un'applauso e rise. Era una cosa da loro. Stavano tornando alla normalità.
<<Sta applaudendo al talento dello stilista o al culo del modelle Mr. Styles?>> chiese ironico Louis.
<<Queste sue insinuazioni mi destabilizzano Mr Tomlinson>>
<<Non faccia il finto tonto, ci sono i precedenti>>
<<Ma non ci sono né prove né testimoni e se non erro non bastano semplici supposizioni per arrestarmi>> Harry continuò a reggere il gioco, non voleva che la loro complicità finisse.
<<Oh andiamo Mr Styles, confessi e basta, le prometto che la condanna non sarà molto dura>>
<<E va bene. Sono colpevole. La colpa però è dello stilista, quella tuta è illegale in almeno 28 stati>> Louis sorrise per il riferimento.
<<Analizzeremo queste nuove prove, processo rinviato>> disse e sbattè il pugno chiuso di una mano sul palmo aperto dell'altra, imitando il martelleto del giudice. Harry rise.
<<È pronto per un altro interrogatorio Mr. Styles>> continuò Louis accennando alla famiglia che li aspettava di sotto.
<<Sarà il mio avvocato difensore?>>  chiese Harry ammicando. Louis si finse sconcertando, spalancando gli occhi e la bocca.
<<Non provi a tentarmi. Sa che la corruzione è punibile? Se lo scordi, al contrario sarò l'avvocato dell'accusa>> Harry annuì.
<<Giusto, direi che me lo merito. Dai andiamo>>

Appena entrarono nella stanza, tutti gli occhi si puntavano su di loro, tutta la sicurezza che sembravano avere fino ad un istante fa, si sgretolò, Harry si strinse nelle spalle, Louis faceva fatica a reggere lo sguardo di sua sorella che lo guardava interrogativa. Voleva dirle che no, non era l'ennesimo sbaglio, voleva dirle che non sarebbe andata come tutte le altre volte ma la verità era che non poteva saperlo e non riusciva a mentirle.
<<Lui resta>> disse semplicemente con lo sguardo ancorato al pavimento. Lottie annuì con gli occhi fissi su di lui, annuì perchè non era affatto sorpresa, era inevitabile, era impossibile opporsi alla forza che li attraeva, non importava quanto fossero distanti, quanti anni fossero passati, quanto male si erano fatti, andavano oltre il tempo e oltre lo spazio, finivano sempre per tornare insieme  per poi ricominciare tutto da capo. Era un circolo vizioso che durava ormai da più di un decennio ed erano maledettamente stanchi, loro e tutti coloro che gli stavano intorno.
<<Ragazze...>> cominciò Harry cercando le parole di un discorso che ancora non aveva preso forma nella sua mente <<Credo che a questo punto abbiamo tutti un deja-vu, e vorrei tanto potervi  giurare che non andrà come le altre volte ma non posso, non avrebbe neanche senso a questo punto.>> tossì leggermente, guardò in basso e poi di nuovo i Tomlinson. <<Mi avete accolto in questa famiglia ormai 13 anni fa ed è stata la cosa migliore che mi sia sucessa, mi dispiace per averlo fatto soffrire, mi dispiace per non essere riuscito a proteggerlo>> parlava solo con loro, ignorando Louis che aveva alzato lo sguardo su di lui. <<Non doveva andare così, non ci saremmo dovuti nascondere, non avremmo dovuto mentire per anni, le bugie ci hanno sotterrato e noi abbiamo lasciato che accadesse.>> Louis lo guardava, il collo leggermente piegato all'indietro, gli occhi che luccicavano, Harry però guardava la sua famiglia, guardava sua nonna che lo ascoltava reggendosi a suo nonno, guardava le gemelle e guardava Lottie che invece aveva occhi solo per Louis e per il modo in cui guardava l'uomo. Lo stesso sguardo di tredici anni prima, quello sguardo che faceva sorridere sua madre, quello sguardo che anche Lottie alla fine aveva visto.

<<Voglio qualcuno che mi guardi come si guardano loro>> disse un giorno alla madre. <<È questo l'amore?>> chiese poi.
<<L'amore è un concetto difficile, sai? Difficile da spiegare, difficile da sentire, fino a quando non lo provi, solo a quel punto lo comprendi ma questo non lo rende più facile. L'amore è sempre difficile, ma è una difficoltà bella, ti pone davanti degli ostacoli e puoi superarli solo con l'altra persona, solo se si rimane veramente uniti, è un gioco, un gioco che non finisce mai ma che vale la pena essere giocato.>> Lottie la guardava, la testa appoggiata sulla mano e gli occhi sognanti.
<<Anche tu troverai l'amore Lots e lo capirai te lo assicuro, a quel punto sarai tu a giocare e dovrai fare di tutto per tenere stretto quel sentimento perché è l'amore che ci rende vivi>> Lottie cominciava a preoccuparsi, lasciò andare la testa e si mise dritta.
<<Ma devo fare tutto da sola? E se io e la persona che amo non riuscissimo a superare gli ostacoli? E se gli ostacoli fossero troppo difficili per essere superati?>>
<<Non essere sciocca, sono sempre tua madre, sarò sempre qua per aiutarti a superare i tuoi ostacoli, tutti noi lo saremo.>> sua madre si voltò a guardare Harry e Louis e sospirò. <<Anche tuo fratello dovrà superare i suoi ostacoli e ho paura che sembreranno insormontabili, ma credo che ci riusciranno, credo che se c'è qualcuno che può farcela sono proprio quei due, ma sarà difficile, avvolte desidererà di non aver mai cliccato play, vorrà mollare, sarà troppo spaventato. È allora che interveniamo noi>> disse voltandosi nuovamente verso la ragazza. <<Gli daremo la spinta di cui ha bisogno.>> Lottie guardò suo fratello, sorrideva, Harry rideva talmente tanto che si teneva la pancia, sicuramente Louis aveva detto qualcosa di stupido.
<<Farò qualsiasi cosa per fargli superare i suoi ostacoli, lo prometto>> sua madre le sorrise.

<<Va bene Styles abbiamo capito. Sei bravo con le parole l'abbiamo sempre saputo anche se le canzoni di mio fratello rimangono le migliori.>> disse Lottie alzandosi e avvicinandosi a due, Harry sorrise, Lottie si butto tra le sue braccia e lo strinse. Era Harry. Lui ricambiò l'abbraccio e lei sotterro la faccia nella felpa.
<<Questo non vuol dire che sei perdonato>> disse con la voce ovattata dal tessuto. <<Ho tante cose da chiederti e dovrai rispondermi seriamente...>>
<<Abbiamo>> la interruppe Phoebe, Daisy annuì.
<<Già ragazzo, è meglio se ti metti seduto>> disse suo nonno.
Solo a quel punto si voltò verso Louis, che era ancora in piedi immobile accanto a lui. Lo guardava ed era bellissimo. Ok, si disse, risponderò a qualsiasi domanda, farò qualsiasi cosa per questo ragazzo, per quest'uomo.

Così prese posto e si preparò all'interrogatorio stile Tomlinson.
<<Taylor>> disse Phoebe <<voglio sapere di Taylor, la storia con Olivia era ridicola, non credo di aver riso così tanto in vita mia ma che mi dici di Taylor? Tu sei qui e lei lo sa?>>
<<Taylor è una bella persona, una persona con la quale si può parlare. Lei sa che sono qui, mi ha dato il coraggio che mi mancava quindi se vuoi sapere se la amo, la risposta è ovviamente no, se vuoi sapere se era l'ennesima copertura e basta, la risposta è sempre no. Lei è di più, siamo amici, stiamo bene insieme ed era una cosa che giovava ad entrambi>> Phoebe sembrava soddisfatta. Daisy all'improvviso ebbe come un illuminazione, una cosa che sembravano tutti aver scordato.
<<Freddie>> disse. Tutti gli altri capirono a cosa si riferiva, si sentì un "oh cazzo". <<Sei pronto a conoscerlo? A conoscerlo davvero, ha 7 anni e una coscienza tutta sua ora>> Harry guardò Louis.
<<Mi piacerebbe>> disse semplicemente.
<<Bene perché potrebbe accadere presto>> disse sua nonna indicando il cellulare di Louis, aveva messo il silenzioso ma lo schermo si illuminava e compariva sopra il nome Briana. Louis lo prese e rispose.
<<Bri>>
<<Senti ho parlato con Freddie e abbiamo pensato che potrebbe saltare un paio di giorni e venire anche Lunedì o Martedì. Tu sei in pausa per due settimane giusto? Non voglio farti fare andata e ritorno per cui verrò con lui>> Louis si pietrificò <<non preoccuparti, non voglio stare a Doncaster, è una cosa vostra, io non c'entro niente. Starò a Londra da un'amica. Va bene? >> Louis guardò Harry.
<<C'è Harry>> disse <<Lui è qui e prima che tu dica qualcosa, è vero che non sono l'esempio di stabilità di cui un bambino ha bisogno, è vero che facciamo tira e molla in continuazione e che è complicato ma non posso continuare ad omettere una parte della mia vita così importante a mio figlio. Voglio che si conoscano. Voglio che Harry conosca Freddie e che Freddie conosca Harry. Si adoreranno, lo sai che è così.>> disse.
<<Non ti ho mai impedito di dirglielo comunque. È una tua scelta ed eravamo d'accordo che fosse troppo complicato quindi non farmi passare da stronza. Ok, falli conoscere e vediamo come va. Ti conviene che il tuo Harry lo tratti bene altrimenti faccio fuori entrambi. Ci vediamo Lunedì Tomlinson, preparati, sappiamo entrambi quanto ti faccia paura questa cosa.>> Louis deglutì rumorosamente. <<Te lo passo>>
<<Papà, te l'ha detto? Vengo Lunedì, dopodomani è Lunedì. Ci saranno tutti?>> si guardò intorno.
<<Si, tutti e...>> il suo sguardo si fermò su Harry.
<<E voglio farti conoscere qualcuno che non hai mai conosciuto di persona>> Freddie rimase in attesa.
<<Davvero?>> chiese il bambino.
<<Si>> rispose suo padre.
<<Era ora>> disse a voce talmente bassa che Louis chiese in automatico:
<<Cosa?>>
<<Niente>> si affrettò a dire lui. <<Dicevo che non vedo l'ora>>
<<Anche io. Non vedo l'ora sia lunedì>> appena chiuse la chiamata si voltò a guardare Harry, si aspettava che fosse spaventato o arrabbiato e invece Harry sembrava solo incredibilmente felice, si alzò e gli gettò le braccia al collo. Louis lo strinse forte.

Erano solo loro due, in tutta la stanza. Solo loro due, in tutto l'universo.

N.A.
Ce l'ho fatta, finalmente.

Auguri al nostro piccolo Freddie che ormai ha 8 anni.

𝑰 𝑨𝒍𝒘𝒂𝒚𝒔 𝑵𝒆𝒆𝒅 𝒀𝒂 | 𝕃𝕒𝕣𝕣𝕪Where stories live. Discover now