Isaac

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ISAAC'S P.O.V

I miei occhi si chiusero. Il buio mi avvolse, come un ombra palpabile. Scendevo nell'abisso dei dimenticati, ma come potevo biasimarli, ero stato via per così tanto tempo, che anche io stentavo a riconoscermi.

L'uomo, mi aveva accolto, avevo sentito le sue mani afferrarmi, sotto le ascelle, ero svenuto. Ma non sapevano che dovevo portare un messaggio.

Degli uomini orribili, mi avevano catturato, e rinchiuso, per tre giorni in una cella, priva di ogni elemento che potesse essere chiamato "aria respirabile" una puzza di morto e uova marce, mi bruciava i polmoni, e la poca luce che traspirava dalla piccola finestrella che avevo sopra il capo, era talvolta oscurata da un pannello di legno che posavano, per disorientarmi.

-Ragazzo! Ehi!Ragazzo svegliati!- la voce dell'uomo che mi aveva soccorso, mi arrivò dolce alle orecchie come una ventata d'aria fresca.

-Isaac...- farfugliai.

-Come?- domandò lui più che confuso.

-Io... mi chiamo Isaac.- affermai, cercando di sedermi. Finchè non mi accorsi di essere legato.

-Dove mi trovo?!- chiesi impaurito, e cominciai a contorcermi.

-Non ti preoccupare, ora ti metto bene...- accennò l'uomo.

-Dove stiamo andando?- domandai questa volta più calmo.

-A Forks, a trovare i tuoi amici.- ero legato su un sedile, da una stretta cintura di sicurezza.

-Ti sbrighi?! Mi viene il mal d'auto... e se non vuoi che ti rimetta in macchina, vorrei essere sollevato, grazie!- esclamai lamentandomi come un bambinello viziato.

-Ecco.- disse. Non era per niente scocciato, come se non avesse sentito le cose poco cortesi che gli avevo detto.

In pochi minuti fui sollevato. Il sedile era in orizzontale per permettermi di dormire serenamente, e si era alzato facilmente con una manopola, posta sul lato.

-Allora Isaac, conosci Scott giusto? Sapevi che sarebbe partito?- mi chiese lui.

-No. Se lo avessi saputo lo avrei seguito, non credi?- risposi io acido, ma questa volta con un po più di gratitudine nella voce. Lui stupito mi osservò, per un attimo, distogliendo lo sguardo dalla strada, che poi rimise subito.

- Spero non ti dispiaccia... Ci vorrà tutto il giorno per arrivarci. Credo che ci fermeremo in qualche locanda per mangiare, e faremo poi subito ritorno alla macchina per continuare il viaggio.- mi disse felice. Questa avventura spericolata aveva un non so che, sembrava fatta apposta per me. Anche se sapevo che dopo aver incontrato Scott, avremo dovuto combattere, proprio come quando era morta Allison, proprio come quando l'orribile spirito del Nogitsune si era impossessato di Stiles, proprio come quando quest'ultimo aveva comandato agli Oni di ucciderla, e proprio quando anche Lydia aveva predetto la morte di lei, che era caduta tristemente atterra, con le lacrime agli occhi. La sua testa appoggiata sul ventre di Scott, mentre era pronta ad abbandonare la vita terrena. Mi mancava così tanto...

Ricordavo tutto di lei, il suo motto "Nous protègeons ceux qui ne savent pas à protèger". Noi proteggiamo chi non si sa proteggere. Molto diverso rispetto a quello della sua famiglia, che come scopo, aveva quello di uccidere chiunque fosse una minaccia per gli Argent, tra cui me e Scott.

Me ne ero andato perchè non volevo vedere le persone a cui volevo più bene,morire, nel tentativo disperato di salvare l'umanità, e gli esseri soprannaturali che non lo meritavano.

Evidentemente sono stato egoista, menefreghista e uno stupido, ma ero troppo travolto dalla morte di Allison per sopportarne delle possibili altre. E anche se mi ferisce dirlo, non sono stato la spalla su cui Scott poteva posarsi ogni momento, come avevo osato promettere, e neanche il valido amico cui copriva le spalle di tutti. Ma adesso ci sono, e sono pronto per una nuova avventura contro l'ignoto.

The Twilight Saga:                The TimeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora