Parte 33 Padre della sposa

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Cosa ci fa qui Emanuele?

Lo osservo con occhi sgranati avvicinarsi ora a Paolo e stringerlo in un abbraccio entusiasta. Deve essere un suo amico o parente, per forza. Sembrano davvero legati. Lo vedo passare oltre ad abbracciare Celeste con modi più posati e farle le sue congratulazioni. D'un tratto, un lampo mi oltrepassa la mente: la voce di Celeste al nostro primo incontro. Molte volte gli uomini faticano a farsi un'analisi di coscienza. Di recente un amico del mio fidanzato è stato lasciato dalla storica ragazza, e non riusciva a capirne il motivo. Ne ha fatto una tragedia.

Ora sento la mia voce, come se la ascoltassi sott'acqua. Su una panchina, in un parco insieme a Celeste, mentre mi racconta come ha conosciuto quello che ormai è diventato suo marito. Non sei l'unica al mondo, non hai idea di quante relazioni intricate esistano. Il cuore prende a battermi forte, mentre realizzo perché questa storia mi suonasse tanto familiare. Il mio ex mi aveva raccontato una vicenda molto simile successa ad una coppia di conoscenti.

Oh, mio dio. Paolo è un amico di Emanuele, e ora è sposato con Celeste!

Come ho potuto non fare questo collegamento? Come ho potuto non ricordarmi di Paolo? L'ho incontrato solamente un paio di volte in tutti gli anni di relazione con Emanuele, dopotutto.

Carolina sembra ancora più confusa di me, ondeggia incerta sui tacchi.

"Quei due si conoscono?"

"A quanto pare, sì. Oh, mio dio...".

Mi interrompo quando il mio ex fidanzato si volta e, notandomi, si dirige a passo svelto nella mia direzione. Coraggio, Marta. Controllati. Lo puoi affrontare. Carolina mi sostiene un braccio senza dire una parola, mettendosi al mio fianco con le spalle rigide e gli occhi puntati su di lui. Ci saluta appena arriva a pochi passi da noi.

"Ciao, ragazze." Il suo tono è calmo, ma posso distinguere una certa nota di disagio.

"Ciao, Emanuele. Tu... sei amico di Paolo."

"E tu sei amica di Celeste."

Entrambi ci guardiamo con evidente imbarazzo. Nessuno di noi si aspettava di trovare l'altro qui. Io ripenso improvvisamente all'ultima volta che l'ho avuto di fronte. Prima ricordavo quell'episodio con timore e ribrezzo, ma ora, dopo tutte le evoluzioni che ho dovuto attraversare, è un ricordo un po' sbiadito.

Gli rivolgo un mezzo sorriso, poi lui, impacciato, si congeda.

"Beh, ci becchiamo in giro, allora", e si allontana senza voltarsi.

Ho bisogno di restare un momento da sola.


Ho esplorato per qualche minuto l'interno del castello, salito la maestosa scalinata, passeggiato per i corridoi del primo piano le cui pareti sono in buona parte occupate da specchi, dipinti e arazzi. Alcuni corridoi si affacciano sul giardino interno con vetrate vertiginosamente alte. Osservo con attenzione i miei sandali che ticchettano sulle piastrelle dal motivo geometrico, cercando di concentrarmi su come mi senta.

Emanuele è qui. Era a disagio e faticava a reggere il mio sguardo. Deve aver seguito una terapia, da quello che ricordo dopo l'ultimo messaggio ricevuto da lui, e in effetti non mi è più parso di vederlo così da molti mesi a questa parte. E io, invece, come mi sento?

Difficile darmi una risposta. Sono al matrimonio della figlia dell'uomo che amo, con cui ho avuto una relazione tanto intensa che non potrò mai dimenticare, che ho interrotto io, perché volevo fare la cosa giusta nonostante i sentimenti che provavo. Ora lui ha lasciato sua moglie, ma la situazione sospesa tra noi non è cambiata. Non mi ha cercata per farmelo sapere, ha proseguito con la sua vita. Certo, sei stata tu a fargli capire che non avevi nessuna intenzione di ascoltarlo, ogni volta che ti ha cercata dopo esservi lasciati. E' vero, non volevo che lui rovinasse il suo matrimonio stando con me e ho interrotto quello che c'era tra noi. Se ora lui ha lasciato sua moglie e non ha voluto tornare con me, significa che la nostra relazione non aveva e non ha alcuna speranza.

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