Parte 24 Guardarlo andare avanti con la sua vita

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Intorno alle 21, i miei genitori si sono assicurati che stessi bene, si sono raccomandati che andassi a dormire presto, e poi sono usciti per il lavoro.

Ora in fretta e furia raccolgo un vestito, mi controllo allo specchio e mi do un buffetto sulle guance per dare un po' di colore, chiudo a chiave la porta e mi avvio a passo spedito fuori da casa, in direzione della strada opposta. Filippo dovrebbe aspettarmi lì sulla sua auto.

Lo vedo da lontano e inizia a battermi violentemente il cuore.

Non so bene cosa stia facendo. Cosa dovrei dirgli? Che ho trascorso il pomeriggio con sua figlia, preoccupata che i suoi genitori si lascino? Con che diritto oggi avrei potuto darle dei consigli su quello che mi ha confessato? Non sono sua amica, ma suo padre non mi è indifferente. Non potevo suggerirle altro che parlarne con lui. E ora non posso certo dire a suo padre quello che lei mi ha confidato.

Proseguo sull'asfalto con il passo accelerato, in preda alla più totale ansia. Quando arrivo al lato del passeggero, apro in fretta la portiera, mi guardo intorno e salgo con decisione, completamente all'oscuro di quello che avrei detto, infine.

Lui si avvicina per salutarmi con quello che parrebbe essere un semplice bacio a stampo. So che dovrei ragionare con attenzione, ma tutto quello che ho in testa si scioglie completamente non appena sento le sue labbra sulle mie. Ricambio il bacio attirandolo con le braccia più vicino a me, cerco con la lingua la sua, premo il volto contro il suo con aggressività, prendo ad ansimare come se non potessi respirare.

Non so cosa mi prenda. Tutto quello che è successo da quella maledetta telefonata dell'ospedale in poi, mi ha fatto capire prima di ogni altra cosa che no, io non sono sua per nulla, né lui tantomeno è mio. Lui è prima di tutto marito, padre e figlio di qualcun altro. Io non sono nessuno in tutto questo quadretto. E adesso, sentirlo completamente per me, mi fa impazzire. E' l'unico modo in cui posso averlo, tutto quello che possiedo, tutto quello che mi resta. La mia mente si è spenta, sarà forse colpa della febbre non ancora passata del tutto, ma decido che potrei saltargli addosso proprio qui e ora.

Lui sembra preso contropiede, anzi, tenta di allontanarmi.

"Marta... Non dovevamo... parlare?"

Ma io non lo ascolto e prendo a baciargli il collo, provocando in lui un forte sospiro. "Dai, non... Non possiamo farlo"

Ormai nemmeno mi riconosco più, e così lo provoco completamente senza controllo. "Perché non possiamo?" E mi fiondo di nuovo sulle sue labbra.

Ma c'è qualcosa che non va. Mi sento male, mi sento sbagliata, gli occhi sono ancora gonfi dal pianto di questi giorni, e ora anche guardandolo non posso sentirmi come qualche giorno fa. Mi sento sporca. E anche lui non sembra nemmeno più lui. Ha uno sguardo, un portamento, un atteggiamento diverso.

Anzi, ha perfino un odore diverso. Mi rimetto al mio posto sul sedile e lo osservo con gli occhi spenti. Lui, rigido come un martello, mi scruta imbarazzato, sta addirittura cercando di evitare il mio sguardo. Cosa sta succedendo?

Mi riavvicino lentamente al suo collo, e sento che nonostante resti fermo vorrebbe togliersi il mio peso di dosso. Sento odore di sudore, e un profumo, che non è il suo. Mi immobilizzo.

Ha un odore da donna, è imbarazzato, affannato e sudato, non ha voglia di baciarmi né di farsi toccare.

"Tu hai... appena..." Cerco le parole con difficoltà. Il mio cervello lavora più in fretta della mia bocca. Prendo fiato e lo fisso di nuovo, mentre sospira e tira indietro la testa sul sedile. "Tu l'hai appena fatto con lei."

Filippo alza gli occhi e si passa una mano tra i capelli. Oddio, è così. Hanno davvero appena fatto sesso.

"Marta, quella è mia moglie, stasera mi è... saltata addosso, prima che uscissi... che cosa ti aspetti che..." Si ferma, indeciso su come proseguire.

Io mi sento completamente svuotata. Il cuore sembra si sia fermato definitivamente. Ho la gola secca, la fronte che pulsa, le mani molli. Non credo di essermi mai sentita peggio in tutta la mia vita. Certo che fa sesso con sua moglie. Pensavi forse di avere l'esclusiva? Dopo aver litigato, dopotutto, si fa pace.

Sento martellarmi in testa tutte le frasi che mi sono passate per la mente in questi giorni. Loro sono una famiglia, e tu non c'entri nulla. E' strano non poter essere sinceri. Comportiamoci come una coppia normale, senza parlare di mia moglie. Prima o poi, avremmo dovuto tornare alla realtà. Sento che la mia famiglia sta per implodere. Sembra tutto così sbagliato. Lo ami talmente tanto che, anche se non potete stare insieme, puoi guardarlo andare avanti con la sua vita anche senza di te, e tu sei felice per lui.

Dovevamo tornare coi piedi per terra.

Finalmente lo guardo negli occhi. Filippo pare attendere solo una mia reazione, completamente in balia degli eventi. Bene, è arrivato il momento che qualcuno torni davvero coi piedi per terra.

"Basta. Questa cosa termina qui."

Lo vedo trattenere il respiro. Sembra che qualcosa nei suoi occhi stia vacillando. Ma devo andare fino in fondo.

"E' stato sbagliato dall'inizio e l'abbiamo portata fin troppo oltre. Tu devi pensare alla tua famiglia, e io devo pensare al mio benessere. Al mio futuro." Scuoto la testa, dura in volto, senza sbattere un solo ciglio.

Filippo si riscuote e mette la sua mano sopra la mia. Il suo tono di voce è bassissimo, monotono, sembra che parli solo perché ritenga giusto dire qualcosa.

"Marta, non dovremmo parlarne un po' meglio? Ora sei arrabbiata, e mi dispiace, siamo stati lontani forzatamente troppo tempo in questi giorni, e..."

Lo interrompo semplicemente con un gesto della mano, per fargli intendere di non proseguire. Il mio corpo è completamente rigido, non provo più emozioni e sembra che finora abbia agito controllata da un computer. Appena mi rendo conto che Filippo ha realizzato che faccio sul serio, vedo la sua espressione ferita, e i suoi occhi riempirsi di lacrime, mi si rompe qualcosa nel petto, quasi si riesce a sentirne il rumore. Ma non c'è niente da fare, ormai ho capito quale sia la cosa giusta. Vedo davanti a me gli occhi arrossati di Celeste che si chiede come potrà tenere la sua famiglia unita. Devo andare avanti, nonostante la voce ormai rotta.

"Mi dispiace. Io... Non dovevo innamorarmi di te", concludo, mi volto verso la portiera e aprendola esco, giusto il tempo di notare un'espressione stupita sul suo volto, e un'ultima lacrima che gli solca il viso. Poi, chiudo la portiera e anche un capitolo della mia vita.


Quando entro in casa, ringrazio il cielo che i miei genitori siano a lavoro. Mi appoggio appena al divano del salotto, ed esplodo in un pianto incontrollato. Sono così sconvolta da non riuscire più a respirare. Il mio viso annega in un mare di lacrime, sento come qualcosa scoppiarmi dall'interno del petto. Questa volta, credo veramente di non farcela. Avevo creduto così tanto a questo sentimento. A questo rapporto.

Ma a chi vuoi darla a bere? Lo sapevi già come sarebbe andata a finire. Avresti voluto interrompere tutto già molto tempo fa, ma ogni volta bastava un bacio per farti ricredere.

Mi porto le mani sul volto, coprendomi gli occhi. Vorrei sparire per qualche secondo, non provare più nulla. Come può fare tanto male?

Mi stendo sul divano, ancora con le scarpe ai piedi, al diavolo. Chiudo gli occhi e vedo davanti a me le diapositive dei momenti insieme a Filippo. Io e lui alla chiesetta da favola in campagna. Io e lui sul mio letto. La festa nel suo giardino. Le lucciole. Il momento in cui mi ha donato questo dannato bracciale.

Tutto questo è successo in così poco tempo, e lo realizzo solo ora. E' stato davvero come una maledetta catastrofe climatica, un incendio, un tornado, arrivato dal nulla, mi ha inglobato dentro di sé, e poi se n'è andato in poco tempo, non lasciandomi più come ero prima. E' la verità: non sarò mai più la stessa persona di prima.

Mi domando anche se sia successo tutto sul serio, o se sia stato frutto della mia immaginazione. Mi osservo il polso: porto ancora il suo bracciale, e tra i capelli sento il suo odore. Nel percepirlo, un'altra lacrima mi scende sul volto. Non sentirò mai più questo odore. Vorrei ingabbiarlo da qualche parte per poterlo risentire quando mi mancherà troppo. Non passerò mai più le mani tra i suoi capelli. Non mi farò più stringere tra le sue braccia, non godrò più della sua risata.

Un altro pensiero mi si conficca in testa, e con una risata sprezzante lo allontano subito.

Siamo noi, quelli fortunati.

Vicino al cuoreWhere stories live. Discover now