Parte 15 Non ho mai

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Siedo di fronte al monitor del mio PC fissando una tabella distrattamente. Mi sto davvero impegnando a rimanere concentrata, ma sono successe troppe cose in questi ultimi giorni e sento il bisogno di metabolizzarle ancora tutte. Allontano la mano destra dal mouse e la muovo un po' cercando di rilassare i muscoli tesi nella stessa posizione per troppo tempo. Cambio posizione delle gambe incrociando la destra sulla sinistra. Tiro indietro i capelli e inspirando a fondo mi dedico nuovamente alla tabella davanti ai miei occhi. Sposto qualche cella senza troppa convinzione.

Sono veramente pronta a fare l'amante?

Zitto, grillo parlante. Mi raddrizzo gli occhiali sul naso.

Perché Laura ha litigato con Filippo stamattina? C'entri tu?

Alzo gli occhi al soffitto e fisso una ragnatela in un angolo. Non so perché abbiano discusso. Da quello che so potrebbero discutere anche tutti i giorni. Io non so niente della loro vita di coppia.

Sento una tale frustrazione addosso. Ero così sicura che stamattina prima del lavoro lo avrei incontrato. Ci ho pensato tutta la notte e non aspettavo altro. Ora non riesco nemmeno a concentrarmi sul lavoro.

"Allora, com'è stato il tuo weekend?". Alberto interrompe il flusso indistinto dei miei pensieri. Il mio collega è seduto a pochi metri da me e a quanto pare sta soffrendo anche lui il rientro da lunedì mattina. Mi volto sorridendogli. Se non ci fosse lui, non sopporterei un solo minuto in questo ufficio.

"Non c'è male, sono state giornate... molto piene. Ho persino vinto un viaggio." E il mio ex fidanzato mi ha seguita davanti casa ubriaco, dimenticavo di aggiungere. Ma non voglio appesantirlo con questa storia. Voglio dire, siamo piuttosto in confidenza, ma non è una cosa che racconterei a chiunque.

"Davvero? Tu sì che sei fortunata, cara Marta. Di che si tratta?"

"Un fine settimana in una Spa." Faccio girare la sedia a ruote e mi volto completamente verso di lui. Alzo le dita in segno di vittoria. "Per due."

Alberto si lascia andare ad un fischio di approvazione. "E hai già riflettuto con chi vorresti andarci?"

"Beh, stavo pensando alla mia amica Carolina". Rispondo con poca convinzione.

Sposto lo sguardo fuori dalla finestra lasciando galoppare rapidamente la mia fantasia. Dopotutto potrei, forse...

Sono distratta dalla vibrazione del mio telefono a fianco alla tastiera. Un messaggio di Carolina.

"Ho saputo quello che è successo ieri pomeriggio. Mi dispiace tanto! Stasera vieni a casa mia, è un ordine!" Sorrido spontaneamente: è riuscita a farmi sciogliere il nodo allo stomaco. Ma sì, una serata con la mia amica ci vuole proprio.


A cena con i miei genitori il clima è surreale: mi stanno chiaramente trattando come la figlioletta malata che temono possa spezzarsi da un momento all'altro. Da una parte sono intenerita, dall'altra penso a quanto dolore e quante preoccupazioni stia provocando loro. Tornando a casa, dopotutto, era ovvio che sarebbe accaduto. Ma non potevo prevedere quanto mi sarei sentita in colpa.

E così mi sento in colpa verso chiunque. Verso Emanuele per averlo lasciato, verso i miei genitori per farli preoccupare tanto, verso la moglie di Filippo per...

Non pensare a lui. O a lei. A loro.

Sono ancora un po' arrabbiata a riguardo. Dopotutto, questa mattina ho realizzato per la prima volta che davvero il nostro rapporto non può essere libero come vorrei. Nei giorni precedenti ci siamo vissuti tutto quello che ci passava per la testa e per me era come se non esistesse l'ostacolo di sua moglie. Oggi, però, l'ho sentito davvero. E questo mi ha fatto riflettere sul serio.

Vicino al cuoreWhere stories live. Discover now