Parte 8 Volevo dirti una cosa

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Ho bisogno di restare da sola. Troppi pensieri e sensazioni mi affollano la testa. Sono tutti lì a prendersi a pugni nel mio cervello: l'ebbrezza, la musica, Filippo che parla di me a quello sconosciuto, sua moglie che mi dice di non volermi conoscere. Io che dico a Filippo di voler essere sola con lui, Filippo che mi confessa di avere avuto voglia di rivedermi, Filippo che mi stringe un fianco. Emanuele che cerca in ogni modo di ricontattarmi. Oh, dio, sto per impazzire! Perché ho bevuto tanto?

Ho bisogno di fare pipì. Tutti quei cocktail stanno facendo prepotentemente guerra nella mia vescica e sento il bisogno di liberarmi almeno di questo peso.

Mi dirigo a casa mia e ovviamente impiego pochi secondi a raggiungerla, socchiudo la porta di ingresso dietro di me e salgo al piano di sopra. Entro in camera mia, mi guardo velocemente allo specchio. Ho uno sguardo confuso e ferito, noto piuttosto contrariata. Come posso sentirmi ferita? Dopotutto non conosco quella donna e lei non conosce me. Cosa mi importa della sua opinione?

Sento gli occhi inumidirsi e no, non posso permetterlo. Da quando ho stravolto la mia vita non ho mai pianto. Io sono una dura. Non sarà questo momento di smarrimento a provocarmi un pianto. Alzo la testa e sbatto le palpebre per impedire alle lacrime di uscire. Mi dirigo in bagno, faccio quello che devo fare. Mi avvicino al lavandino e mentre mi lavo le mani, sorrido alla mia figura allo specchio.

Sei più forte di così. Coraggio.

Mi sento leggermente meglio e decido di poter tornare finalmente alla festa. Forse un altro bicchiere mi farà stare ancora meglio. Riapro la porta e non potevo aspettarmi quello che vedo.

Filippo è appoggiato allo stipite della porta della mia camera, proprio di fronte a me, con i capelli più disordinati del solito. Apre la bocca per parlare o forse per prendere fiato, e si blocca. Ci avviciniamo.

"Ma... questa è casa mia", dico come un automa, senza molta convinzione; è la prima cosa che mi è venuta in mente anche se non ha molto senso. E' che è molto strano vederlo qui, proprio di fronte al mio bagno, in questo momento.

"Sì, lo so", mi risponde lui assorto. Mi guarda ma sembra che anche lui abbia risposto roboticamente. Forse le menti di entrambi sono già da un'altra parte. Di nuovo, sono travolta dall'impressione istantanea di percepire ogni sensazione con maggiore intensità, i miei sensi completamente all'erta, mi trovo completamente su un'altra dimensione.

"Hai sentito quello che ha detto Laura." Lo dice a metà tra una domanda e un'affermazione. "Mi dispiace."

Annuisco piano con un'espressione indecifrabile. Non so cosa provare in questo momento e lui lo nota.

Si avvicina sempre di più, siamo in mezzo al corridoio e la distanza tra noi è pochissima. Mi sovrasta di qualche decina di centimetri e ora devo sollevare di parecchio il collo per non interrompere il contatto tra i nostri occhi. Mi rendo conto solo ora di quanto sia alto e massiccio.

Sento di essere in uno di quei sogni in cui cerchi di muoverti ma è come se ti trovassi nell'acqua. Ogni movimento è lento, ogni sensazione è ovattata. Lui alza una mano e mi accarezza la guancia. Io chiudo gli occhi per un attimo in preda alle palpitazioni. La sua mano è ruvida ma accogliente. Sono ancora brilla e sento un certo calore in basso. Ora lui avvicina il suo naso al mio, come a volermi odorare, mi sfiora. Il cuore sta per uscirmi definitivamente dal petto.

Mormora piano: "Ti ho seguita perché... volevo dirti una cosa". La sua mano è ancora aperta ad accogliere la mia guancia. E' sempre più vicino, sento il suo fiato, io istintivamente inarco la schiena verso di lui. Il mio corpo non lo comando più io.

Piego la testa sulla mia spalla, mi sto beando del contatto delle sue dita sulla mia guancia, e nel farlo chiudo gli occhi. Alzo le mie mani e gliele poggio sulle spalle. E' la prima volta che lo tocco di mia iniziativa. Sento i suoi muscoli rigidi attraverso il tessuto della t shirt un po' umida. Ora Filippo poggia la mano libera sul mio fianco, come ha fatto un paio d'ore prima, e stringe leggermente. Questo tocco mi provoca una scossa lungo tutto il corpo, e lui se ne accorge.

Vicino al cuoreWhere stories live. Discover now