Parte 28 Posso rimanere qui?

178 10 0
                                    

Sono decisamente in un déjà-vu. Un crudele scherzetto del destino. Di nuovo l'auto che parcheggia di fronte all'ospedale, io che ne scendo senza sapere bene come mi dovrei comportare, la sensazione di pericolo e di impotenza. Di nuovo non ho avuto il tempo di misurare tutte le emozioni che provo e di digerirle. Filippo se n'è andato di casa. Ha lasciato sua moglie. Tra pochi giorni Celeste si sposerà e la famiglia dovrà riunirsi. Ora Andrea è in pericolo di vita. Non sono nemmeno sicura sia in pericolo di vita, ma vista la sua situazione grave immagino che qualsiasi cosa sia accaduta non sia di poco conto. E ora mi sto infilando nell'epicentro di questo dramma familiare. Proprio io! Come amica di Celeste e come ex amante segreta di Filippo.

Ma basta pensare a me. Ora Celeste ha bisogno del mio aiuto e devo mantenere la calma per lei. Esco dall'auto e la raggiungo dall'altra parte, dopodiché la prendo per mano, notandola vacillare, e la conduco senza ulteriori indugi su per le scale dell'ingresso del pronto soccorso. Mi dirigo al bancone dell'accettazione, pronta a chiedere indicazioni, quando la voce di Filippo che chiama sua figlia mi risuona nelle orecchie, risvegliando il solito nodo allo stomaco.

Mi volto: è alla nostra sinistra, e se non fosse stato per la voce, temo non l'avrei riconosciuto immediatamente. Non lo vedo da talmente tanto tempo. I capelli sono più arruffati del solito, gli occhi talmente grandi che sembrano una caricatura disegnata sul suo volto, la barba poco curata, segni di stanchezza e rughe sulla sua fronte. Ma la sua espressione, è quella a provocarmi il dolore più grande. Ho visto miliardi di film e serie tv drammatici, attori di grande calibro cimentarsi nella recitazione delle scene più tragiche, ma non ho mai lontanamente sentito lo stesso dolore dipinto sul volto di qualcun altro, come in questa occasione. Lo stomaco mi si attorciglia completamente, provocandomi una fitta terribile. Le ginocchia tremano, stringo le mani a pugno, e gli occhi si inondano di lacrime. Filippo allarga le braccia e accoglie sua figlia, chiudendo gli occhi. Io rimango nella mia posizione e sento la gola stringersi. Lo amo, e il suo dolore fa provare anche a me un dolore inimmaginabile. Questa consapevolezza, più di tutto, mi lacera definitivamente il cuore. Lo amo e vorrei poter fare qualcosa per lui e per questa famiglia.

Dopo qualche istante, Filippo riprende il controllo. "Andiamo nella sua stanza. Si è ripreso". Queste parole mi liberano istantaneamente di un peso alla bocca dello stomaco. Poi Filippo mi riserva un'occhiata. E' davvero indecifrabile, dura appena qualche secondo, dopodiché i due si avviano frettolosamente nella direzione opposta. Io, frastornata, rimango piantata all'ingresso con le braccia rigide sui fianchi. Poi Filippo si volta verso di me e continuando a camminare mi fa un cenno con la testa, quasi impercettibile. Vieni, mi sta dicendo.


La porta della stanza in cui Andrea è a letto è socchiusa. Filippo conduce Celeste fino alla soglia ed entrano entrambi con impazienza, senza richiudere la porta. Stavolta non intendo seguirli per nessuna ragione al mondo. La situazione è delicata: durante il percorso, Filippo ha spiegato a sua figlia che improvvisamente il fratello ha perso conoscenza e iniziato ad avere convulsioni terribili, bava alla bocca e tremori. Il personale della struttura in cui risiede, allarmati, hanno subito chiamato i soccorsi. Si temeva qualche diagnosi infausta, mentre ora l'equipe medica valuta l'opzione che si sia trattato di un attacco epilettico. In ogni caso, questo momento è loro, privato, e non intendo inserirmi in nessun modo.

La storia continua a ripetersi. Sedia scomoda in un corridoio particolarmente frequentato, aria condizionata gelida, atmosfera sospesa. Stavolta mi alzo e risiedo continuamente, inquieta, finché non noto Laura correre sul linoleum con sguardo smarrito. Mi nota, un po' confusa, come se fossi l'ultima persona che si aspettava di trovare lì, mi osserva come a cercare una spiegazione, e io di tutta risposta le indico con il mento la porta
della stanza. Lei entra come un tornado e socchiude la porta.

Vicino al cuoreWhere stories live. Discover now