XXIX

77 4 0
                                    

LAUREN'S POV

Mi sveglio con il peso dei ricordi che mi sovrasta. La mancanza di mia madre è un vuoto che non è mai stato colmato. È come se una parte di me fosse stata strappata via, lasciandomi a lottare con un senso di incompletitudine.
Quando ero solo una bambina, mia madre era il mio porto sicuro.
Ricordo il suono della sua voce rassicurante, i suoi abbracci che sembravano risolvere ogni piccolo problema.
Ma tutto cambiò improvvisamente, quel terribile giorno. La malattia la portò via velocemente, troppo velocemente per poter comprendere cosa stesse accadendo. Avevo solo la forza di un tenero fiore spezzato prima del tempo, incapace di affrontare il vuoto che si era aperto nel mio cuore.
La sua mancanza ha plasmato la mia vita in modi che non avrei mai immaginato. Ho imparato ad essere autosufficiente, a celare le emozioni profonde, a mettere un muro tra me e il mondo esterno. La paura di essere ferita di nuovo mi ha resa diffidente, ho costruito un'armatura per proteggermi dal dolore che il passato porta con sé.

Anche se anni sono passati da quel tragico evento, la sua assenza si fa sentire ancora oggi. È come se il dolore fosse un'ombra costante, presente in ogni momento della mia vita. Ed è proprio in giornate come questa, quando quei ricordi tornano a galla, che tutto sembra crollare intorno a me.

La presenza di Camila, la sua comprensione e gentilezza, sembrano infrangere le difese che ho costruito. La sua vicinanza tocca corde che preferirei tenere nascoste. Vorrei che lei capisse quanto sia difficile per me aprirmi, mostrare la parte vulnerabile che tengo nascosta da così tanto tempo. Ma la paura, quella dannata paura di essere ferita di nuovo, mi spinge a respingere l'aiuto offerto, anche se è quello che desidero segretamente.

Mi preparo velocemente per andare a lavoro, anche se il cielo grigio e scuro, mi danno sempre la sensazione di un peso sopra al cuore.

Mi trovo nell'ufficio, immersa nei documenti e nelle email che richiedono la mia attenzione. Il peso dei ricordi si fa sempre più pressante, rendendo ogni compito un'ardua sfida. Il mio sguardo si perde nel vuoto mentre il passato si fa strada tra le pieghe della mia mente.

Camila, con la sua solita attenzione per i dettagli, nota immediatamente il mio stato d'animo. La vedo avvicinarsi con passo felpato, preoccupazione dipinta sul suo volto.

"Lauren, sei sicura che tutto vada bene?" chiede con gentilezza, porgendo una tazza di caffè come gesto di affetto.
Alzo lo sguardo, cercando di nascondere l'agitazione che mi pervade.

"Sì, tranquilla. È solo una di quelle giornate" rispondo cercando di mantenere un tono calmo, ma la mia voce tradisce la confusione che provo.
Camila scuote leggermente la testa, gli occhi pieni di preoccupazione.

"Non sembri al tuo solito. Posso aiutarti in qualche modo?" insiste, porgendomi la tazza come un'offerta di conforto.
La mia reazione è istintiva, respingo l'aiuto offerto con sgarbo.

"Non c'è bisogno, sono solo un po' distratta oggi. Grazie per la tazza, ma non ne ho bisogno," rispondo con un tono più secco di quanto avrei voluto.
Camila arretra leggermente, il suo volto mostra un misto di delusione e comprensione.

"Va bene, se hai bisogno di parlare, sono qui," dice con un tono lievemente ferito, allontanandosi lentamente.

Mi sento in colpa nel vedere il suo sguardo deluso, ma la paura di aprirmi e mostrare la mia vulnerabilità mi tiene prigioniera in un mondo di solitudine e difese. Non posso permettere a nessuno di avvicinarsi troppo.
Rimango lì, immobile, mentre Camila si allontana, lasciandomi sola con i miei pensieri tormentati e il rimorso per aver respinto la sua mano tesa.
La mia diffidenza, la freddezza che ho mostrato verso Camila, è il risultato di anni di chiusura emotiva, di un muro costruito per proteggermi. Ma allo stesso tempo, il rimorso per aver respinto la sua mano tesa è come un pugnale che si infila nel mio cuore. Vorrei poter permettere a qualcuno di avvicinarsi, di condividere il peso che porto dentro di me, ma la paura mi paralizza, mi impedisce di lasciar entrare qualcuno nel mio mondo interiore.

You, me, usWhere stories live. Discover now