XXV

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LAUREN'S POV

Camila mi guarda con molta attenzione e finalmente sento che devo liberarmi di tutto il peso che mi sono portata fino ad adesso.
Un mese fa, l'ho lasciata lì, sola nel letto d'ospedale, senza nemmeno guardare indietro. La paura mi ha spinto via, quella stessa paura che ha segnato tutte le mie relazioni passate. Ma qualcosa è diverso questa volta.
Ora, torno per affrontare quello che ho fatto. Un turbine di scuse e spiegazioni riempie la mia mente, ma so che nulla cancellerà il dolore che ho causato.
È seduta davanti a me, la donna più bella della Terra e la mia mano trema mentre cerco le parole giuste e lei ha occhi ancora segnati dal dolore della mia partenza.

"Camila..." balbetto, la voce incerta. "sono tornata. c'è tanto che devo dirti..."

La sua espressione è una miscela di sorpresa e sofferenza.

"Perché?" chiede, la voce rotta. È ancora visibilmente segnata da ciò che è successo e forse, ancora troppo ferita da riparlarne.

"Perché mi hai lasciato sola?" continua lei mentre inizia a sbattere la gamba, segno della sua ansia perenne; le stringo le mani nervosamente.

"Ho avuto paura," confesso.

"Paura di amare di nuovo, di ferire e di essere ferita. Ma non è una scusa, è una spiegazione. Sono qui perché ho capito che non voglio più correre da te o da nessun altro." annui lentamente, guardandomi.

"E cosa è cambiato?" mi chiede guardandomi fissa negli occhi, desiderosa di sapere i tanti 'perché' dietro quella mia scelta

"Mi sono resa conto che scappare non mi ha mai protetto dal dolore.
Ha solo tenuto lontano le cose che potevano rendermi felice. E tu, Camila, sei una di quelle cose."
una lacrima sfugge dai suoi occhi mentre mi guarda.

"Ho paura di essere ferita di nuovo" dice piano con voce flebile.

"Anche io ho paura," ammetto.

"ma questa volta sono disposta a rischiare. Non voglio più permettere alla paura di decidere per me."

Ci guardiamo senza parole per un po'. Poi, lentamente, un fragile sorriso appare sul suo viso.

"Forse possiamo provare di nuovo," dice.

Sento un senso di sollievo, come se un peso si fosse sollevato dalle mie spalle.

"Sì, forse possiamo." rispondo ricambiando il sorriso e lei mi stringe le mani con dolcezza e questo mi rassicura molto.
È il primo passo verso qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso. Ho ancora paura, ma questa volta la paura non governerà le mie azioni.
È tempo di rimettersi in gioco.

Finalmente arrivano le due portate e il calice di vino, Camila ringrazia il ragazzo a cui io riservo un'occhiataccia e iniziamo a mangiare

"Questi spaghetti sono incredibili" esclama Camila dopo il primo assaggio

"Lo so," dico con un sorriso.

"È uno dei motivi per cui ho pensato di portarti qui." ammatto sorridendo e lei ricambia e per un momento penso a quanto vorrei baciarla e immortalare questo scenario di me e lei.

La conversazione scorre tra il cibo e i ricordi, il sapore delizioso di ogni portata sembra rendere l'atmosfera sempre più leggera.
È come se quel pasto stesse lentamente guarendo le ferite ancora aperte.

"Devo ammettere che sei sorprendentemente brava a fare le scelte giuste" dice Camila, in tono giocoso. Rido, sentendomi in un territorio familiare e rassicurante.

"Sono solo fortunata questa volta." rispondo mentre poco a poco, sento il mio sorriso trasformarsi in tristezza

"No, sul serio," insiste Camila.

You, me, usTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang