VIII

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LAUREN'S POV

Camila questa volta aveva completamente esagerato con quella sceneggiata, come se fosse così importanti da prendere una posizione tale.
Sono costretta a prendere severi provvedimenti con lei, come si è permessa di dirmi quelle cose? e soprattutto perché mi fanno leggermente male le parole che le ho detto? probabilmente devo prendere provvedimenti anche con me stessa;
lei non deve essere un punto debole come lo è stata Lucy e per di più tutto il male che mi ha portato ad essere quello che sono ora.

Prendo le ultime chiamate e nella testa ho solo le parole di Camila che girano e girano senza mai fermarsi ed è quasi una tortura bella e buona, domani le parlerò per risolvere questa situazione, oggi la rabbia ha avuto la meglio.
Ringrazio i stagisti e vado verso l'ascensore per dirigermi al parcheggio dove la mia macchina personale mi attende ma ritrovo lei davanti il mio cammino, ha tra le mani due scatole con dei fascicoli giganteschi per una che ha del lavoro da svolgere a casa.
Rimango perplessa e la guardo dritta negli occhi ma non riesco a dire nulla, così mi metto vicino a lei e premo il tasto per il parcheggio ma solo ora capisco cosa vuole fare con quelle due scatole e non credo si debba arrivare a tanto.

"Vuoi davvero licenziarti?" chiedo per rompere il silenzio che per lei si era fatto decisamente troppo pesante, io il silenzio lo so reggere fin troppo bene.

"Ho sbagliato e pagherò, così potrò tornare da dove vengo" risponde lei guardando per terra e sento la sua voce pian piano spezzarsi, sta per piangere?

"Non si deve arrivare a tanto, ovviamente ci saranno dei provvedimenti ma non per rabbia si licenzia, no?" dico sarcasticamente e lei annuisce senza dir nulla ma penso che si sentirà leggermente meglio dopo le mie rassicurazioni, sicuramente dormirà meglio e potrò caricarla di lavoro extra.
Si gira verso di me e mi fa un sorriso debole avvicinandosi e mi posa un bacio sulla guancia destra, un bacio semplice che mi fa scaldare e la rabbia sento che sta andando via come lei mentre esce dall'ascensore, in punta di piedi passando inosservata, dove sei stata tutto questo tempo Camila?

Salgo nell'auto e guido fino a casa, ripensando a quello che era successo nell'ascensore ma neanche il tempo di arrivare che c'è la mia ragazza in preda al panico perché non sa che cucinare, è decisamente bella mentre è in panico.
Si avvicina a me e fa una faccia storta come se ci fosse qualcosa che non va e rifà la stessa cosa per due volte e sta iniziando ad innervosirsi

"Cosa c'è?" le chiedo vedendo la sua faccia e lei si allontana da me e si siede, cercando di essere composta e calma

"Di chi è il profumo Lauren?" me ne ero scordata che Camila mi era stata parecchio vicina e forse mi sono abituata al suo profumo da non accorgermi di quando lo lascia su i miei vestiti o nella stanza.
Se le dicessi la verità, scoppierebbe un casino per nulla quindi decido di mentirle, una piccola bugia non farò nulla di che

"Una mia collega mi ha fatto provare questo nuovo profumo di Chanel, ti piace?" rispondo senza andare nel pallone come faccio sempre quando dico una cazzata e lei sembra rilassarsi, forse se le bevuta

"Non male" si alza e riprende a cucinare e io ritorno a respirare, devo dire a Camila di non avvicinarsi più di tanto ma cosa succede se io volessi lei sempre più vicina?

Passiamo la sera a parlare della giornata e delle aziende che possediamo e mi ha raccontato di come stanno cercando disperatamente gente che lavori nella sua azienda e nella mia testa c'è una persona di cui vorrei liberarmi il prima possibile ed è proprio Shawn, mio padre sarà d'accordo perché tanto la azienda di Rachel è in associazione con la nostra e non perderebbe il suo amatissimo impiegato carismatico e io avrei terreno libero per guardare meglio Camila lavorare e potrei addirittura spostarla più vicino al mio ufficio.
Inizio a sorridere senza che io lo controllo e la mia fidanzata lo nota, peccato che mi stava parlando di una crisi economica e io sorridevo

"Mi spieghi che cazzo c'è da sorridere Lauren?" mi chiede molto nervosa e io sinceramente non so cosa dirle, non posso di certo dirle che stavo sorridendo per un'altra ragazza.

"Mi era venuto in mente un altro meme, uno di quelli che trovi su Instagram" la mia cazzata sembra non reggere e nel suo sguardo si accende una lucina che non è mai positiva: la rabbia.

"È un'altra cazzata come quella del profumo, vero? oppure c'entra la ragazza nuova che è in stage, perché sì, è venuta a dormire qui, ha lasciato i vestiti e io dovrei fare la scema del villaggio credendo alle tue cazzate?" dice urlando ormai, questa situazione sta prendendo una bruttissima piega. Cerco di aprire bocca ma ha completamente ragione e opto per il silenzio abbassando lo sguardo e questo gesto le fa capire che ci ha preso in pieno.

Rimane in silenzio e dopo si alza andando verso la camera da letto prendendo dei miei vestiti e me li butta per terra, capisco la sua reazione ma sbattermi fuori da casa mia, è fin troppo, anche per me.

"È casa mia, non puoi farlo." dico stringendo i pugni, le sue reazioni poco calme, fanno uscire la parte peggiore di me

"Lauren, vai a fotterti te e la tua amichetta, perché non vai da lei?" mi urla contro puntandomi il dito contro e per poco non rischio di prendermi uno schiaffo da parte sua.
Decido di raccogliere i vestiti e di lasciarla lì, non aveva senso andare contro un muro che era fin troppo forte per me, in quel momento.
Nei giorni successivi le avrei chiesto di andarsene da casa mia lasciandole il suo tempo per prendere tutte le sue cose, almeno non mi sarei dovuta scontrare ulteriormente con lei; in questo preciso momento non so dove andare ma so che qualcuno mi accoglierà.

You, me, usDove le storie prendono vita. Scoprilo ora