Capitolo 18

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Rhys passò la lettera a una delle guardie presenti all'ingresso delle prigioni di pietra stando ben attento a tenere nascosto il suo volto dal cappuccio del suo mantello. Non era partito dal castello con quel mantello ma lo aveva comprato per strada cercando in qualche modo di non far vedere troppo il suo volto. Non voleva rischiare che qualcuno potesse descriverlo come l'uomo che era andato a liberare uno dei prigionieri per nessuna ragione al mondo.

La guardia lo guardò scettico ma poi notando il sigillo intatto sulla lettera si affretto ad aprire la stessa e leggere il suo contenuto.

-seguimi- gli disse una volta finito e Rhys non se lo fece ripetere due volte entrando all'interno della struttura in pietra ma senza togliersi il cappuccio dalla testa. Seguì il soldato per quella che era una strada che aveva fatto tante di quelle volte negli ultimi anni e un senso di nostalgia, di quando era mano nella mano con la madre per quei stessi corridoio, lo colse.

Quando la guardia si fermò difronte a quella che era la cella di suo padre il cuore di Rhys prese a battere ancora più velocemente per l'ansia tanto che i movimenti del soldato mentre apriva la cella gli sembravano fin troppo lenti.

-sei libero- disse il soldato in direzione di Tobias che ghigno guardando il soldato mentre usciva con calma da quella prigione e poi guardò confuso in direzione dell'altra figura incappucciata.

-grazie a chi?- chiese con voce roca Tobias continuando a fissare l'uomo sotto il mantello che sembrava troppo alto per essere suo figlio.

-il re di Yentari- disse la guardia -vi scorto all'uscita- aggiunse poi rimettendosi alla guida del gruppo camminando comunque lentamente e Tobias affiancò il ragazzo cercando di scrutarlo attentamente. Rhys parve capire l'intento del padre e si scostò leggermente il cappuccio per far riconoscere il suo volto all'uomo. L'uomo rimase completamente sorpreso nel notare che no, quel ragazzo non era troppo alto per essere suo figlio, il ragazzo doveva davvero essere cresciuto tanto in quegli anni. Dopo quella piccola interazione però non ce ne furono altre fino a quando i due non furono finalmente fuori dalla prigione e precisamene nel mezzo della vegetazione dove era anche presente il cavallo di Rhys.

-Rhys- disse Tobias osservando il figlio che gli stava porgendo un altro mantello -ci hai messo troppo- aggiunse e Rhys rimase un momento interdetto da quell'affermazione. Aveva davvero pensato che il padre come prima cosa gli dicesse un "grazie".

-non potevo...non potevo fare prima- mentì in parte Rhys -appena ho potuto ho scritto quella lettera e sono corso qui-

-stai messo bene per essere un servitore- ringhiò ancora Tobias -hai anche un cavallo-

-l'ho preso in prestito- sussurrò Rhys -e...e li anche i servitori sono bene nutriti- no, non aveva nessuna intenzione di dire al padre che era fidanzato con il principe. Non aveva mai accennato all'uomo che gli piacevano anche i ragazzi e di certo dire dal nulla che il principe Jedd fosse il suo ragazzo non gli sembrava un'ottima idea.

-buon per te allora- borbottò Tobias -questo cavallo però non tornerà indietro ma verrà con noi-

-cosa intendi papà?- domandò davvero confuso Rhys -io devo tornare al castello-

-oh no tu non continui a seguire quella famiglia del cazzo- ringhiò Tobias e Rhys sgranò gli occhi per quelle parole. Perché suo padre odiava così tanto la famiglia reale? Okay erano stati loro a spedirlo in prigione ingiustamente ma non poteva covare davvero così tanto odio per quella che era la famiglia del ragazzo di suo figlio -ce ne andiamo al nord insieme-

-papà io devo andare al castello- tentò di dire il moro -la mia vita è li ormai. Sono venuto a salvarti perché sei mio padre ma avevo già in mente di continuare la mia vita li- Rhys aveva davvero tanta voglia di rivedere il suo Jedd, aveva bisogno di rivedere il suo Jedd.

-no, la tua vita non è li ma con me- disse convinto Tobias -sono tuo padre e decido io per te cosa è meglio o no-

-ma papà...-

-niente ma tu vieni con me-

-io devo tornare indietro!- protestò Rhys -per favore non ti ho mai chiesto niente e ti ho liberato, non ti basta questo?-

-certo che no! Ho bisogno di te e non voglio assolutamente che tu torna a Yentari, per niente- Rhys cercò nuovamente di protestare ma lo sguardo di pura rabbia che gli lanciò il padre lo fece desistere. Sarebbe andato con il padre per un po', giusto per accontentarlo, e poi sarebbe tornato dal suo Jedd. Probabilmente l'uomo in quel momento era solo spaesato per essere stato per ben sedici anni in prigione e aveva bisogno del suo aiuto per abituarsi nuovamente a vivere fuori da una cella. Lo avrebbe aiutato anche se ancora non sapeva come avrebbe fatto ad avvisare Jedd che avrebbe ritardato di un po' il suo ritorno al castello.

-va bene- disse alla fine il moro e vide il padre sorridergli per quelle parole.

-muoviamoci, non abbiamo assolutamente tempo da perdere- e Rhys si trovò ad annuire facendo per far salire il padre sul cavallo ma l'uomo scosse la testa -prendilo tu io ne ho visto uno prima senza padrone- e senza dare il tempo al figlio di fare qualcosa si diresse verso il fitto della foresta. In realtà non aveva visto realmente un cavallo senza padrone ma ne avrebbe rubato uno solo che non voleva dirlo in quel modo al figlio che al momento gli sembrava essere fin troppo suscettibile su certi argomenti. Ma Tibias non era preoccupato di quello anzi, era certo che gli bastasse solo qualche settimana con Rhys per fargli capire come andava realmente il mondo.

Una volta preso il cavallo tornò in direzione del figlio ed entrambi, dopo essere saliti sulle rispettive cavalcature, si incamminarono verso nord. Rhys però più si allontanava da quello che era il sud e quindi il castello e il regno di Jedd più si sentiva morire dentro. Aveva davvero un macigno nel petto che sembrava non volersi minimamente spostare.

Royal's RevengeWhere stories live. Discover now