Capitolo 32- Nel frattempo a NY...

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Jonathan

«ok, mi sono rotto i coglioni!»

La voce di Max mi arriva attutita e cerco di riaprire gli occhi e sollevare il cuscino dal capo. Sono sprofondato nel suo divano e, prima che lui arrivasse a sbraitarmi contro, dormivo come un sasso.

«alzati da quel fottuto divano, o giuro che ti ci butto giù a calci!»

Continua imperterrito a inveire contro di me, ma io in risposta mugugno qualcosa di indefinito e rimetto il cuscino sulla faccia.

«ok, lo hai voluto tu!»

Mi sento afferrare per una caviglia e trascinare per terra.

«Cristo, Max! ma sei fuori?» dico, con la voce inizialmente impastata dal sonno, che mi ha abbandonato repentino per i modi di merda del mio amico.

Siamo seduti a terra e lo fisso interdetto e stanco.

«sono quattro giorni che non lasci il mio divano. Adesso ti vai a lavare, che puzzi come un maiale e poi andiamo a mangiare qualcosa fuori.»

Sbuffo e cerco di risalire sul divano ma lui me lo impedisce.

«Jonny, non sto scherzando» il suo tono d'avvertimento mi fa alzare gli occhi al cielo.

«non puoi lasciarmi morire in pace?» dico melodrammatico.

«non stai morendo idiota! Ti stai solo crostificando sul mio divano, quindi muovi il culo!»

«crostificando? E che diavolo significa?» chiedo rimettendomi in piedi a fatica. Sono stanco ed è come se il mio corpo pesasse il triplo e i miei muscoli non fossero in grado di sorreggerlo.

«vuol dire che puzzi e i tuoi vestiti sono così sporchi che sono diventati croccanti!»

Ci guardiamo per qualche secondo e scoppio a ridere di gusto, per la prima volta dopo giorni.

«dio Max, sei proprio scemo» dico scuotendo il capo, ma dirigendomi al bagno per lavarmi, perché, a quanto pare, mi "crostifico" se continuo così.

«questo divano puzza come te! Dovrò bruciarlo» mi urla dietro il mio amico.

Sorrido con fatica.

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Siamo in un diner perché, a quanto pare, il signorino aveva voglia di andarci, ed io fisso il menù con lo stomaco chiuso.

«ordina qualcosa»

Sbuffo al suo tono imperativo e gli indico una voce qualsiasi sulla carta.

«serio? Vuoi una torre di pancake con cioccolato e fragole?» mi chiede strabuzzando gli occhi.

«cosa?!» guardo meglio cosa indica il mio dito e lo sposto due voci sotto, indicando la porzione di patatine.

«ok» mi dice lui, come se avesse accettato il mio cambio di alimento.

Sbuffo nuovamente e continuo a guardare fuori dai vetri del locale, come se cercassi lui in mezzo alle strade newyorkesi.

Sono ridicolo.

Non mi scrive da giorni e penso che non lo farà. Mi ha dimenticato facilmente e probabilmente sarà tornato con Amara.

«allora» la voce di Max rompe di nuovo i miei pensieri, «che ne dici se dopo passassimo a casa tua a prendere dei vestiti puliti?»

Lo fisso in silenzio e faccio di sì con la testa.

Cosa starà facendo Marcus? Starà facendo l'amore con lei?

SADLY BUT MINEWhere stories live. Discover now