Capitolo 10- un appuntamento?

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Jonathan

«C'è il signor Reed per lei»

La voce di Agata mi arriva tramite l'interfono ed inizio ad agitarmi.

Ok, niente panico.

Solo perché Max non è ancora arrivato, non vuol dire che rischio di farmi il ragazzino sulla scrivania... giusto?

Mi passo una mano tra i capelli e rispondo «Fallo entrare».

Dopo qualche secondo Marcus è dentro il mio ufficio e mi perdo ad osservare i dettagli del suo sorriso.

Non capita spesso che mi sorrida...

«Non accoglie il suo ospite come si deve, signor Wenston?»

La sua voce mi ricorda che è davvero qui e non me lo sto immaginando.

Mi alzo dalla sedia e mi dirigo verso di lui, prendo la sua giacca e lo faccio accomodare alla solita poltrona. Una volta sistemato tutto, gli porgo un bicchiere d'acqua che lui accetta.

«allora, quali sono le condizioni per l'autografo?» mi dice lui divertito.

Inginocchiati tra le mie gambe e prendimelo in bocca, per esempio.

Mi schiarisco la voce e dico «Una cena...»

Mi guarda confuso, quindi capisco di dover fornire maggiori dettagli «una cena io e te. Un appuntamento».

«Un appuntamento?» mi chiede pensieroso.

«sì, so che sei fidanzato e tutto il resto, ma concedimi un finto appuntamento. Fai finta che io abbia davvero una chance» dico, cercando di resistere alla tentazione di mangiarmelo adesso al posto della fantomatica cena.

Lui mi guarda qualche secondo e poi si alza dalla poltrona per venire a mettersi sul divanetto dove mi sono posizionato io.

Cerco di trattenermi con tutto me stesso, ma se continua così sono spacciato.

«Che fai?» chiedo con il cuore che galoppa.

Lui si china verso di me e mi poggia una mano sulla coscia. Ha avvicinato il viso al mio ed ora respiro solo il suo odore.

«Sa, signor Wenston, ho bisogno di un preventivo per questo appuntamento di cui parla,» mentre parla è così vicino che le sue labbra sfiorano la mia mandibola «le va di farmi vedere qualcosa in anticipo?».

Non so se reagisco alle sue parole o a lui in generale, fatto sta... che gli salto addosso.

Gli afferro il volto, lo intrappolo tra le mani e mi faccio spazio nella sua bocca con la lingua. Trascino il suo corpo su di me e si ritrova a cavalcioni sulle mie gambe.

Le nostre erezioni si scontrano al pari delle nostre lingue, e rischio seriamente di venire come un adolescente alla sua prima strusciatina.

Marcus si sfrega impaziente contro di me. Credevo che sarei stato io a divorarlo, ma è lui che governa i giochi, la mia mente e la mia anima. Ha il potere su ogni cosa e mi arrendo di fronte alla sua magnificenza.

Gli scappa un suono dalle labbra che mi fa impazzire e aumento il ritmo del nostro bacio. Infilo la mano tra i suoi capelli e con l'altra mi aggrappo al suo fianco.

Lo premo ancora più vicino al mio corpo, perché non mi basta, ed è come se i vestiti costituissero una barriera troppo grande per me.

La porta si spalanca e sobbalziamo entrambi.

«Jonny, il biondino è arrivat...»

Max è sulla soglia e ci guarda basito. Potrei tranquillamente prenderlo a pugni per averci interrotto.

SADLY BUT MINEWhere stories live. Discover now