Capitolo 16- ciambelle parte terza

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Marcus

La suoneria del cellulare, Hank che abbaia e il citofono che suona, sono il mio buongiorno.

Ma buono un paio di palle, visto che odio il fracasso di prima mattina.

Dal momento che ho il cervello addormentato non riesco a stilare una lista delle priorità; quindi, scanso le coperte e decido di prendere come prima cosa il telefono.

D'altronde è il più vicino da raggiungere. Hank entra scorrazzando in stanza a tutta velocità e salta sul letto.

«Hank giù!»

Forse parlo arabo, perché il cane inizia a leccarmi la faccia.

Il telefono continua a strillare insieme al citofono.

Che risveglio del cazzo.

«Pronto?» dico, rispondendo senza aver neanche controllato il mittente della chiamata.

«angelo, perché non mi apri?» la voce di Jonathan mi fa svegliare il giusto, per ricordare che dobbiamo fare colazione insieme.

Scosto l'orecchio dal telefono e guardo l'orario sullo schermo.

Sono le 10:00 di mattina ed io vorrei arrotolarmi modalità burrito e dormire altre due o tre ore.

«ripassa tra un paio di ore» dico con un sonoro sbadiglio di accompagnamento.

Lui ride nel telefono e dice «peccato, ho comprato così tante ciambelle da bastarti per un mese» sono tutto orecchi «vorrà dire che andrò a portarle a Max...».

Sbuffo e dico «sono mie, non ti azzardare!»

Si, ho fatto il bambino, ma che ci posso fare se sono goloso?

Lui ride e dice «allora mi apri, angelo?»

Alla sua richiesta mi trascino modalità zombie verso il citofono e apro il portone. Attacco il telefono senza preoccuparmi di salutare.

La domenica è sacra e oltretutto erano giorni e giorni che non facevo una dormita profonda come quella di questa notte.

L'incantesimo di ieri sera ha lasciato i suoi strascichi per tutta la notte, buttandomi in un sonno incantato dal quale non volevo svegliarmi.

Apro la porta quando sento bussare, e mi ritrovo sulla soglia Jonathan, fresco come una rosa, con la barba perfettamente curata e le fossette a contornare la sua bocca che spero porti ancora traccia di me.

Lui mi guarda insistentemente facendo scorrere lo sguardo dal collo in giù.

Seguo la direzione dei suoi occhi per capire cosa sta fissando.

Ho messo la maglietta di Batman bucata?

Solo che, quando guardo in basso, mi rendo conto di avere solo i boxer.

«i miei occhi sono quassù, signor Wenston» dico cercando di fare lo spavaldo.

Sono così rincoglionito che non mi sono neanche vestito prima di aprire la porta.

«credevo che mi avessi accolto così per farti guardare, ragazzino» mi dice lui con il solito sorrisetto che manda in tilt il mio testosterone.

L'erezione mattutina ne sa qualcosa...

Hank arriva come una furia e si lancia su Jonathan rompendo il momento imbarazzante.

«ma chi è questo bel cucciolone?»

Fisso Jonathan che coccola Hank come se fosse il suo cane, e il peloso dagli occhi di ghiaccio che gli lecca la faccia contento.

«e questa voce da dove esce?» chiedo con un sopracciglio alzato e le braccia incrociate, riferendomi al tono che ha usato per parlare al cane come se fosse un bambino.

SADLY BUT MINEWhere stories live. Discover now