Capitolo 4- Fiducia

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Marcus

"intendo che se ti baciassi ora, in questo preciso istante, tu ti apriresti per me e dimenticheresti ogni altra cosa al mondo"

L'eco delle parole di Jonathan, mi accompagna mentre mi dirigo dalla sua segretaria. Una volta raggiunta la sua scrivania, mi fermo e dico «Salve, sono sempre io il signor Reed,».

Lei mi guarda ed io rispondo con un sorriso smagliante, aggiungendo «mi servirebbe il contatto dell'avvocato di punta del signor Wenston».

È un po' titubante ma poi risponde «Sì, mi dia un secondo, devo chiedere l'approvazione del signor Wenston per questo».

«Ma certo.» esibisco un sorriso tutto denti e decisamente falso.

La donna che ho di fronte preme un bottoncino e parla nell'interfono collegato direttamente alla stanza di Jonathan.

«Mh, mh,» dopo essersi schiarita la gola, chiede «signor Wenston, il signor Reed vorrebbe», ma le sue parole vengono bruscamente interrotte dalla voce di Jonathan che risponde «dia al signor Reed qualsiasi cosa le chiede».

La segretaria a quel punto mi fissa con le sopracciglia alzate e chiude l'interfono.

Ho il viso così accaldato che potrebbero cucinarci un uovo sopra.

«Deve essere particolarmente simpatico al signor Wenston» mi dice, mentre cerca il biglietto da visita da consegnarmi.

«Che intende?» chiedo, ancora rosso in viso per le parole di Jonathan.

Le ha detto di darmi tutto ciò di cui ho bisogno senza neanche ascoltare cosa stessi chiedendo, o che richiesta stessi avanzando.

Quell'uomo è pazzo...

«Intendo che il signor Wenston si fida davvero di poche persone nella sua vita» così dicendo recupera il biglietto e me lo porge con eleganza.

«ecco a lei signor Reed».

«la ringrazio...» lascio la frase sospesa, attendendo il nome della donna che ho di fronte con una certa ansia, per via del suo comportamento stranamente sospettoso.

«Agata, può chiamarmi Agata» mi dice con un sorriso.

«la ringrazio Agata» e la saluto per poi avviarmi all'uscita.

Jonathan mi ha messo in una posizione di imbarazzo, ma ha soprattutto scatenato qualcosa dentro di me che non riesco (o non voglio) spiegarmi.

Nel suo ufficio, mentre mi era praticamente addosso, mi sono sentito trasportato in un altro universo, uno nel quale non dovevo per forza contenere ciò che provavo o chi sentivo di essere.

Ma poi la sua vicinanza, l'idea che potesse davvero baciarmi e soprattutto le sue parole, mi hanno riportato alla realtà.

Una realtà nella quale ho una fidanzata e non sono il tipo di uomo che bacia altri uomini.

"perché ti piacciono gli uomini e soprattutto ti piaccio io"

Mentre mi avvio alla metro per tornare a casa sento gli occhi pizzicarmi, perché mi sento intrappolato in un mondo che non mi capisce. Mi sento bloccato nella mia stessa mente.

Non mi accetto e odio i pensieri che faccio, odio il fatto di aver sentito un bisogno irrefrenabile di abbandonarmi tra le sue braccia.

Odio desiderarlo così tanto.

Mi faccio schifo e vorrei solo cancellare con una spugna imbevuta di candeggina questi pensieri "sporchi", come direbbe Boyd.

Se il mondo fosse un posto diverso, un posto più sicuro, non proverei questo sentimento.

SADLY BUT MINEWhere stories live. Discover now